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Recensione

Narc

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Avatar di Crashman

a cura di Crashman

Pubblicato il 11/06/2005 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

4.5

Ogni volta che un gioco particolarmente violento irrompe sul mercato, si scatena un putiferio di critiche e dibattiti sulla legittimità di titoli di quel tipo. Il caso più famoso è quello della serie GTA, successo di critica e pubblico, ma anche campione di polemiche per i suoi contenuti moralmente scorretti. Ora è in vendita un nuovo titolo, NARC, remake di un gioco del ’90, dalla struttura simil-GTA, che mette il giocatore nei panni di un poliziotto (o meglio due) e lo invita a scegliere se camminare sulla sottile linea blu del poliziotto pulito, o prendere la strada dei depistaggi, delle mazzette, della violenza come sbirro corrotto (citazioni dal retro della copertina del gioco, per far comprendere di cosa si vantino gli sviluppatori del gioco, o chi per loro), e, aggiungo io, della droga: dubito che un simile livello di scorrettezza sia mai stato raggiunto in un videogame. Certo non è molto lontano da GTA, ma in quest’ultimo caso, oltre alla altissima qualità realizzativa, è presente una forte componente ironica che trasforma il gioco in una specie di esagerata satira sociale. In NARC invece nulla di tutto questo è presente: tecnicamente imbarazzante, gameplay datato e ripetitivo, e violenza gratuita, condita da assunzione di sostanze stupefacenti in grado di migliorare a tutti gli effetti le prestazioni di chi le prende, a partire delle forze dell’ordine, senza alcuna giustificazione. E pensare che il gioco originale prevedeva solo di stare dalla parte del giusto.La recensione potrebbe anche finire qua, ma come potrei privarmi del piacere di descrivere tutti i capitomboli di questo gioco?

Un gioco politicamente scorretto

Conclusa questa lunga ma doverosa introduzione ci tengo a precisare che il contenuto politicamente scorretto del titolo non ha assolutamente influito sulla valutazione del gioco, proprio in virtù del fatto che si tratta di una opinione personale, condivisibile o meno, e che poco interessa la questione prettamente ludica.Il gioco inizia subito nel peggiore dei modi: una intro in CG davvero pessima. Certo non sarà molto importante, ma lascia intendere quanto sia stato curato il titolo. Il seguito non è migliore. Una volta entrati nella partita vera e propria ci si ritrova subito a fare i conti con il pessimo sistema di controllo: il lock-on è scomodissimo e mal riuscito, e la precisione non migliora quando l’inquadratura passa alle spalle del poliziotto. Superata la prima fase che introduce ai combattimenti a fuoco si passa ad un noiosissimo tutorial, utile per imparare come comportarsi al cospetto dei malviventi. In seguito inizia il gioco vero e proprio, che ci porterà a vestire i panni di due agenti della NARC, che tentano di sgominare il traffico di una letale droga. Come detto in precedenza si potranno intraprendere due sentieri diversi: quello della giustizia e quello della malavita. Nei panni del poliziotto cattivo sarà possibile compiere azioni di tutti i tipi, inclusa la vendita, l’acquisto e l’assunzione di droghe, che avranno la funzione di power up; abusare di quest’ultima possibilità, però, può portare alla assuefazione e a conseguenti crisi di astinenza. Oltre a questo svantaggio, la strada del amorale porta anche alla diminuzione della reputazione che se diventa troppo bassa costringe a effettuare inutili e tediose sezioni di gioco, in cui riconquistare a suon di arresti i punti perduti. Non che il resto del gioco sia molto meglio di questa parte comunque. Partendo dalle location si può dire che sono troppo, ma davvero troppo, piccole, soprattutto se confrontate alle smisurate metropoli di GTA:SA, e monotone, sia dal punto di vista stilistico che per la presenza di soli due ambienti di gioco principali. Anche la libertà che dovrebbe caratterizzare un gioco di questo tipo è ridotta ai minimi termini, e le missioni sono dei capolavori di ripetitività. A tutto ciò si aggiunge l’assenza della possibilità di pilotare mezzi e la mancanza di una qualsiasi forma di multiplayer.

Tecnicamente parlando

E tutto il ben di Dio che ho descritto fino ad ora non è nulla confrontato all’aspetto tecnico del gioco. Ricordate le ombre circolari che si usavano più di dieci di anni fa? Bene, sono l’unico tipo di ombre presenti nel gioco, oltre a quella del personaggio che si controlla che è realizzata meglio. La qualità delle mesh e delle texture è a livelli bassissimi e il discreto numero di personaggi che il motore muove non riesce comunque a giustificare una tale mancanza di dettaglio, quasi da precedente generazione di console. Il tutto è condito da una infelice scelta cromatica, che seppure adatta al gioco (sia per l’atmosfera che per la qualità del titolo) risulta stancante e deprimente. Per pudore avrei evitato di parlare del sonoro, ma è un mio dovere e quindi mi tocca farlo. Preparatevi ad ascoltare poche musichette ripetute all’infinito, un doppiaggio fuori sincrono con le animazioni e degli effetti sonori che.. beh lasciamo stare.

– Ehm… nulla da segnalare

– Troppo da segnalare

4.5

A pensarci bene, forse, se avessi valutato anche la scorrettezza morale del gioco, la media totale sarebbe stata anche superiore, vista l’infima qualità del titolo. Non è possibile che esistano ancora titoli che si affidano esclusivamente allo scalpore che destano i contenuti per incentivare le proprie vendite, tralasciando completamente o quasi la parte ludica. Gli sviluppatori devono aver scelto la strada degli “sviluppatori cattivi”.

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