Recensione

Nier

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a cura di Krauron

Se osservassimo il panorama videoludico in un ottica quanto più neutra possibile, ci accorgeremmo che nel gioco di forza tra gli ipotetici due schieramenti (occidentale ed orientale), il sol levante sta perdendo in molti campi credibilità e sicurezza. Un tempo saghe come Resident Evil, Pro Evolution Soccer e Final Fantasy, erano sinonimo di qualità, ed ogni loro capitolo sul mercato andava acquistato a scatola chiusa. Da un po’ di tempo a questa parte invece il lato “nostrano” del mondo sta disseminando schiaffi morali a destra e manca, senza nessuna pietà nemmeno verso case produttrici note. Tra quest e ultime spicca indubbiamente Square Enix, mamma del succitato Final Fantasy, che con le ultime produzioni è riuscita a spaccare più di una volta critica e pubblico, perdendo quella garanzia di assoluta qualità che caratterizzava a priori ogni suo lavoro. Dunque un JRPG come Nier, si ritrova sulle spalle un grosso carico di responsabilità, primo fra tutti quello di dimostrare ai videogiocatori che tutta quell’aria di freddezza da parte dell’utenza che ha accompagnato il titolo fino alla sua uscita è del tutto privo di fondamento. Sarà riuscito nell’impresa?Sviluppato da Cavia e prodotto da Square Enix, Nier è un titolo piuttosto misterioso e di non facile catalogazione. Si propone infatti come JRPG, ma possiede degli elementi particolari presi da altri generi anche molto lontani. Indossati i panni di un padre alla disperata ricerca di una cura per la propria bambina, ci siamo addentrati in questa particolare avventura.

Lotta contro il fatoIn un mondo devastato da un male incontrollabile, Nier ci rende (almeno inizialmente) protagonisti di una vicenda estremamente intimista, dove un uomo di mezza età cerca di salvare sua figlia Yonah colpita dagli effetti di questa tragedia mondiale. In quest’ottica il titolo si spoglia di tutti i cliché narrativi tipici del settore che vogliono il nostro eroe prodigarsi per il bene dell’umana stirpe. Nulla di tutto ciò: il protagonista è da battezzare, come nei vecchi titoli di un tempo (e come alcuni recenti), e non è né bello né particolarmente virtuoso. Nonostante questi originali propositi, purtroppo la caratterizzazione di quest’ultimo è troppo poco approfondita per essere il principale personaggio di un JRPG, facendo brillare per risalto alcuni comprimari che ci accompagneranno durante il nostro percorso, tra cui Grimore Weiss, un simpatico (ma petulante) libro parlante che vi fornirà il maggior supporto nelle battaglie. I dialoghi con i compagni di avventure sono un elemento aggiuntivo decisamente godibile e danno spazio a battute che prendono in giro sia il gioco in sé che il genere di appartenenza, evidenziando la cura riposta dagli sviluppatori nello stilare una sceneggiatura accattivante. Peccato manchi la localizzazione in italiano, relegando la comprensione di trama e dialoghi solo a chi mastica abbastanza bene l’inglese.Osservando gli scontri, insieme ad altri elementi da corredo, ci si accorge della natura estremamente ambigua del titolo, difficilmente definibile in maniera limpida. In linea generale è un Action-Adventure che strizza molto l’occhio ad uno stile da hack’n’slash, con il nostro eroe che si farà strada a suon di fendenti e poteri magici; la differenza tra questi due diversi sistemi di offesa è decisamente sostanziale. Gli attacchi fisici difatti sono estremamente semplicistici, basilari, accompagnati da un elementare sistema di combo ed animazioni abbastanza grossolane, in cui rientra anche un sistema di difesa quasi superfluo una volta che avrete imparato a gestire le movenze di evasione. Tutt’altro discorso per gli elementi magici, sempre vari e suggestivi, che potranno essere usati tramite il consumo di una barra blu, che si ripristinerà semplicemente dopo alcuni secondi. Con il supporto di Weiss, darete vita a lance perforanti, pugni ben poco eterei e barriere difensive. Rispetto ad altri titoli, nei quali l’uso di questi elementi soprannaturali è spesso solo un optional che permette di avvantaggiarsi lievemente nelle battaglie, In Nier la magia è invece un elemento assolutamente fondamentale. Un esempio potrebbe essere il potere Dark Blast, che permette di scatenare una vera e propria raffica di proiettili magici dal basso consumo energetico. Una volta che userete questa abilità, il titolo, in alcune sezioni, assumerà altra veste trasformandosi in un vero e proprio sparatutto d’altri tempi, con rimandi ad uno Space Invaders decontestualizzato; affermazione ancor più fondata se si osservano i pattern di attacco dei nemici, che spesso, ricambiando il nostro colpo a distanza con la stessa moneta, daranno vita a delle vere e proprie coreografie magiche, figlie di un tempo di “spara ed evita”oramai trascorso. Questi effetti visivi saranno fruibili soprattutto una volta scesi in campo contro i numerosi boss di turno, alcuni dei quali degli ossi duri da mandar giù. Contro questi bestioni è sempre consigliata una tattica abbastanza mirata che ne individui i punti deboli. Una volta che uno di questi temibili avversari cadrà al suolo, si attiverà un coutdown che indicherà non solo il punto debole da colpire ma anche il tempo necessario per farlo; se sarete poco rapidi, il mostro ripristinerà una parte o l’intera barra vitale.

Vecchia scuolaTuttavia, l’anima del lavoro Square-Enix è classicamente da JRPG. Nier è tutt’altro che lineare, mettendo subito a disposizione un vero e proprio mondo in cui trascorrere numerose ore. Non crediate di trovarvi in un Oblivion o in un GTA qualsiasi: gli abitanti presenti saranno pochi, la natura mai articolata, e la varietà sarà ridotta ai minimi termini. Dunque non crediate di poter passeggiare allegramente tra le varie zone senza che un senso di vera e propria monotonia visiva non vi accompagni. Le faccende da sbrigare saranno comunque piuttosto numerose e variegate, suddivise tra quest principali e sottomissioni ottenibili da NPC sparsi nel gioco. Le prime verteranno sul ritrovamento di una cura per Yonah, che vi porteranno a visitare svariate realtà sociali. Durante il tragitto vi imbatterete in numerose figure interessanti, che arricchiranno una trama inizialmente poco dinamica ma assolutamente godibile sulla lunga distanza. Una volta che avrete compreso il vostro obiettivo, il gioco vi condurrà attraverso ambientazioni abbastanza modeste seppur stilisticamente ispirate. In tali frangenti sarete chiamati talvolta a risolvere semplici puzzle, o addirittura a superare sezioni in stile platform con tanto di visulae laterale. L’uso della telecamera, in Nier è difatti a dir poco creativo e cambierà spesso inquadratura, trasformando il gioco per alcune scene anche in in 2D alla Viewtiful Joe per intenderci. Tuttavia non ci spieghiamo perché aggiungere questi elementi assolutamente stonati nell’insieme. Purtroppo nonostante l’inserimento di queste fasi di gameplay sia una scelta a dir poco originale, il sistema di controllo non sempre ottimale, in particolar modo nella gestione del salto, renderà queste sezioni talvolta frustranti, soprattutto quando dovrete calcolare al millimetro la vostra traiettoria per non fare una brutta fine. Comunque, per la maggior parte dell’avventura, sarete chiamati a mettere in mostra le vostre capacità atletiche o a perdervi tra le numerosissime subquest. Da buon Gdr di scuola orientale queste ultime saranno di notevole importanza non solo per racimolare soldi da spendere tra empori ed armerie, ma anche per potenziarvi aumentando di livello. Peccato per la scarsa varietà; vi ritroverete spesso ad uccidere quel determinato mostro o ad andare a recuperare un oggetto o una missiva. E peccato soprattutto per una poco approfondita gestione del protagonista, che vi impedirà di forgiarlo al meglio nel dettaglio. La personalizzazione del personaggio sarà gestibile attraverso il libro magico, grazie al quale potremo visionare gli oggetti raccolti, le armi in possesso e il sistema di “word edit”, delle vere e proprie “parole” imparate una volta sconfitti determinati nemici che vi permetteranno di far aumentare le statistiche di ogni vostra mossa, magia o arma in uso. Anche quest’ultime avranno i propri livelli, e saranno potenziabili da un apposito fabbro una volta che gli avrete portato i giusti materiali da raccogliere in giro.

Il mondo che (non) vorreiE’ pur vero che non tutto si esaurisce in questi stereotipati clichè, con alcune chicche piacevoli che si discostano leggermente dalla normale routine. Ad esempio sarà possibile pescare, con un apposito sistema espressamente dedicato a questo fruttuoso hobby, oppure andare a caccia, con numerosi animali che caratterizzano la fauna locale. Nulla di troppo estroso comunque, con esseri zoomorfi abbastanza fedeli alla loro controparte reale. Il più grave problema di Nier, tuttavia, riguarda in maniera platealmente evidente il comparto grafico. I modelli poligonali sono poco definiti, le texture appaiono molto piatte, e le animazioni poco accattivanti. Lo stesso mondo di gioco nel quale vivremo è assolutamente privo di qualsivoglia caratteristica, dettaglio od orpello che avrebbe potuto rendere più gradevole il nostro viaggio. Tutto è estremamente spoglio e povero, e spesso ci si chiede se davvero sia stato concepito per console di attuale generazione. A compensare almeno in parte ci pensa uno stile azzeccato e particolarmente ispirato almeno per alcuni personaggi. Il sonoro invece è estremamente evocativo e orecchiabile, peccato però che degli insistenti motivetti vi accompagneranno in maniera a volte troppo ossessiva in ogni vostra gesta, facendovi premere il tasto mute del telecomando dopo poco tempo. In ultima analisi, il ritmo narrativo è assolutamente lento e poco incisivo, con un cambio di rotta da un certo punto in poi del gioco, in cui le vicende si susseguiranno in maniera più appassionante. Purtroppo però, il titolo tende a risultare monotono sulla lunga distanza, lasciando solo ai più coraggiosi il compito di portare a termine l’ultima fatica Square Enix

– Trama interessante

– Stilisticamente non banale

– Alcuni combattimenti soddisfacenti

– Tecnicamente obsoleto

– Gameplay claudicante

– Può risultare monotono

– Nulla di nuovo sotto il sole

6.5

Nier altro non è che la metafora vivente di caratteristiche di gameplay nipponiche cadute in disuso e vittime della loro stessa arcaicità. Un prodotto comunque sufficiente ma che non brilla in quasi nessun campo, partendo da un gameplay trito e ritrito e passando per elementi inflazionati da centinaia di produzioni simili. Un vero peccato, perché a Nier sarebbe bastato approfondire tutti gli aspetti originali introdotti per ottenere il perfetto mix. Invece il titolo si perde in sé stesso, assaggiando vari elementi di più generi, ma senza tracciare una linea guida che ne definisca almeno una portante. Né carne né pesce quindi, trainato solamente da un’ottima sceneggiatura, uno stile a tratti davvero bizzarro ed intrigante ed alcuni combattimenti strategici che rompono la noia.

Voto Recensione di Nier - Recensione


6.5