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Recensione

Hot Wheels Beat That!

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Avatar di AP

a cura di AP

Pubblicato il 30/01/2008 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

4

Ancora ricordiamo con gioia la prima pista Hot Wheels che ci fu regalata. Aveva delle paraboliche e dei “lanciatori” che sparavano le piccole automobiline a velocità pazzesca lungo degli incroci in cui altre minivetture scendevano verso una nuova propulsione. Non esistevano piste in cui disputare gare di velocità, piuttosto si poteva scommetere su quale vettura sarebbe risultata vincitrice dal destruction derby che si sviluppava nella nostra cameretta. Poi seguirono percorsi sempre più complessi, con giri della morte e paracaduti nel finale, oltre a tante altre piste che magari desideravamo ardentemente ma che come tutti i bambini sanno, rimasero sogni e come tali vengono ricordati tutt’oggi. Nostalgia a parte, siccome il brand gode ancora di ottima salute, Activision ha ben pensato di sviluppare l’ennesimo gioco su licenza basandosi sulla popolarità del marchio e, in questo caso, su quella della console Nintendo, che pur essendo uscita già da un anno, continua a mietere successi e record di vendita. Vediamo com’è andata a finire.

Così troppe cose in così pochi percorsiDopo aver inserito il gioco assisterete ad una presentazione che mostra in computer grafica un po’ delle sconclusionate gare cui andrete a prendere parte. Creato il vostro profilo avrete accesso solo alla difficoltà facile e in seguito alla prima delle quattro aree disponibili, ossia la camera da letto. Scoprirete presto che vincendo una gara otterrete delle “fiamme” che non sono altro che dei punti con i quali sbloccherete gli eventi successivi. Queste fiamme si ottengono arrivando primi nelle tre diverse modalità di gioco che caratterizzano il single player. La prima è la classica corsa veloce, mentre poi ci saranno l’eliminazione (ogni trenta secondi l’auto in ultima posizione viene eliminata) e l’assalto, che seppur possa sembrare la prova più originale in un titolo di guida, anche se non convenzionale come questo, finisce per essere la più debole di questa già ristretta cerchia. Con la vostra automobilina non dovrete fare altro che colpire un numero predefinito di auto avversarie.Man mano che otterrete punti scoprirete vostro malgrado che le quattro piste dell’ambientazione si ripetono più e più volte proponendosi in tutte le tre modalità di gioco descritte poco sopra. La voglia di scoprire il prossimo percorso perderà presto vigore quando capirete che nonostante si differenzino lievemente per quanto riguarda la (scarna) grafica, il modo di affrontarli non cambia di una virgola e correre su un rettilineo piuttosto che eseguire un giro della morte, necessita della stessa abilità.

Controllo precarioPer pilotare queste bizzarre vetture potrete optare per due configurazioni: la prima contempla i sensori di movimento, mentre la seconda opta per un sitema di guida più canonico ma anche più semplice. La seconda opzione si rivela quindi la più sensata anche a causa di una calibrazione tutt’altro che perfetta dei controlli più fisici. I tasti che andrete a premere saranno i canonici acceleratore e freno uniti ad un tasto utile per derapare ed accumulare punti “stile”, oltre ad uno per azionare le armi. Anche in questo ambito non si riscontrano novità particolari e tutti i bonus che potrete usare contro i vostri avversari vi porteranno alla mente molte amenità che potrete trovare in titoli analoghi ma di ben altra caratura. Nonostante la presenza di circa trenta modellini tra cui scegliere e nonostante siano presenti dei valori a indicare i parametri di ogni vettura, una volta scesi in pista la differenza diventa impercettibile e la scelta del veicolo diventa più che altro una questione di gusti.

C’è un motore molto piccolo sotto a questo cofanoIl comparto tecnico non fa che peggiorare ulteriormente un quadro già di per se piuttosto pasticciato. Nonostante il numero di poligoni su schermo sia piuttosto basso e alcune texture siano veramente terribili, l’aggiornamento a schermo non supera mai i 30 fps e anzi può capitare di incontare qualche scatto qua e là. I modelli delle vetture sono piuttosto simili alle riproduzioni che si possono trovare nei negozi di giocattoli, tuttavia la loro resa in game è piuttosto debole a causa di un aliasing davvero molto marcato che va a scalpellare i bordi di auto e di oggetti dello sfondo creando un colpo d’occhio troppo avvezzo alle critiche. Il comparto sonoro risulta probabilmente ancora peggiore a causa di effetti sonori veramente anonimi e musiche terribilmente ripetitive e anonime che vi faranno prima o poi intervenire sul volume. Un ultimo commento sulla longevità: nonostante il numero di “fiamme” da raccogliere raggiunga diverse centinaia di unità, il continuo ripetersi delle stesse poco ispirate piste farà annoiare anche il più grande fanatico collezionista di queste velocissime (nel mondo reale) macchinine e l’impossibilità iniziale di scegliere un livello di difficoltà adatto alle proprie esigenze rende questo titolo godibile solo dai più piccoli possessori di Wii.

– All’inizio (grafica a parte) sembra carino

– Tecnicamente povero

– Giocabilità limitata

– Troppo ripetitivo

4.0

Con solo sedici piste e quattro sole ambientazioni, il problema più grave di Hot Wheels Beat That! è la sua eccessiva ripetitività. Il fatto di iniziare per forza con il livello di difficoltà più basso, unito al correre per ben tre volte di fila su un circuito che non offre nessun nuovo spunto al giocatore, con avversari che si superano dopo due curve non giova ad un titolo che, pur essendo pensato per i più piccoli, non ricrea nemmeno un briciolo del sano divertimento che conquistò i nostri cuori durante l’infanzia. Il comparto tecnico sia grafico che sonoro affossa infine un titolo che con qualche accorgimento extra avrebbe potuto ambire ad un più dignitoso piazzamento e che invece così finisce per rimanere travolto dalla concorrenza proprio come la maggior parte delle automobiline nelle nostre piste di tanto tempo fa. Un vero peccato.

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