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Recensione

Madden NFL 17

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Avatar di ViKtor

a cura di ViKtor

Pubblicato il 09/09/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

8.5

E’ settembre e per noi videogiocatori il ritorno dalle vacanze è dolce. Se siamo appassionati di sport e simulazioni sportive, poi, è glassato. Per tutti è l’ora della becera guerra FIFA vs PES, per molti è il preludio all’arrivo di NBA 2K e per pochi invasati è l’occasione per giocare a Madden e ingannare così l’attesa verso il Kick Off del Football Americano. Preparate gli hot dog e le birre, it’s Madden Time, e quest’anno è davvero di alto livello.

“Più duro lavori, più difficile diventa arrendersi”
Che si respiri aria nuova lo si capisce da come viene accolto il giocatore: neanche il tempo di studiare i menu che si è caldamente invitati ad affrontare il completissimo training mode, al solito composto da diverse prove di difficoltà crescente. Questa serie di drill, in realtà, è fondamentale per assimilare alcune introduzioni di grande impatto sul gameplay. Madden NFL 17 riparte proprio da qui, dal cercare di bilanciare in modo definitivo l’attacco, ricalcolando l’efficacia di ogni fase offensiva. E raggiunge il suo obiettivo.
Il focus è stato posto in particolare sul gioco di corse e sui suoi interpreti. Controllare un running back è ora esercizio che richiede più tempismo e più attenzione, ma che ripaga con moneta sonante. Questo grazie a due fattori principali: primo, i movimenti classici del ruolo come spin, juke e stiff-arm ingannano meglio i difensori; secondo, la linea di attacco legge con più attenzione lo schema ed è in grado di aprire varchi maggiori.
E’ logica conseguenza che a beneficiarne siano soprattutto i top-player del calibro di Adrian Peterson e Demarco Murray, adesso in grado davvero di uscire da situazioni scomode come accade nella realtà. La fedeltà generale ne esce indubbiamente rafforzata e finalmente le franchigie più orientate al gioco a terra differiranno in modo tangibile da quelle in possesso di quarterback fenomenali.
Più corse non significa, però, meno passaggi. Anche i lanci sono stati leggermente rivisti, ridimensionando il controverso Aggressive Catch ed incrementando la IA di una defensive line decisamente più attenta sugli screen pass. Niente più giocate specializzate con il 90% di possibilità di riuscita, ma una grande varietà di opzioni tra le quali scegliere e di cui fidarsi in egual misura. Ovvero, tanto bilanciamento, perfezionato ulteriormente dal nuovo sistema di calcio per punt e field goal che va a sostituire l’ormai anacronistica barra.
Spiegato in questo modo, sembra tutto complesso e inaccessibile per i neofiti. In realtà, Madden NFL 17 è uno degli episodi più user-friendly della saga, grazie ai tutorial approfonditi e ai suggerimenti sui tasti da premere che, alle difficoltà Rookie e Pro, trasformano le corse in una sorta di QTE preparando così anche chi non mastica pane e football ad alzare gradualmente l’asticella. Un altro grande pregio di un titolo che, pur forte del monopolio sul mercato, ha saputo fare qualche passo indietro e rivedere la propria filosofia.
Magnati e Head Coach
Una volta presa confidenza con le novità del gameplay è il momento di indossare le protezioni e scendere in campo, e il modo migliore per farlo è approcciare il rinnovatissimo Franchise Mode. Il lavoro di EA si è concentrato principalmente nell’elaborare i feedback della community, da sempre particolarmente legata a questa modalità.
Una delle critiche maggiori che si poteva muovere in passato, e sulla quale eravamo perfettamente d’accordo, era il poco interesse verso le attività “secondarie”, ovvero tutto ciò che il Franchise proponeva a calendario tra una partita di regular season e l’altra. Molti giocatori tendevano a simulare queste mansioni, relegandole alla CPU e lasciando che fosse la IA a gestire allenamenti, crescita dei giocatori e gestione del roster. Era facile, in questo modo, arrivare ai play off con una squadra migliorata in ogni settore senza il minimo sforzo, fino a stravincere, in alcuni casi, il Superbowl. Oggi non è più così: a partire dal Draft, più realistico e complesso, fino agli allenamenti della squadra riserve, tutto va gestito in prima persona. E’ la stessa interfaccia di gioco che spinge a farlo, proponendo in modo semplice ed esaustivo le attività giorno per giorno e consigliando su quali settori focalizzarsi, fissando peraltro determinati obiettivi da raggiungere durante le partite.
Quelle appena descritte sono introduzioni importanti, ma ciò che cambia in modo davvero drastico il Franchise è il Play the Moments. All’avvio di ogni match è possibile decidere se affrontare interamente i quarti, se controllare solo le azioni di difesa o di attacco oppure, e qui risiede la novità, se giocare esclusivamente alcuni momenti “caldi” scelti dalla CPU considerando parametri quali punteggio, minuti rimanenti o importanza del down. Per quanto possa sembrare che l’esperienza classica ne esca snaturata, il Play the Moments la reinterpreta invece in modo fresco e adrenalinico, velocizzando l’andamento della stagione.
Il sistema funziona e ci ha divertiti: ne abbiamo avuto la riprova durante la seconda giornata di regular season, quando con i nostri Ravens abbiamo fatto visita a Cleveland e, tra calci sbagliati e difese vincenti di terzi down, siamo arrivati all’overtime portando poi a casa la vittoria grazie ad un ultimo drive condotto completamente sotto il nostro controllo.
Il Franchise, insomma, è più che mai il fulcro della serie, con buona pace delle altre modalità proposte a menu, tra cui un Ultimate Team aggiornato (introdotto il concetto di intesa) ma ben lontano dai fasti della sua controparte su FIFA.
E’ sotto il profilo puramente tecnico, comparto audio a parte, che Madden NFL 17 tradisce con qualche lacuna. Innanzi tutto, a muovere i (fedelissimi) giocatori in campo ci pensa ancora una volta il datato motore grafico Ignite, abbandonato quest’anno anche da FIFA in favore del più performante Frostbite. Un radicale cambiamento dovrebbe arrivare nel prossimo futuro, assicurano gli sviluppatori, ma sta di fatto che oggi l’impatto visivo inizia a mostrare qualche segno del tempo.
Sul fronte del multiplayer, poi, ad un ottimo net-code non si accompagna un’offerta di modalità che vada oltre l’Ultimate Team e le classificate, con il risultato che i server non sono mai popolatissimi.
Ecco perché abbiamo deciso di non assegnargli un voto di eccellenza, fermo restando il fatto che ciò che abbiamo giocato, e giocheremo, non solo è il miglior football americano simulato degli ultimi dieci anni, ma è anche una delle più complete e soddisfacenti esperienze che gli amanti degli sportivi possano portare nelle loro console. Un’occasione anche per chi ancora non conosce a fondo questo fantastico e complesso sport.

– Gameplay bilanciato alla perfezione

– Profondo per i veterani, accessibile per i neofiti

– Modalità Franchise complessa e avvincente

– Il motore Ignite ha fatto il suo tempo

– Offerta multiplayer ancora risicata

8.5

Ci sono voluti tre anni, ma finalmente gli appassionati di football americano hanno il gioco che stavano aspettando. Madden NFL 17, grazie alle ad un gameplay più bilanciato ed accessibile e ai rinnovamenti della modalità Franchise, segna una svolta importante per la serie, che si era affacciata alla next-gen in sordina. Ad ora uno dei migliori sportivi in circolazione, senza dubbio.

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