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Recensione

Game Dev Tycoon

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Avatar di JinChamp

a cura di JinChamp

Pubblicato il 31/08/2014 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

a cura di Flavio “Jinchamp” Porcaro
Quante volte, pad alla mano, ci si perde tra pensieri come “io lo avrei fatto meglio” o semplicemente “quanto mi piacerebbe sviluppare un videogioco”?
Game Dev Tycoon, nella sua semplicità, propone un’originale esperienza simulativa proprio di questo tipo, catapultando l’aspirante sviluppatore appena pochi secondi  dopo l’avvio del gioco in un garage, seduti ad una scrivania, con a disposizione solo un vecchio computer con cui lavorare. Questo è con molta probabilità un tributo a chi, nella vita reale, è riuscito a costruire un impero partendo proprio da uno scenario del genere.
Il primo editor che viene offerto al giocatore è molto semplice e con poche scelte di personalizzazione del proprio personaggio (ma lascia spazio a diversità di sesso ed etnia). Inserito ovviamente il proprio nome e quello dell’azienda che si sta fondando, tutto ha finalmente inizio con un tuffo nel passato nei primi anni ’80, pronti ad iniziare lo sviluppo della propria creatura ma con a disposizione pochissime scelte, sia tematiche che di tecnologie, oltre che per la piattaforma su cui si intende pubblicarla.
Ogni sviluppo di un nuovo videogioco si compone di tre parti fondamentali, in cui bisognerà scegliere di volta in volta su quali di tre aspetti proposti ad ogni step si vuole dare la priorità, come ad esempio grafica, level design e comparto sonoro, e si potrà vedere il proprio personaggio letteralmente partorire dalla propria mente delle bollicine che andranno ad arricchire gli aspetti tecnici e di design del gioco. Non di rado però verranno generati anche dei bug, che potranno essere poi fixati a lavori ultimati prima dell’effettiva release, andando così ad allungare più o meno sensibilmente i tempi di sviluppo e, di conseguenza, l’aumento dei costi di produzione.
Et voilà! Il nostro primo videogioco è finalmente finito sul mercato, pronto per esser dato in pasto alla critica. È proprio questo, infatti, il primo scoglio da superare: le recensioni ad opera di fittizie redazioni.
Esse giudicheranno ogni produzione lanciata sul mercato poco dopo l’effettiva release, affibbiando ad ognuna voti e brevi commenti. Per assicurarsi il successo, sarà quindi importante partire col piede giusto, collezionando ottimi voti che daranno molto spesso un enorme sprint alle vendite.
Storia dell’arte videoludica
Il titolo dei Greenheart Games percorre, nella simulazione proposta, ben 36 anni della storia dei videogiochi, riportando non solo fedelmente tutte le maggiori piattaforme della storia dei videogiochi ma anche qualche chicca come l’annuncio, poi ritrattato, della partnership Nintendo-Sony. Annuncio che portò poi alla nascita della prima PlayStation e del GameCube. Certo, per motivi di copyright, nessuna console o casa produttrice verrà chiamata con il suo vero nome, ma tutte saranno riconoscibilissime sia per l’assonanza con la controparte reale che per le immagini delle piattaforme, arrivando a strappare un sorriso in più di una occasione nel vedere, ad esempio, una macchina a forma di palla per giustificare il nome “GameSphere”.
Nonostante l’apparente semplicità delle meccaniche e delle features a disposizione dell’utente, nel complesso Game Dev Tycoon riesce senza troppe difficoltà ad appassionare il giocatore/sviluppatore e renderlo per qualche ora un vero e proprio dirigente, costretto a fare costantemente i conti con le spese mensili da sostenere per non fallire. Tra queste vi sono in primis i salari degli altri dipendenti assunti e le consuete bollette da pagare, ma non mancheranno spese aggiuntive saltuarie o impreviste, come aggiungere l’aria condizionata in ufficio oppure affittare uno stand ad una fiera internazionale . Tutte distrazioni per un boss che mai deve perdere di vista il vero obiettivo della sua azienda, ovvero soddisfare i propri fan ed attirarne di nuovi. Questo sarà possibile soltanto pubblicando periodicamente nuovi giochi, variandone anche il genere e soprattutto riflettendo e pianificando ogni aspetto, in modo da collocare il proprio prodotto nel giusto “habitat” all’interno del panorama videoludico. Difatti, non ogni piattaforma si presterà a qualsiasi tipologia di gioco, né qualsiasi tema verrà accettato allo stesso modo da diverse fasce di età. Tutti aspetti che, se il giocatore saprà ben calcolare, potrebbero portare alla fine al tanto agognato jackpot, ossia un titolo in grado di esaltare critica e pubblico.
Questi sono piccoli esempi di come, pian piano, le nuove tecnologie a disposizione e il cambio generazionale di console possano arricchire il gameplay in modo sempre più rapido. Ciò non renderà le fasi più avanzate del gioco particolarmente più difficili, tuttavia potrebbe richiedere una maggiore riflessione al giocatore sulle proprie scelte, anche se gli algoritmi risultano a volte ripetitivi. Risulta inoltre possibile per il giocatore più furbo e smaliziato piazzare il sequel vincente, dopo alcuni esperimenti miseramente falliti, con una certezza quasi assoluta non appena si arriva a capire la combinazione appropriata, ristabilizzando e, molto spesso, accrescendo notevolmente le finanze dell’attività.
The whole world in your hands
Creare giochi e ricercare nuove tecnologie però non sarà la sola cosa a cui saremo chiamati. Sarà infatti possibile in qualsiasi momento sviluppare, con i dovuti costi, dei motori di gioco proprietari su cui basare le future produzioni, accettare lavoretti per rientrare nei conti o prestare il proprio studio a grossi publisher per creare un nuovo gioco secondo le loro direttive ed aspettative di qualità, in modo da raggiungere dati di vendita inizialmente impensabili, almeno finché non si avrà un grosso seguito di fan.
Una volta avviata una Software House di successo in grado di monopolizzare anche fiere come l’E3 (chiamata nella fattispecie G3) e spopolare con i suoi prodotti su ogni piattaforma esistente, ci si ritroverà in un ambiente a dir poco familiare, tra tablet e smartphone, console che magari usiamo nel quotidiano e l’intramontabile PC, in piedi da sempre ed in grado di tener botta gen dopo gen, fino ad arrivare alla vera “next gen” composta da mBox Next e PlaySystem 5, simpatiche idee delle piattaforme che, secondo i Greenheart Games, potrebbero ereditare il lascito delle attuali Xbox One e PlayStation 4.
A tutto ciò poi si vanno ad aggiungere i laboratori di ricerca, sbloccabili verso la fine, con cui sarà possibile finanziare progetti totalmente nuovi, che variano dalla creazione di una propria convention, una propria piattaforma online in stile Steam o una vera e propria console a cui dare il proprio nome.
Tutta questa evoluzione diventa con l’avanzare del gioco sempre più incalzante, a volte addirittura troppo, finendo per non lasciare al giocatore il tempo materiale per riuscire a ricercare nuove tecnologie e sviluppare più di un titolo (o addirittura in qualche occasione nessuno) per una console già andata in pensione per lasciare il passo alle prossime.

– Fedele alla storia dei videogames.

– Immediato e divertente.

– Tantissime possibilità di scelta…

– … ma altrettanti limiti di approfondimento.

– Fasi avanzate frenetiche.

– Alcuni algoritmi sono troppo facili da imparare a sfruttare.

6.5

Game Dev Tycoon si presenta come un indie un po’ casual, adatto a tutti ma con un buon potenziale. Grazie alle decine e decine di tematiche sbloccabili in ordine randomico, ogni nuova partita risulta diversa dalle altre ed è pressoché impossibile ripetere due carriere nello stesso modo. L’esperienza è dunque gradevole e condita di easter eggs e piccole chicche che lasciano un certo senso di piacere, anche se purtroppo va anche detto che la natura stessa del gioco lo pone dinnanzi al paradosso di dare sì tantissime possibilità ed alternative al giocatore ma che spesso, se analizzate nel dettaglio, possono sembrare incompiute e far storcere il naso, lasciando un lieve fastidio al giocatore più esperto, impossibilitato ad approfondire quel particolare piuttosto che un altro.

Si tratta dunque di un titolo particolare, quasi un’avventura, specie per i più nostalgici che hanno vissuto in prima persona l’avvento dei videogames. Tenendo anche conto del prezzo abbastanza contenuto e dei requisiti praticamente irrisori, Game Dev Tycoon è un gioco alla portata proprio di tutti, divertente e soprattutto originale, seppur senza grosse pretese.

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