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Recensione

Ghostbusters: Sanctum of the Slime

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Avatar di Sidmarko

a cura di Sidmarko

Pubblicato il 30/03/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

4.5

A distanza di circa due anni dal rilascio del buon action Ghostbusters: The Videogame,  Atari rispolvera la preziosa licenza degli Acchiappafantasmi inserendola, piuttosto a sorpresa, all’interno di uno sparatutto con visuale dall’alto: Ghostbusters: Sanctum of Slime. Il titolo sarà disponibile solo sugli scaffali digitali dei maggiori servizi Digital Delivery per PC, Xbox 360 e PlayStation 3, al prezzo di 7,99 euro. Andiamo a scoprire insieme se la formula adottata dagli sviluppatori ha reso giustizia al vecchio e glorioso brand.

Dove sono finiti i veri Ghostbusters?Dopo le vicende narrate nelle due famosissime pellicole cinematografiche, la città di New York è nuovamente invasa da un’ ondata di fantasmi richiamati da un fluorescente artefatto che, se non recuperato in tempo dalle mani del cattivone di turno, evocherà il potente spirito di Dumazu il Distruttore. Il plot narrativo si trova in linea con le sceneggiature già apprezzate in passato, dove una potente entità sovrannaturale risveglia il caos nella ridente cittadina newyorkese; tuttavia, la conferma del set è accompagnata da un’importante rivisitazione del cast. I quattro vecchi  acchiappafantasmi Peter, Raymond, Egon e Winston, non riuscendo ad occuparsi personalmente di tutti gli spiriti che infestano le strade, decidono infatti di assoldare delle nuove leve – nonostante il solito disappunto del polemico Peter. Ecco allora schierarsi tra le fila della squadra Ghosbusters quattro nuovi giovani aspiranti: Alan, Bridget, Gabriel e Samuel, che in questa avventura prenderanno le veci dei loro più eminenti colleghi. La trama si snoderà attraverso alcune cut scene a fumetto che, vista la natura muta, sono risultate scialbe e noiose. La mancanza di un doppiaggio vocale ha infatti precluso uno degli aspetti più divertenti e tipici della commedia firmata Acchiappafantasmi, ovvero quegli esilaranti dialoghi enfatizzati dalla stramba voce di Egon o dalla polemica parlantina di Peter. I quattro nuovi personaggi sono inoltre anonimi e stereotipati, e difficilmente il giocatore riuscirà ad affezionarcisi, rimpiangendo amaramente l’assenza dei quattro storici protagonisti, la cui sola presenza avrebbe senza dubbio giustificato il cosiddetto “prezzo del biglietto” per qualunque fan.

Ma i fantasmi non si catturano?Sanctum of Slime, come già accennato, è uno sparatutto isometrico e quindi, come vuole il genere di riferimento, l’obiettivo principale è quello di eliminare con le armi a disposizione tutto ciò che compare nell’area per poi proseguire nella zona successiva, senza troppi fronzoli. Questa formula si ripete tuttavia dall’inizio alla fine, con pochissime varianti alla struttura, o meglio, con le sole fasi a bordo di una versione moderna della Ectomobile come diversivo, che si rivelano però caratterizzati da script noiosissimi e fini a sè stessi. Allo stesso modo i boss di fine livello sono risultati tanto banali quanto semplici da eliminare. Manca anche la possibilità di potenziare il proprio armamentario, che si limita a tre tipi di flussi diversificati nel colore e da utilizzare a seconda del fantasma da distruggere, nell’ordine: fantasma giallo, raggio giallo; fantasma rosso, raggio rosso; fantasma blu, raggio blu. Non sono presenti bombe o altri arnesi bellici che possano vivacizzare un po’ l’azione, il tutto si rivela quindi troppo lento, piatto e poco spettacolare per poter risultare un buono sparatutto. Assente anche la componente esplorativa che avrebbe potuto, e dovuto, stimolare il giocatore a riprovare i dodici livelli, ma la cui struttura è invece composta da semplici corridoi semilineari che portano ad un’unica stanza da disinfestare: lo schema si ripete sistematicamente per tutto il proseguo dell’avventura, con rari cambi di programma. Ma il problema più grave è che la struttura dello sparatutto isometrico adottata negli scontri con i fantasmi si rivela fuori contesto e snatura completamente l’anima del brand, in poche parole questa trasposizione sembra c’entrare veramente poco con gli Acchiappafantasmi, se non per la debole trama che lega fra loro i vari livelli. Ad esempio, un elemento contraddittorio della produzione è proprio la cattura dei fantasmi che, da punta di diamante di molti giochi legati a questa licenza, è attivabile solo con i boss, e si limita ad una sorta di quick time event conclusivo che sembra essere stato aggiunto più come mero contentino che per rimpolpare e rendere più completa l’esperienza ludica.Visto che sul campo di “battaglia” ci saranno tutti i quattro Acchiappafantasmi, il giocatore avrà la possibilità di affrontare il gioco in cooperativa (online e offline). La componente più importante di questo titolo è proprio la collaborazione con i compagni, che se non gestiti da un amico in carne ed ossa verranno controllati dall’intelligenza artificiale. E anche in questo comparto i problemi non mancano. Data la quasi impossibilità di curarsi e il livello di vita molto precario, sarà importante fare affidamento sui compagni e aiutarsi a vicenda, peccato che nelle situazioni più difficili questi andranno letteralmente in tilt e vi lasceranno soli ad affrontare la minaccia nemica. Fortunatamente il livello di sfida medio è piuttosto basso e quindi il supporto degli altri Acchiappafantasmi sarà il più delle volte sufficiente, ma a causa di qualche raro picco di difficoltà esageratamente più alto del resto dell’avventura, l’incapacità dei compagni sarà causa di forte frustrazione e l’unico modo per proseguire sarà quello di trovarvi un amico reale che controlli almeno un personaggio.

Deja vu?La natura low budget del titolo si fa sentire sull’aspetto tecnico del lavoro del team Behavior Studios, che si presenta con un comparto grafico insufficiente e una campionatura audio decisamente mediocre, in cui si salva la solita soundtrack originale dei Ghostbusters. Ma l’aspetto che ci ha deluso maggiormente è  il level design, reiterato sui dodici livelli in maniera compulsiva e senza un minimo di originalità e delicatezza. Inoltre, per chi ha già giocato al precedente lavoro Namco Bandai sugli Acchiappafantasmi, incorrerà certamente nell’effetto deja-vu dovuto alla forte somiglianza fra le location viste in Ghostbusters: The Videogame e quelle di Sanctum of Slime.

HARDWARE

Requisiti MinimiSistema operativo: Windows XP SP2, Vista SP2, Windows 7Processore: Intel Core 2 Duo E4300 o AMD Athlon X2 4400+RAM: 1 GBScheda video: ATI Radeon HD 2600 o NVIDIA GeForce 8600Hard Disk: 500 MB di spazio libero

– Cooperativa fino a quattro giocatori

– Ci sono i Ghostbusters

– Ripetitivo e lineare

– Offerta ludica misera

– Livello di difficoltà incostante

– Manca una componente esplorativa

– Sarebbe stata necessaria più originalità

4.5

Ghosbusters: Sanctum of Slime non è un buono sparatutto, e nemmeno una fedele trasposizione. Questo perché soffre di una realizzazione approssimativa e povera di contenuti sia dal punto di vista ludico che da quello narrativo, tanto che non possiamo consigliare questo gioco nemmeno ai fan degli Acchiappafantasmi. Ovviamente, per il prezzo a cui è venduto, potreste farci un pensierino anche solo per giocare qualche ora di cooperativa con i vostri amici. Ma ci teniamo a precisare che ci sono sparatutto isometrici da affrontare in cooperativa decisamente migliori.

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