Recensione

GEIST

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a cura di Alex64

Presentato all’annuncio come una sorta di sparatutto surreale, GEIST dava la possibilità al giocatore di possedere il corpo e la mente del nemico in alternativa alla mera uccisione dello stesso, proponendo dunque un duplice approccio all’azione che avrebbe fatto contenti sia gli amanti delle fraggate che i risolutori di enigmi più incalliti. In sintesi, nSpace proponeva nuovi spunti di riflessione per un genere, quello dei “first person shooter”, che di innovativo fino a quel momento aveva mostrato ben poco, promettendo a tutti un gioco che, nel bene o nel male, avrebbe fatto parlare di sé. Ritardato per anni e più volte proposto sottoforma di demo giocabile agli E3, il titolo è da poco arrivato sugli scaffali dei negozi, sarà valsa l’attesa? Scopriamolo di seguito.

La storia in breve…In GEIST, vestiremo i panni del dottor John Raimi, uno scienziato incaricato di scoprire qualcosa di compromettente su alcuni esperimenti condotti dalla “Volks Corporation”. Nel tentativo di carpire preziose informazioni su di un misterioso virus da anni in studio, Raimi farà irruzione nel laboratorio segreto dell’organizzazione coadiuvato dall’Alpha Team, un commando di forze speciali mandato a supporto dal governo degli Stati Uniti. Purtroppo il blitz fallirà, e con esso anche il tentativo di fuga. Tutti i membri della squadra verranno uccisi, cadranno uno ad uno sotto i colpi della milizia Volks. Al massacro, scamperanno solo il nostro impavido scienziato e Bryson, un infiltrato amico di Raimi, peccato che entrambi verranno successivamente catturati ed usati come cavie in quegli stessi esperimenti a cui volevano porre fine. E così, a seguito di questi sfortunati eventi, Raimi si ritrova separato dal suo corpo, confinato in una cella che ha ben poco di tradizionale sottoforma di entità spirituale, pura energia. Fortunatamente, grazie al provvidenziale interesse di Gigì (uno spirito che potremmo definire autoctono) Raimi riesce a fuggire dall’ala detentiva, libero di correre in soccorso del suo amico ed evitare così che subisca anche lui la “separazione”… ma i problemi sono solo all’inizio.

La piccola Gigì…La piccola Gigì è un fantasma amico, o meglio, uno spirito amico; più precisamente lo spirito di una graziosa bambina il cui passato è in qualche modo legato al luogo dove adesso sorge la base in cui Raimi è rinchiuso. Gigì sarà per noi una figura di fondamentale importanza, e ci seguirà passo passo nella nostra avventura manco fosse una sorta di angelo custode. Assieme a lei, impareremo a muovere i primi passi “in un mondo più vasto” (tanto per fare una citazione storica) scoprendo di volta in volta i “trucchi” del mestiere. Verso la fine del gioco, sarà proprio dalle sue lacrime che apprenderemo la verità sulla Volks Corporation… verità che, ovviamente, vi lascio il piacere di scoprire.

Il vantaggio di non avere l’ombra…Per avanzare nel gioco, dovrete sfruttare a dovere tutto il vostro spirito di osservazione, nonché una buona dose di inventiva, partendo dal presupposto che la maggior parte degli oggetti che vedete, può essere posseduta ed utilizzata per spaventare gli esseri viventi nei dintorni (siano essi uomini o animali) basta solo capire in che modo e quando. A che serve spaventare è presto detto: quando si ha paura si è più volubili, il panico annebbia la mente, inibisce la volontà, rendendo dunque più facile, per uno spirito estraneo, avere la meglio sull’io cosciente. Impossessarsi di un altro corpo ci sarà di conseguenza precluso finché l’aura che gli aleggia attorno non diventerà di colore rosso, sintomo che la vittima è “pronta”, allorché basterà avvicinarsi e premere il tasto “A”, cui sono demandate le azioni principali. Lo stato etereo ci rende in pratica onnipotenti, ma non immortali, sembra quasi un controsenso che un fantasma possa morire, ed infatti Raimi non è un fantasma, bensì uno spirito, e l’unico modo di sopravvivere per uno spirito è possedere qualcuno o qualcosa; restate troppo tempo a fluttuare liberi per l’aere e neanche assorbire le piante potrà tornarvi utile. Peraltro, da semplice spirito, non ci sarà possibile compiere neanche le azioni più scontate, come aprire una porta o premere un interruttore, dopo tutto era di facile intuizione che uno spirito senza corpo non potesse andare da nessuna parte. La meccanica di gioco così strutturata ha anche un suo lato curioso, ovvero il poter vedere il mondo con gli occhi dell’essere ospitante, che sia questo animato o meno. Possedendo un televisore ad esempio, ci renderemo finalmente conto di chi “vive” al di là dello schermo, con tanto di valvole, diodi e scariche elettriche, mentre, catapultandoci nei panni di un topo, avremo il terrore dei gatti. Ogni qual volta cambiamo corpo infatti, oltre ai ricordi a breve termine, ereditiamo anche le paure, le conoscenze e le abilità dell’ospitante, ed è questo che rende ogni conquista una sorta di esperienza mistica. Il bello di essere spirito è ovviamente il vedere e non essere visti, con la possibilità di spiare la disposizione dei nemici nell’area di gioco e sapere in anticipo l’ubicazione di mitragliatrici teleguidate e postazioni da cecchino; insomma, ogni qual volta avrete accesso ad una nuova stanza, potrete uscire momentaneamente dal corpo ed andare in avanscoperta senza il timore di essere scoperti e, dulcis in fundo, in tutta tranquillità, visto che il tempo scorrerà più lentamente. Sempre in qualità di spirito, possiamo viaggiare da una locazione all’altra della mappa sfruttando spiragli e crepe che di volta in volta troveremo sulle superfici più svariate, ad ogni modo, resta la necessità di avere un corpo per accedere ad aree chiave protette da scansori della retina. Passando a descrivere il lato tipicamente FPS del titolo nSpace, va detto che l’arsenale a disposizione è minimale, non vi sarà permesso di utilizzare più di una arma alla volta, cui si affianca sporadicamente la possibilità di lanciare granate: in ogni caso saranno più le volte che agirete di soppiatto che quelle in cui vi ritroverete coinvolti in veri e propri scontri a fuoco. L’intelligenza artificiale dei nemici è praticamente nulla, non adiranno alcuna strategia per fronteggiare la vostra avanzata, né intraprenderanno azioni di gruppo di tipo speculativo, anzi, delle volte addirittura si limiteranno a stare immobili e a farsi ammazzare. A renderci la vita ancor più facile la trovata poco felice dei programmatori di rendere le munizioni illimitate, munizioni che quindi non dovremo andarci a cercare. Quest’ultima cosa, sommata agli altri aspetti testè accennati, rende oggettivamente difficile inquadrare GEIST tra gli sparatutto, di cui condivide solo la visuale in soggettiva. Siamo molto più vicini alla definizione di FPA che a suo tempo fu data a Metroid Prime, in cui comunque si sparava molto di più e i nemici erano tutt’altro che contenti di farsi uccidere. Nel complesso, posso dire che le idee buone ci sono, è innegabile l’impegno degli sviluppatori nel cercar di proporre qualcosa di originale, tuttavia, il risultato finale è a tratti deficitario e non convince del tutto, sono sempre più sicuro di trovarmi dinanzi ad un gioco “non finito”, che avrebbe necessitato di ancora qualche mese di lavorazione, ma ahimè, il tempo è tiranno, e di capolavori mancati per colpa sua, il panorama videoludico ne è pieno.

Difetti difficilmente trascurabili…Le note dolenti arrivano proprio parlando del comparto tecnico, chi si aspetta da GEIST un’esperienza da first person shooter è meglio che stia alla larga da questo titolo, che vede nel frame rate il suo vero punto debole. Per la prima volta in tanti anni, ho assistito – mio malgrado – ad un gioco only Cubo che scatta vistosamente sempre e comunque arrivando, nel peggiore dei casi (e non solo con tanti nemici a schermo), a dei veri e propri bloccaggi. In condizione normale i frames al secondo non saranno comunque più di 30, cosa abbastanza limitante per un FPS, limitante e non facilmente giustificabile, alla luce soprattutto dell’engine poligonale utilizzato, veramente modesto. Come ho avuto già modo di dire, sembrerebbe un titolo ancora in fase di beta testing, immesso sul mercato in fretta e furia per porre rimedio ad un periodo relativamente povero di uscite cubiche di rilievo; personalmente, altri motivi, non sono riuscito a trovarli. Dal profilo render abbiamo notevoli alti e bassi, se da una parte fa piacere vedere bump mapping a profusione e parecchie textures in HiRes, è anche vero che molti elementi scenario appaiono a volte slavati e con trame sfocate. In generale, manca quella pulizia grafica, quella limpidezza dei colori, quella cura maniacale del dettaglio che erano solite distinguere le esclusive Cubetto dalle altre. I personaggi sono resi abbastanza bene, con animazioni tutto sommato accettabili, un buon numero di poligoni ed ombra dinamica implementata; la fisica degli stessi è realizzata mediante la tecnica, non più giovanissima, nota a più come “ragdoll”, con tutti i limiti del caso: guardie uccise che assumono posizioni decisamente innaturali. Effetti grafici di contorno non ne ho notati, almeno non di particolarmente pesanti, a parte forse un po’ di environment mapping la cui presenza comunque non fa certo gridare al miracolo. Anche i lighting effects sono quantomeno anonimi, e pur illuminando in tempo reale l’ambiente circostante, lasciano fin troppo l’amaro in bocca, causa la realizzazione superficiale di elementi basilari come i colpi d’arma e le rispettive deflagrazioni. Effetti particellari pressoché inesistenti e un leggero aliasing chiudono il quadro generale, migliorabile sia da un punto di vista artistico che tecnico, si sarebbe potuto e dovuto fare di più, visti anche i numerosi rimandi.

Dolby Pro Logic II…GEIST non è un titolo eccelso da vedere, e purtroppo neanche da sentire. Nonostante il supporto del Dolby Pro Logic II, raramente vi sentirete immersi nell’azione, e questo a causa della realizzazione povera degli effetti sonori di base: esplosioni, spari, e raffiche di proiettili sono lungi dall’essere credibili, alcune armi paiono addirittura ovattate, quasi assenti, come assenti saranno anche i così detti “rumori ambientali”: luoghi come una base sotterranea, un eliporto o una sala generatori, a rigor di logica non dovrebbero essere più silenziosi di un ministero di domenica, eppure nel gioco così è. Ergo, il Dolby Pro Logic II c’è ma non si vede, anzi, non si sente, almeno nella maggior parte dei casi. Per quanto riguarda la colonna sonora, questa si riduce ad una unica traccia continuamente riproposta nelle situazioni clue, ed è superfluo specificare che per quanto orecchiabile sia alla lunga stanca. Il parlato è solo in lingua originale, qualitativamente buono ma non esente da difetti (talvolta è fuori sincro), ed è comunque ridotto all’osso nelle sezioni in game. Chi al solito non è pratico della lingua inglese sarà coadiuvato da sottotitoli a schermo in italiano.

Il multiplayer di GEIST…Il multiplayer ovviamente soffre di tutti i difetti che affliggono anche la campagna in singolo, primo fra tutti il frame rate zoppicante; tuttavia, in compagnia di 4 amici, indubbiamente ci si diverte, cosa che gioca un ruolo importante nel risollevare un po’ le sorti del titolo. Il multi consta di 3 modalità in tutto: “possession death match”, variante del tradizionale death match, “capture the host”, a sua volta variante di “capture the flag”, e “hunt”, l’immancabile “tutti contro tutti”. Le varianti di cui parlo, seppur di facile implementazione, danno quel tocco di originalità ad una componente (il multiplayer) che altrimenti sarebbe stata uguale a tutte le altre in tutti gli altri giochi. Nel “possession death match” ad esempio, l’arma a vostra disposizione cambierà in base al soldato posseduto, in “capture the host”, dovrete possedere un soggetto e raggiungere per primi un punto prefissato cercando – ovviamente – di mantenerlo incolume, infine, in “hunt”, ingaggerete uno scontro “spettri contro umani” in cui gli spettri dovranno possedere gli umani e causargli incidenti mortali, e gli umani, da parte loro, combattere gli spettri con lente ma efficaci “pistole anti-spettro” stile ghostbusters. Quest’ultima modalità multi è sicuramente la più originale di tutte, nonché la più in sintonia con ciò che poi sarete chiamati a fare nella campagna in singolo, da provare assolutamente. Nuove mappe e nuovi personaggi saranno sbloccabili grazie a speciali items (gli “ospiti da collezione”) che troverete sparsi in lungo e in largo nel corso dell’avventura principale.

Appunto personale sul sistema di controllo…… che è quello che sicuramente mi ha messo in difficoltà più di ogni altra cosa nella prima ora di gioco di GEIST, avrebbero potuto benissimo ricalcare l’impostazione tasti di Metroid Prime, riproponendo una configurazione già ben rodata e soprattutto adattabilissima al gioco in questione, così invece non è stato. Nella modalità “ombra” lo stick “C” funge da secondo analogico stile “pad S” della X, mentre, nella modalità “spettro”, all’analogico principale sono demandati tutti i movimenti spaziali, e al famigerato “C” la mira da fermo e gli spostamenti laterali, con il risultato che i tasti “L” ed “R” rimangono (in virtù della loro posizione sul pad Nintendo) decisamente mal impegnati: l’uno serve ad abbassarsi/correre e l’altro a fare fuoco. Alla fine, giocando un po’ con le impostazioni nella schermata opzioni, ho invertito gli assi e rimediato parzialmente al problema, ciò non toglie il caos nei momenti iniziali, in cui trovavo difficile anche aggirare una sedia, figuriamoci mirare e fare fuoco.

– Componente multiplayer

– Concept divertente

– Titolo innovativo

– Comparto tecnico deficitario

– Intelligenza artificiale sotto tono

– Colonna sonora non molto varia

7.5

GEIST è sicuramente un titolo diverso, fuori dal comune, con un concept di base divertente e ben congegnato, che però da l’idea di aver incontrato non poche difficoltà in fase realizzativa. Il gioco in fin dei conti diverte, soprattutto in multiplayer, ma presenta evidenti difetti riconducibili tanto al comparto tecnico quanto al gameplay, difetti peraltro non facilmente trascurabili. In conclusione, chi di voi è in cerca di una esperienza da FPS rimarrà presumibilmente deluso da GEIST, mentre chi è in cerca di un action surreale che offra anche una sorta di esperienza extracorporea, vedrà in GEIST l’unico possibile acquisto.

Voto Recensione di GEIST - Recensione


7.5