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Recensione

Medal of Honor: Airborne

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Avatar di Falconero

a cura di Falconero

Pubblicato il 19/12/2007 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7.5

Medal of Honor è uno dei franchise più noti ed apprezzati da tutti gli appassionati di first-person shooters ispirati alla Guerra Mondiale. Sin dagli albori della serie, nell’ormai lontano 1999 con il primo capitolo per PSOne, Electronic Arts ha saputo stupire per la fedeltà storica relativa alla narrazione, ma soprattutto alla riproduzione delle ambientazione e dell’atmosfera bellica; ora, a distanza di quasi dieci anni da quella data, ci ritroviamo ad analizzare Medal of Honor: Airborne, nuovo capitolo di quest’intramontabile serie, ambientato, ancora una volta, durante la Seconda Guerra Mondiale. Preparate il vostro elmetto, si va in trincea!

Verso la liberazioneMedal of Honor: Airborne narra, con estrema fedeltà storica, gli eventi che riguardano lo sbarco in Sicilia ad opera delle forze Alleate nel Luglio del 1943. Come molti di voi sicuramente sapranno, in tale data, l’esercito dell’Alleanza iniziò l’occupazione delle Sicilia con il solo obiettivo di opporsi alle forze dell’Intesa, al fine di liberare l’Italia da ogni forma di regime. Nel corso della vostra missione, che intraprenderete vestendo i panni del soldato Boyd Travers, dovrete quindi vedervela sia con soldati tedeschi che italiani, tutti intenzionati ad ostacolare la vostra corsa verso la liberazione della penisola. Tali nemici saranno inoltre divisi per rango, il che determinerà una differenza tutt’altro che marginale nel loro comportamento durante i conflitti a fuoco; indipendentemente dal loro grado, noterete purtroppo un’intelligenza artificiale non particolarmente sviluppata che potrebbe portarvi ad avanzare all’interno del territorio senza particolari sforzi. Ad ogni modo, i giocatori più esperti potranno comunque “testare” le proprie abilità selezionando un livello di difficoltà più alto che, al contrario degli altri – nello specifico “normale” – potrebbe stimolarvi più di quanto possiate immaginare. A questo si andrà poi ad aggiungere una totale libertà di movimento che potrebbe creare una serie di varianti a cui potreste non essere pronti a rispondere; all’inizio di ogni missione, vi verrà infatti mostrata una mappa della zona presidiata dal nemico, dove verranno evidenziate le “zone calde”, e cioè le più pericolose, e le “zone verdi” ovvero quelle che vi permetteranno di entrare in azione senza alcun tipo di imprevisti. Subito dopo il breve “briefing” vi ritroverete su un aereo, pronti a paracadutarvi al suolo. In questi frangenti, mediante un fedele paracadute, potrete orientarvi in modo da atterrare nel luogo desiderato; una volta al suolo avrete la facoltà di scegliere il percorso che vorrete, a patto che portiate a termine gli obbiettivi prestabiliti. Tale realizzazione, sostanzialmente atipica rispetto alla stra-grande maggioranza degli FPS attualmente disponibili sul mercato, vi darà un senso di grande coinvolgimento, che renderà le vostre sessioni di gioco sicuramente più durature. Per fronteggiare la minaccia tedesca avrete a disposizione una notevole varietà di armamenti – tutti perfettamente riprodotti per adattarsi al contesto storico – che varieranno per tipologia, forza e caratteristiche estetiche. Nel corso del gioco avrete la possibilità di trasportarne tre contemporaneamente, suddivise in arma primaria, solitamente la più potente, arma secondaria ed arma laterale (una pistola per situazioni di emergenza). E’ inoltre importante sottolineare che qualsiasi strumento di morte su cui riuscirete a mettere le mani, potrà essere personalizzato e di conseguenza potenziato, con il passare del tempo.

GameplayIl gameplay si dimostra più che sufficiente, pur mostrando alcuni difetti tutt’altro che trascurabili. Il sistema di puntamento ad esempio, potrà suscitare in più di un’occasione ira e frustrazione a causa di una scarsa precisione con gran parte delle armi; ad eccezione di quelle a colpo singolo, noterete infatti una costante diminuzione della vostra mira, che, nella maggior parte dei casi, potrebbe condurvi ad una morte prematura. Inoltre, indipendentemente dall’arma utilizzata, potreste talvolta vedere i vostri proiettili mancare totalmente il bersaglio, anche dopo aver accuratamente mirato al corpo del nemico; tali situazioni non si verificheranno con regolarità, ma potrebbero comunque dare origine a frangenti di serio pericolo, che potreste non essere preparati a fronteggiare. Sebbene tutto questo possa in qualche modo incrementare il realismo complessivo, la difficoltà che ne deriverà, potrebbe scoraggiare alcuni tra i videogiocatori meno esperti; al contrario, se vi consideraste dei veri “harcore gamers” potreste aver trovato una sfida degna di questo nome. Ogni arma vi darà infatti una sensazione di fuoco totalmente diversa dalle altre, aumentando sia la difficoltà generale per padroneggiare adeguatamente ogni strumento, ma al contempo, favorendo un maggior coinvolgimento nella realtà bellica. Starà quindi a voi cercare l’arma più “congeniale” alle vostre caratteristiche.

Comparto TecnicoDal punto di vista tecnico MoH Airborne si attesta su degli standard di assoluta sufficienza, pur non eccellendo sotto alcun aspetto. Per quanto riguarda il comparto grafico la realizzazione è sicuramente sopra la media, nonostante alcuni elementi possano palesare una realizzazione forse troppo “affrettata”; i modelli poligonali dei personaggi sono infatti di buona fattura, ma osservandoli da brevi distanze, potreste soffermarvi su delle texture non particolarmente pregevoli. Tralasciando una scarsa pulizia d’immagine in alcuni frangenti dell’avventura, la realizzazione complessiva denota una grande cura dei dettagli, che renderà il contesto proposto del tutto fedele a quello “originale”; le vie di Adanti e di tutte le altre locations all’interno delle quali vi ritroverete a combattere sono infatti curate nel dettaglio, al fine di garantire una notevole sensazione di realismo. Lo stesso discorso vale anche per la realizzazione degli armamenti, ognuno dei quali appare definito nei minimi dettagli. Tutto questo determinerà un grande coinvolgimento, specialmente nel caso in cui nutriste interesse verso questo periodo storico. Il comparto audio è anch’esso di ottimo livello, rivelandosi determinante per accrescere l’atmosfera bellica proposta da EA. Il doppiaggio è intenso ed emozionante, specialmente nel corso dei conflitti a fuoco; in tali situazioni udirete le grida di compagni bisognosi di aiuto, o addirittura le direttive che i gerarchi nazisti impartiranno ai propri sottoposti per ostacolare la vostra avanzata. Tutto questo accrescerà esponenzialmente il coinvolgimento dell’esperienza di gioco, proiettandovi anima e corpo nel vivo dell’azione. Gli effetti sonori, ben realizzati e sostanzialmente realistici, sono di pregevole fattura e godono di una notevole varietà; ogni armamento avrà infatti un suono differente sia in fase di ricarica che durante gli scontri a fuoco, favorendo così una diversa sensazione di combattimento in base allo strumento di morte che deciderete di utilizzare.

– Fedele al periodo storico

– Notevole varietà di armamenti

– Totale libertà d’azione

– Comparto grafico migliorabile

– Poche innovazioni

– Qualche difetto nel gameplay

7.5

Tralasciando alcuni difetti, come ad esempio la scarsa intelligenza artificiale e la mancanza di vere e proprie innovazioni rispetto alle passate edizioni della serie, Medal of Honor: Airborne si dimostra un FPS valido e divertente. Grazie a una realizzazione tecnica di tutto rispetto e a un gameplay dotato di discreta profondità, avrete l’opportunità di vivere la Seconda Guerra Mondiale con un tale realismo da lasciare a bocca aperta qualsiasi appassionato di storia. In definitiva, se foste alla ricerca di un FPS in grado di garantire qualche ora di divertimento sia da soli che on-line, l’ultima fatica di Electronic Arts potrebbe davvero fare al caso vostro; al contrario, se foste intenzionati a provare qualcosa di nuovo, che si discosti dai canoni tipici che contraddistinguono questo genere videoludico, potreste giudicare MoH Airborne un titolo troppo “classico” per quelle che sono le vostre aspettative.

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