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Recensione

NBA Live 2004

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Avatar di Matty

a cura di Matty

Pubblicato il 28/11/2003 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.2

Gli statunitensi, si sa, si caratterizzano per dei gusti che noi europei siamo soliti definire quantomeno “strani”, se non addirittura “fuori di testa” (d’altronde, culture diverse hanno abitudini altrettanto variegate). Ebbene, in questa – oggettivamente esistente – miriade di usi e costumi totalmente differenti, ce n’è comunque più d’uno che accomuna il Vecchio Continente e l’America: fra i tanti, il basket è uno sport che sta diffondendosi in maniera sempre più capillare pure qui da noi, tanto che l’Eurolega può tranquillamente considerarsi competizione d’alto livello agonistico, e alcune squadre italiane – diciamolo – mostrano un gioco sicuramente piacevole. Certo, il richiamo dell’NBA è tutt’altra cosa: atleti leggendari, trasferte lunghissime, partite più che ravvicinate (altro che i nostri calciatori…), serate di grande spettacolo non solo sportivo, ma altresì culturale. C’è poco da nascondere: il basket americano ha una storia veramente degna di tale nome e possiede un enorme fascino.EA Sports ci propone, quest’anno, una versione rivista e corretta del suo NBA Live, che, nella precedente edizione, aveva parzialmente deluso i più esigenti, in quanto poco simulativo. La softco canadese ha infatti deciso di tornare sui propri passi, tentando, di fatto, di rimediare agli errori commessi.

Modalità di giocoIl prodotto ci dà l’opportunità di scegliere attraverso una notevole varietà di opzioni. Si va dalla classicissima e rapida Amichevole, utile per verificare velocemente le capacità della nostra squadra, passando poi per l’Allenamento individuale, con cui possiamo affinare le nostre abilità; si può poi accedere direttamente ai Playoff (con cui possiamo conquistare il titolo saltando la stagione regolare), od affrontare una faticosa, lunghissima Dynasty Mode, che implica la completa gestione di un team: ingaggi, scambi e licenziamenti di giocatori andranno ad affiancare le vittorie e le sconfitte che contraddistingueranno la nostra full season. Bisogna citare, ancora, l’Uno Contro Uno, modalità nella quale dobbiamo sfidare i migliori atleti che abbiano mai solcato i parquet di tutta America. Sono presenti inoltre dei gradevoli extra: accedendo alla modalità My NHL è possibile comprare particolari tipi di scarpe (sponsorizzate da marchi realmente esistenti), sbloccare nuove divise (comprese alcune di stagioni passate), fascette per capelli e via così, oltre che studiare numerose ed interessanti statistiche relativamente ai migliori cestisti ed allenatori dell’anno in corso e precedente.Quanto alle rose, il tutto è aggiornato alla stagione corrente: in più, è possibile giocare usando nientemeno che la nuova, nuovissima squadra di Charlotte – appena formata – che deve ancora esordire in NBA. Da notare che sono disponibili anche dei team All Stars, costituiti dai più forti giocatori di tutti i tempi.

GameplayLa prima vera novità che balza subito all’occhio riguarda il sistema di controllo, totalmente rivisitato, che consente ora di effettuare due differenti tipi di tiro: quello sotto canestro (compresa la schiacciata) e quello dalla distanza; inoltre, è stato introdotto il cosiddetto Pro-Hop, un movimento che vede il giocatore arrestarsi ed ingannare il difensore avversario per poi tirare. Non si dimentichi poi il Freestyle Control (che già si era fatto apprezzare nel prequel), del quale EA sembra essersi innamorata, attuabile tramite la levetta destra del pad, con cui possiamo dare sfogo alla nostra fantasia sbeffeggiando i rivali con spettacolari finte. Questa serie di innovazioni porta un gran giovamento alla giocabilità del titolo EA Sports, che pare finalmente essersi distaccato dalla parola “arcade” in favore di un approccio più realistico alla disciplina.Le partite sono di certo più impegnative da vincere e le difese avversarie si dimostrano assolutamente degne del ruolo che ricoprono; c’è anche da segnalare il fatto che i tiratori commettono molti più errori che in passato e dalla distanza è estremamente difficile segnare diversi canestri di seguito, a meno che non si stia usando un team All Stars. Solo la corretta esecuzione di finte e contro-finte e la messa in opera di un bel gioco di squadra permettono ora il raggiungimento della vittoria, traguardo, questo, altrimenti quasi impensabile.Per quanto riguarda i tiri liberi, si prende la mira cercando di fermare due “barre” (che scorrono l’una in senso verticale e l’altra in orizzontale) nel mezzo del rettangolo sovrastante il canestro: i giocatori più abili vedranno le due strisce scorrere lentamente, mentre il fatto di trovarsi ad utilizzare quelli più scarsi aumenterà ovviamente la difficoltà nell’esecuzione. Detto questo, va precisato che la curva di apprendimento è comunque ben lungi dall’essere troppo ripida, anzi, il gioco sa coinvolgere da subito l’utente meno esperto al pari del veterano.Tra i difetti, uno dei maggiori riguarda probabilmente una fisica del pallone non perfetta, che però si rivela globalmente più che passabile; è brutto poi notare una non incredibile IA che caratterizza gli atleti senza palla, spesso immobili e con un comportamento troppo poco aggressivo.

GraficaElectronic Arts ha da sempre prestato un occhio di riguardo ai suoi prodotti, e NBA Live 2004 lo conferma. I volti e le espressioni facciali dei giocatori sono riprodotti in modo eccezionale, così come di grande impatto risulta la realizzazione dei vari stadi; piacevoli anche i riflessi sul parquet, per quello che è un livello di dettaglio complessivamente molto alto.Un gran lavoro è stato svolto relativamente alle animazioni: alcuni sportivi hanno infatti prestato le loro movenze per il motion capture, e il risultato finale è buono. Ma non superbo. Ogni tanto, difatti, i movimenti appaiono un tantino legnosi, poco naturali, mentre altre volte, per contro, si dimostrano pressoché perfetti.Ma la sensazione generale è quella di assistere ad uno spettacolo vero e proprio, ad un match reale, grazie pure a dei replay favolosi che elevano al quadrato la già inequivocabile bellezza del basket virtuale EA. Stonano soltanto certi sporadici rallentamenti, dovuti forse ad una mancata ottimizzazione del codice, che, sebbene non inficino l’esperienza di gioco, potrebbero infastidire.

SonoroL’atmosfera creata dall’assordante tifo del pubblico è davvero di prim’ordine. Altrettanto azzeccati gli effetti sonori che riproducono i rimbalzi del pallone. La telecronaca, inoltre (in lingua inglese), si rivela una delle migliori mai ascoltate, l’ideale per godersi i match.Le musiche sono invece di carattere rap e hip-hop, rischiando di divenire non propriamente soddisfacenti per chi non ama il genere.

Longevità e multiplayerE’ innegabile che NBA Live 2004 sia un videogioco dalla longevità molto alta: merito, fra l’altro, di una modalità multiplayer che si dimostra, in definitiva, molto divertente, capace di far inserire il disco nella console anche “per una partita veloce”.L’interminabile Dynasty Mode e la presenza di simpatici extra fanno sì che la vita del prodotto risulti poi ancora più lunga.

– Tecnicamente buono

– Più realistico della versione precedente

– Apprezzabile la varietà di modalità

– IA dei giocatori senza palla non eccezionale

– Qualche problema con le animazioni

8.2

Con NBA Live 2004, EA Sports migliora in toto la sua creazione videoludica, correggendo tutto quanto non aveva convinto nella versione precedente. Ottima si è rivelata la decisione di intraprendere una strada certamente più impegnativa, ma altrettanto appagante: quella del realismo.

Pare proprio che EA abbia voluto dare un (giustificato) taglio netto col passato, sposando una filosofia che alla lunga saprà riservarle maggiori soddisfazioni. Perché se è vero che la serie NBA Live aveva fin qui saputo vendere molto bene, sarebbe forse stato impossibile accettare un altro sportivo orientato verso l’arcade.

Il comparto audiovisivo si attesta, dal canto suo, su standard molto buoni, e il Dynasty Mode ha saputo conferire sia alla giocabilità sia alla longevità del titolo quella (lecita e desiderata) marcia in più. Tanto di cappello.

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