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Recensione

Mirror's Edge Catalyst

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 07/06/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

Il primo Mirror’s Edge fu per la scorsa generazione un interessante esperimento capace di coniugare la libertà di movimento tipica del parkour a un modo tutto nuovo di interpretare la visuale in prima persona. Ciò che ne uscì fuori fu un titolo dalla forte carica innovativa ma ancora troppo acerbo per essere accolto con clamore da critica e pubblico, che pur riconoscendone le potenzialità non poterono fare a meno di evidenziarne le limitazioni più evidenti. A distanza di diversi anni, DICE rielabora quell’interessante concept, lo espande in modo intelligente e ne affina tutte le caratteristiche di spicco, col duplice intento di rilanciare la serie in grande stile e darle una nuova dimensione.
The joy of motion
Mirror’s Edge Catalyst testimonia la piena maturazione del franchise, adesso finalmente pronto per sfruttare appieno tutte le ottime intuizioni su cui si basava il capostipite. Faith è ora un personaggio finalmente ben caratterizzato, più dinamico, deciso, dal background più strutturato e dalle motivazioni più chiare, ed è anche libero dal controverso doppiaggio in italiano di Asia Argento che si rivelò a conti fatti inadeguato. 
L’iconica runner dai tratti orientali è inserita all’interno della città di Glass, divisa in distretti liberamente esplorabili che ampliano il raggio d’azione e offrono una quantità maggiore di mansioni da portare a termine. Quella che dall’esterno appare come una città immacolata, altamente tecnologica e libera, nasconde al suo interno un terribile segreto, legato a doppio filo alla volontà di controllo totale di una super corporazione senza scrupoli che sta soggiogando la popolazione. Sullo sfondo delle torbide vicende che consumano lentamente l’avveniristica città, viene sviluppata anche la storia personale di Faith e dei comprimari che appaiono nel corso dell’avventura, e sebbene il filone principale sia autoconclusivo, giunti alla fine rimarranno ancora degli interrogativi irrisolti che lasciano ben sperare per il futuro della serie, anche in riferimento a uno sviluppo crossmediale del franchise. 
Di Mirror’s Edge Catalyst bisogna elogiare soprattutto il modo in cui è stata sviluppata la cosiddetta “full body experience“, che si avvantaggia di una gamma più ampia di movimenti e spazi più ragguardevoli per raggiungere una credibilità maggiore e un senso di velocità davvero appagante. Basti pensare infatti che Faith ha adesso un albero delle abilità attraverso cui si possono sbloccare diverse skill inserite in tre macrocategorie: movimento, combattimento e attrezzatura. Gli upgrade della prima, oltre a includere le azioni classiche viste nel primo Mirror’s Edge, prevedono anche lo slancio per raggiungere zone sopraelevate, sfruttano con efficacia le movenze di raccordo in prossimità degli angoli ciechi e donano a Faith una disinvoltura e una leggiadria senza eguali, in grado di dare piena soddisfazione al giocatore quando riesce a percorrere un tragitto impervio senza commettere errori. Naturalmente, considerando che le opzioni preimpostate prevedono sin troppe indicazioni sulla strada corretta da intraprendere, il consiglio è di scegliere l’impostazione classica coi punti d’interazione colorati di rosso, oppure di escludere totalmente gli aiuti e lasciarsi guidare dall’istinto. La difficoltà maggiore dipende infatti proprio dalla capacità di orientamento sui tetti della città e non di certo dagli scontri coi nemici, che diverranno piuttosto semplici già dopo pochi minuti. Il sistema di combattimento, a tal proposito, oltre a essere molto più vario ha dato a Faith tutti gli strumenti per non lasciarsi impensierire dalle cinque tipologie di nemici umani presenti nel gioco, complice anche un’intelligenza artificiale non tra le migliori in quanto a reattività e organizzazione di gruppo.
Physical Education
Le abilità dedicate al combattimento permettono a Faith di resistere meglio ai colpi subiti, caricare una sorta di scudo cinetico restando sempre in perpetuo movimento e disporre di diverse soluzioni per avere sempre la meglio anche contro avversari armati. Quando vi ritroverete contro un gruppetto di quattro avversari è davvero difficile soccombere, poiché potrete infliggere attacchi in volo, deboli, forti e da diverse direzioni; potrete anche scansarvi agevolmente, spingere una guardia addosso all’altra, oltre un parapetto o sfruttare lo slancio della scivolata per assestare un potente calcio. E ben prima della metà dell’avventura è possibile sbloccare un’abilità che consente di stordire i nemici per qualche secondo. Si poteva insomma fare di più per innalzare la difficoltà media degli scontri, soprattutto perché Mirror’s Edge Catalyst è studiato in modo tale da renderli necessari solo nelle fasi di sbarramento. Le animazioni di reazione dei nemici sono inoltre poco spontanee e la resa di alcuni impatti è poco credibile, in particolar modo quando provocate brevi reazioni a catena tra due soldati.
Un altro aspetto della produzione poco convincente è la struttura delle missioni secondarie, davvero sin troppo simili tra loro e poco stimolanti. Nella maggior parte dei casi dovrete muovervi da un punto A a un punto B in un lasso di tempo prestabilito, con alcune varianti che incidono poco sull’effettiva varietà e complessità delle side quest. Più interessanti sono invece le brevi missioni slegate dalla storia principale, che vanno ad approfondire alcuni aspetti della città e dei personaggi che Faith incontra durante l’avventura, così come d’interesse è il multiplayer asincrono che prevede la presenza di leaderboard coi tempi migliori.
L’aggiunta più rilevante dell’equipaggiamento di Faith è senza dubbio la corda MAG, con la quale è possibile – solo in alcuni punti specifici – oscillare e superare le distanze tra un palazzo e l’altro, effettuare delle traversate verticali e tirare via degli ostacoli che bloccano il passaggio. Nonostante si tratti di una buona idea, va ammesso che la capacità di offrire maggior spazio di manovra è prerogativa solo di alcune specifiche sezioni.
Fede tecnologica
Al di là di alcune problematiche minori, Mirror’s Edge Catalyst è una produzione davvero molto curata e sviluppata con attenzione ai particolari. Lo si evince dal modo in cui ogni singolo aspetto è stato migliorato e da come il rilancio della serie sia stato pensato per adattarsi alle esigenze del mercato moderno. Sebbene la città di Glass non raggiunga l’estensione e la densità degli open world  visti nelle opere più acclamate, la sua struttura è ben organizzata e le missioni sono dislocate con un certo criterio. A Faith è stata poi donata una maggiore consapevolezza del proprio corpo, e questo è certamente uno degli aspetti che i giocatori apprezzeranno di più, in special modo quando acquisiranno la piena dimestichezza dei comandi. Tecnicamente, poi, su Mirror’s Edge Catalyst è stato fatto un lavoro semplicemente encomiabile. Lo abbiamo testato su un PC che monta un i7, 16 giga di RAM e una GTX N780 OC Twin Frozr: coi dettagli a Ultra il gioco non ha mai avuto un tentennamento e manteneva costantemente i 60 frame al secondo, a dimostrazione di una ottimizzazione realizzata davvero a regola d’arte. Artisticamente, Catalyst riprende lo stile del capostipite, proponendo un’ambientazione dal grande fascino dove imperano i colori saturi, gli interni immacolati e le architetture futuristiche di una metropoli sull’orlo della “deumanizzazione”.
Ottima è anche la gestione della maturazione della protagonista, anche al di là delle sviluppo graduale delle abilità: dall’inizio alla fine dell’avventura, Faith lascia percepire al giocatore una crescita personale che si accompagna alle vicende del suo sfortunato passato, al turbolento presente e alle pericolose conseguenze pronte a cambiare per sempre il futuro della città. Si tratta insomma di un titolo che dimostra un salto qualitativo evidente, se rapportato al primo Mirror’s Edge, ma è vero anche che ha ancora ampi margini di miglioramento.

HARDWARE

MINIMI:S.O.: Windows® 7 a 64 bit (con il più recente Service Pack)CPU: Intel i3-3250/AMD FX-6350 (Nota: Mirror’s Edge Catalyst richiede almeno 4 processori logici per funzionare)RAM: 6 GBDISCO RIGIDO: almeno 25 GB liberiVIDEO: NVIDIA GeForce® GTX 650 Ti 2 GB o superiore/AMD Radeon™ R9 270x o superiorePERIFERICHE: tastiera e mouse, controller con levette analogiche

CONSIGLIATI:S.O.: Windows® 10 a 64 bit (con il più recente Service Pack)CPU: Intel Core i7-3770 a 3,4 GHz/AMD FX-8350 a 4 GHzRAM: 16 GBDISCO RIGIDO: almeno 25 GB liberiVIDEO: NVIDIA GTX970 4 GB o superiore/AMD Radeon™ R9 280x 3 GB o superiorePERIFERICHE: tastiera e mouse, controller con levette analogiche

– Mondo di gioco con tante possibilità d’approccio

– Ambientazione più vasta e articolata

– La storia è ben strutturata e Faith è ora un personaggio caratterizzato meglio

– Comparto tecnico di alto livello, con una ottimizzazione soddisfacente

– Intelligenza artificiale deficitaria

– Missioni secondarie poco varie e stimolanti

– Combattimenti sin troppo semplici

8.5

Mirror’s Edge Catalyst migliora in toto il concept del primo capitolo, espandendo a dismisura l’ambientazione, approfondendo la storia dei personaggi e del mondo di gioco, e offrendo più strumenti al giocatore per fargli assaporare il senso di libertà che solo una città vista dall’alto può dare. La serie, adesso, ha certamente imboccato la via più giusta e si è liberata di molte limitazioni che hanno tarpato le ali al capostipite.

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