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Recensione

Monster Energy Supercross, Recensione

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Avatar di Matteo Bussani

a cura di Matteo Bussani

Pubblicato il 14/02/2018 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Monster Energy Supercross è finalmente arrivato al traguardo della recensione. Il titolo sotto licenza di Milestone dedicato alla disciplina americana del Supercross porta da oggi lo show motociclistico d’oltreoceano sulle console di nuova generazione, Nintendo Switch e PC compresi. Show perché gli sport a stelle strisce sono ancora fortemente legati al concetto di stadio, al concetto di pubblico, che implicano un coinvolgimento a 360°. In questa direzione erano volti gli sforzi della software house milanese, che ha cercato di interpretare con tale chiave di lettura l’esperienza maturata con anni di MXGP e le nuove possibilità tecniche di un Unreal Engine che dà limiti soltanto all’immaginazione. 
Monster Energy Supercross, essendo un prodotto su licenza, ha l’obbligo di replicare in maniera quanto più fedele possibile alla realtà l’esperienza in-game: dai meccanismi delle gare e dal gameplay per estendersi al più piccolo elemento di contorno, tra stadi ufficiali, piloti, ma anche buttpatch riprese identiche dalle controparti reali: tutto cerca di immergere il giocatore nel contesto che vive settimanalmente l’appassionato di questo sport. 
Nonostante ciò, è innegabile che il coinvolgimento del poter partecipare in prima persona ai circuiti di competizioni della supercross abbia un appeal videoludico tale, che la prima cosa che siamo chiamati a compiere nel gioco, una volta entrati nella carriera, è quella di creare e personalizzare il nostro alter ego virtuale. Prendendo le sue parti o quelle di un corridore vero, in modalità giocatore singolo veniamo così chiamati ad affrontare 4 diversi tipi di competizioni: gara veloce, time attack, campionato e carriera. Tutte di ovvia comprensione, con l’ultima che richiede un minimo di approfondimento. Ricordiamo che tramite le impostazioni si può decidere se partecipare a gare singole o a interi weekend di gara, seguendo per filo e per segno i passaggi reali della competizione. Nella carriera dapprima è necessario affrontare una stagione nella categoria 250 a scelta tra East e West, caratterizzata da moto poco potenti e più facili da manovrare, e con un numero di competizioni minore (in totale nove). Una volta terminata sarà il momento di passare alle 450 dove invece le difficoltà saranno decisamente superiori e il numero di gare arriverà a 17. 

Gareggiando si guadagnano crediti ed esperienza. I primi che ci consentono di ottenere nuovi parti per la moto, secondo un meccanismo estetico e di performance molto semplice, e renderla sempre più competitiva, mentre i secondi danno accesso a nuovi pezzi estetici e nuovi sponsor, ciascuno con esigenze di risultato crescenti ma con altrettanto crescenti ricompense. Un circolo fin troppo virtuoso che ci farà dimenticare di queste due variabili nel giro di poche gare, con le disponibilità economiche che saranno praticamente illimitate dopo poche ore. In questo senso, la progressione offerta dalla modalità carriera risulta molto lineare, non eccessivamente intrigante e fin troppo semplice da gestire. A migliorare la situazione è una semplice schermata che al termine delle gare ci ricorda alcuni obiettivi particolarmente lontani, corrispondenti a dei trofei rari, mostrandoci sempre la percentuale di completamento, così da spingerci a continuare a gareggiare. Niente di incredibilmente coinvolgente, ma sicuramente un’idea efficace che ci aspettiamo di ritrovare anche in futuro. 
Ad arricchire il ventaglio di modalità troviamo un multiplayer tanto semplice quanto efficace (solo eventi) e un interessante editor dei tracciati. Quest’ultimo, invece, offre un tool veloce e chiaro per realizzare un circuito completamente personalizzato, si sceglie lo stadio e pezzo per pezzo ci si costruisce il percorso. Oltre al tempo da dedicare al tutorial, non dovrete perderne altro per apprendere i segreti della creazione, visto che l’intuitività è padrona della scena. Una volta completato il capolavoro bisognerà aspettare che l’intelligenza artificiale compia un giro, per validarlo e pubblicarlo online. Dalle modalità in singolo e multiplayer sarà possibile accedere a questi circuiti semplicemente scegliendo l’opzione tracciati online prima di proseguire con la selezione delle altre impostazioni. La community poi potrà votare il circuito così che i posteri avranno un ulteriore metro di valutazione oltre al numero di download per scegliere la location della competizione. 
Passando al gameplay, il gioco offre un’evoluzione di quanto visto in MXGP3, da cui riprende gran parte della base tecnica. Supercross risulta infatti molto legato a questo titolo al primo impatto, anche se nel dettaglio dimostra di aver una maggiore reattività nel controllo del mezzo, soprattutto nello stretto, necessaria per affrontare la forma più arzigogolata delle piste. La struttura si avvicina così ai canoni arcade senza abbracciarli del tutto. Con la fisica normale ed esclusi gli aiuti, si notano le differenze nel controllo del mezzo, pur senza che esse diventino un impedimento alla guida. Guidare in Monster Energy Supercross è appagante e, una volta appresa la morfologia dei tracciati, diventa ancora più soddisfacente riuscire a chiudere la curva senza toccare gli ostacoli sulla strada o calibrare alla perfezione la lunghezza di un salto. Con il bagnato, poi, si sente distintamente la perdita del posteriore in accelerazione, ma laedifficoltà nel rimanere in piedi non cambiano più di tanto. Affrontare il discorso sull’intelligenza artificiale, ci porta ad analizzare sia comportamenti molto intelligenti dei piloti nella risoluzione di alcune curve e salti, ma talvolta anche molto stupidi. Ogni tanto gli avversari si cimentano in sezioni rapidissime, ma può essere che ti cadano davanti agli occhi senza apparente motivo, finendo in un contatto non necessario con gli avversari che causa poi un effetto domino. Per fortuna il contatto è gestito in maniera furba da parte del motore di gioco che, soprattutto per agevolare la parte iniziale, non si accanisce contro piccole collisioni lasciando al giocatore il controllo dei pesi del mezzo e quindi della sua sorte.
Tecnicamente su PS4, il lavoro svolto è di qualità altalenante. Se in molti aspetti, tra cui l’illuminazione e i riflessi, i modelli delle moto e la riproposizione dei tracciati, realizzati a regola d’arte, riscontriamo una realizzazione ottima; dall’altro è doveroso ammettere che troppo spesso, soprattutto in presenza di molti altri concorrenti, il frame-rate scende sotto la soglia dell’accettabilità, i caricamenti non sono velocissimi e qualche bug affligge il titolo, sia di carattere grafico e fisico, sia proprio di sistema. E’ capito che al termine di alcune competizioni online il gioco brutalmente andasse in crash. Ai bug fisici, però, dobbiamo opporre una notevole resa del terreno sul lato fisico e quello grafico, decisamente migliorata rispetto a quanto visto in MXGP3.
Su PC, invece, la situazione è molto diversa con un dettaglio raggiungibile assolutamente incredibile e molti meno problemi. A dimostrazione del fatto che è il fattore ottimizzazione su cui, per quanto possibile, bisogna ancora lavorare. 

– Sistema di guida efficace

– Graficamente migliora parecchio da MXGP3…

– Editor dei tracciati ben implementato e inserito

– Realizzazione dei tracciati

– Carriera lineare

-… ma non elimina tutti problemi

– Qualche glitch di troppo

7.5

Monster Energy Supercross su PS4 è un gioco che significa molto per Milestone: segna un ulteriore miglioramento tecnico dei prodotti della software house e si apre all’inedito pubblico del Supercross che con l’editor dei tracciati può partecipare attivamente alla crescita del titolo. Certo, qualche problemuccio di troppo c’è e avremmo gradito qualche simpatica aggiunta sul lato del single player, per ravvivare l’offerta di una carriera che dopo qualche ora si è mostrata in tutte le sue forme; ma per il resto ci troviamo di fronte a un buon titolo che può riservare a tutti gli appassionati ore di divertimento.

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