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Recensione

Lucky Luke Go West

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Avatar di Dr. Frank N Furter

a cura di Dr. Frank N Furter

Pubblicato il 26/01/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

4.5

Lucky Luke è uno dei personaggi più famosi del mondo dei fumetti e dell’animazione. Il grande Terence Hill, nel 1991, ha addirittura girato un live action ispirato al cowboy francese, diviso in 8 episodi. In occasione del nuovo film dal titolo “Tous à l’Ouest: Une aventure de Lucky Luke”, Atari ha pensato bene di farne un videogioco destinato alle piattaforme Nintendo e PC, ma saranno riusciti a realizzare un prodotto degno del nome che porta? Continuate a leggere per scoprirlo.

Tutti ad OvestPer quanto a volte la trama che fa da contorno a un gioco possa essere spesso contraddistinta da pochi elementi, spesso privi di originalità nei casi peggiori, va purtroppo evidenziato come in questo caso la storia sia assolutamente inesistente, tanto che la si potrebbe tranquillamente riassumere prendendo come unico spunto il solo titolo del gioco. Senza celare falso ottimismo, è triste dover ammettere che il nostro amico pistolero cade dalla sella sin dall’inizio, senza alcuna possibilità di rialzarsi. La narrazione è affidata ad una decina di sequenze cinematiche della durata massima di quindici secondi (tratte dal film) che ci spiegano cosa succede durante il viaggio verso Ovest, intervallandosi con il gioco vero e proprio. Tutto inizia con i fratelli Dalton che evadono di prigione e rapinano una serie di banche. Per loro sfortuna però c’è il mitico Lucky che si getta all’inseguimento dei maldestri fuorilegge e, una volta acciuffato il quartetto, inizia l’esodo verso la West Coast. Questi intermezzi animati, di pregevole fattura, appaiono sostanzialmente come un’oasi nel deserto della mediocrità che accompagna il titolo in questione, in quanto gli spunti d’interesse rappresentano davvero unca cosa più unica che rara in mezzo a una medicorità generale che lascia disorientati e frustrati.

Ma il gioco? Non pervenuto…Arriviamo subito al punto caldo della recensione: in che cosa consiste il gameplay? In una manciata di “divertenti ed innovativi” minigiochi, divisi in cinque sezioni. Abbiamo usato le virgolette in modo molto ironico, perché di nuovo e divertente c’è davvero poco e nulla. Gli ideatori del gioco hanno infatti pensato che per realizzare un titolo interessante sarebbe stato sufficiente combinare in modo disordinato tutti i party game disponibili sul mercato, con risultati disastrosi. Chi possiede un minimo d’esperienza con il genere in questione noterà subito la somiglianza con titoli come Cooking Mama (alcune prove da superare riguardano proprio tagliare ortaggi e preparare il rancio) e Rayman Raving Rabbits, dove soprattutto in queso caso di comparazioni ce ne sarebbero così tante da poter avviare una causa per plagio. Come se non bastasse è stato addirittura ripreso il sistema di gioco del recente Boogie, in un crescendo di noia e banalità. E’ giusto dire che tante sfide anche in prodotti differenti si assomigliano, ma ognuno ha una sua identità forte e ben delineata. Al contrario in Lucky Luke Go West vi è tutto e niente allo stesso tempo, un’entità senza sostanza, un mix di giochini utili per gingillarsi dieci minuti e basta, ma visto il prezzo del prodotto in questione sarebbe proprio il caso di parlare di rapina… Vi basterà osservare la realizzazione tecnica del prodotto per rendervi conto della scarsità di contenuti proposti. Graficamente spoglio, ripetitivo all’ennesima potenza (gli abitanti di New York sono tutti uguali), con colori scialbi, animazioni dei personaggi e degli oggetti ai limiti del ridicolo. Anche il comparto sonoro appare quasi inesistente, tanto che per ascoltare qualcosa di gradevole bisogna aggrapparsi a quei famosi quindici secondi di film che ogni tanto arrivaneranno a salvarvi dall’oblio. Fortunatamente non ci sono rallentamenti nelle sezioni in cui sarete in città, le più affollate per intenderci ma sinceramente se ci fossero stati sarebbe stato un vero disastro, anche se nel complesso il risultato non è che sia poi molto diverso. Possiamo quindi affermare con tranquillità che un titolo pubblicato per console di vecchia generazione a 32 bit sarebbe stato all’altezza di questo obbrobrio videoludico.

Mini giochi, mini LukeCome descritto in precedenza, i mini giochi che dovrete affrontare non sono che una brutta copia dei brand più famosi. Questo perché tecnicamente il gioco possiede un deficit altissimo di idee e realizzazione, ma anche per il fatto che le prove che vi si parranno di fronte sono così insensate e frustranti che trovarci del divertimento risulta una bella impresa.Ad affossare ancor di più il titolo Atari è una longevità ridotta ai minimi termini, infatti le varie prove presenti saranno tutte molto brevi di loro natura e comunque sono strutturate per dare il meglio in multiplayer. Come se non bastasse, per portare a termine il gioco non serve nemmeno finire tutte le sfide, ma solo quelle basilari che in media sono la metà per ogni stage. Quindi, dall’accettabile numero di quaranta prove, si passa a doverne superare venti circa. Praticamente tre ore di gioco e potrete assistere al tanto agognato finale (sempre di quindici secondi netti!). All’inizio di ogni prova ci sarà la spiegazione dei comandi: sarà il vostro stesso pistolero a farvi da guida per mostrarvi l’utilizzo corretto. Ad essere onesti va segnalato che qualche minigioco è comunque godibile. Per fare un esempio pratico, in uno di essi bisognerà fare la danza della pioggia. Armati di Wii Remote e Nunchuk bisogna suonare a tempo le note che raggiungono un cerchio posto all’estrema sinistra dello schermo: in quel momento si scuote uno dei due controller, un po’ come in Raving Rabbits. Altro simpatico passatempo è una specie di Guitar Hero in cui le note scorrono orizzontalmente e per suonarle dovrete tenere premuti i tasti C e Z del Nunchuk, mentre il telecomando Wii mimerà la pennata. Un modo originale di utilizzare il controller Nintendo. Vince il premio come prova più divertente però quella denominata “la corsa della sedia a rotelle”. Nel mondo di Lucky Luke esiste un personaggio davvero interessante, il cane Ran Tan Plan. Questa figura demenziale è assolutamente geniale e si sposa bene con il contesto del fumetto stesso.Per l’appunto questa strana corsa consiste nel tirare la sedia a rotelle con sopra un vecchietto innocente verso la carovana di Luke. Come se fosse un cane da slitta, Ran Tan Plan corre a perdifiato così che risulterà facile perdere il controllo della carrozzina, visti anche i numerosi ostacoli e burroni da evitare, con situazioni sicuramente comiche e divertenti nel complesso. Purtroppo ce ne sono alcuni che dire frustranti è far loro un complimento. Complice un sistema di controllo non sempre preciso e difficoltoso in alcuni momenti non sarà facile capire cosa sta accadendo o perché non si riesce ad effettuare un’azione in apparenza facile.Infine, al giocatore è concessa la possibilità di giocare in multiplayer fino a quattro partecipanti. Le sfide saranno le stesse dello story mode. I principali problemi che affliggono questa modalità sono però evidenti attraverso marcati cali di framerate (anche solo con due partecipanti) e un decadimento grafico impressionante. Peccato perchè le premesse per un gioco almeno divertente ci sarebbero state, ma una realizzazione tecnica davvero primitiva non può che inabissare inesorabilmente un prodotto comunque carente sotto molti punti di vista.

– Qualche mini gioco risulta divertente

– Realizzazione tecnica mediocre

– Ennesimo gioco su licenza deludente

– Rantanplan poco in evidenza

4.5

Lucky Luke Go West non si esime dalla maledizione che da sempre accompagna i giochi su licenza. Un prodotto sviluppato male, tecnicamente insufficiente, con evidenti scopiazzature ovunque. Considerando quello che costa, il consiglio è di lasciarlo perdere in vista di titoli ben più meritevoli e divertenti. Questa volta il viaggio verso Ovest è rimandato.

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