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Recensione

Dragonball Z Extreme Butoden

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Avatar di Pregianza

a cura di Pregianza

Pubblicato il 18/10/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Se si parla di picchiaduro, la serie Dragonball è ormai da tempo passata alla terza dimensione. Ha sicuramente senso, trattandosi di una saga ove i combattenti hanno il potere di svolazzare liberamente ovunque e persino l’area di un intero pianeta non è mai stata necessariamente una barriera invalicabile, ma la scelta di questa formula ha anche portato a una graduale semplificazione dei sistemi di combattimento.
Per i fan duri e puri dei fighting game, dunque, l’annuncio di DragonBall Z Extreme Butoden per 3DS è stato un lampo nel buio: un titolo sviluppato in parte dagli Arc System (software house nota proprio per la tecnicità dei suoi picchiaduro), completamente in 2D, e con un numero smodato di personaggi presi dalla serie pronto a tornare tra noi, manco fossimo ancora nell’era Super Nintendo.
Finalmente un picchiaduro super tecnico dedicato all’opera di Toriyama? La verità, purtroppo, è alquanto diversa dalle aspettative.
Nuvola Speedy, a me
Extreme Butoden è un gioco che sorprende da subito con la sua ricchezza di modalità, nonostante inizialmente queste siano quasi tutte da sbloccare. Si parte con la Storia Z, una campagna divisa in capitoli che racconta inizialmente l’intero svolgersi degli eventi fino alla conclusione della saga di Buu, e si divide poi in trame dedicate ai singoli personaggi. Non c’è nulla di particolarmente eccezionale in alcuna di queste campagne, al di fuori di qualche punto di vista alternativo, e la trama è narrata tramite schermate statiche di testo accompagnate da ritratti animati grossolanamente, pertanto non aspettatevi uno story mode di gran classe. 
Sicuramente più sfizioso è l’Adventure Mode, che richiede di ottenere punteggi variabili nelle battaglie e offre una semplice ma piacevole mappa del mondo dove vagare. Una volta raggiunti certi risultati si sbloccano personaggi extra e assist per favorire la rigiocabilità degli scontri. Occhio però, qui insorge il primo problema: gli assist characters infatti, richiamabili con un semplice tocco in battaglia, sono una marea, ma i combattenti veri e propri non raggiungono tali numeri, limitandosi a un gruppetto con vari guerrieri ripetuti in versione trasformata e molteplici assenze illustri. Uno potrebbe passarci pure sopra se questi fossero estremamente unici, ma anche il combat system ha delle concrete magagne, che rovinano un po’ l’esperienza.
Gli sviluppatori, dopotutto, hanno optato per mantenere le cose facili e adattare l’esperienza a una console portatile come 3DS. Questo significa che di base Extreme Butoden usa i 4 tasti frontali per le manovre base, e i due trigger dorsali per variarle, con combinazioni di semplicità rara. Arrivate di fronte all’avversario e con una serie di attacchi veloci seguiti da una chiusura con colpo forte eseguirete una combo poderosa. Ed è davvero quasi tutto qui, con mosse speciali che sfruttano una barra del KI ricaricabile limitate a due per combattente, super mosse collegabili alle combo più lunghe, scatti improvvisi che permettono di eseguire limitate combo aeree dopo un primo assalto, e un pulsante per la schivata utile per arrivare alle spalle dell’avversario. Davvero basilare come combat system, specie se si considera chi c’è alle redini. 
Non che non sia divertente o spettacolare, meglio precisarlo. Extreme Butouden riesce comunque a fare la sua bella figura in azione, grazie alla velocità degli assalti e a un look molto vicino ai vecchi classici per console Nintendo. La possibilità di piazzare colpi devastanti in modalità “risveglio” (attivata dopo aver pigliato qualche colpo di troppo, e in grado di far arrivare al 200% la barra del KI) inoltre galvanizza non poco i match, per via della fedeltà delle mosse a quelle della serie originale. Solo che dopo un po’ le similarità tra i combattenti stancano, gli assist rappresentano una chicca relativamente trascurabile, e persino la modalità Torneo Mondiale Estremo non esalta più di tanto, piagata da un’IA ben lontana dall’essere strabiliante. 
In multiplayer le cose si fanno più gustose, ma subentra un’altra bega di quelle grosse… l’online non c’è. Niente modalità torneo in rete, niente lobby, solo la possibilità di creare una stanza in locale o cercarne una. Per un picchiaduro non è una mancanza da poco, purtroppo.
Quello che resta è dunque un picchiaduro godibile per qualche ora in singleplayer, con tanti unlockables, un prezzo piuttosto onesto, una modalità storia passabile e un combat system che appassiona solo se si ha qualche amico con cui condividerlo. Un peccato se si valutano le potenzialità effettive del prodotto.

– Veloce, accessibile e spettacolare

– Ricchissimo di personaggi…

– Tante modalità…

– Combat system eccessivamente semplice, che alla lunga stanca

– …ma quelli giocabili sono pochi

– …ma piuttosto banali e piagate da un’IA non brillantissima

6.5

Dragonball Z Extreme Butoden avrebbe potuto riportare in grande stile su 3DS i picchiaduro bidimensionali dedicati all’epica di Toriyama, ma gli sviluppatori hanno preferito optare per l’accessibilità a ogni costo, sfornando un gioco che riesce sì ad essere scenico e divertente, ma non può appassionare a lungo. La mancanza dell’online, poi, relega Extreme Butoden alla nicchia dei prodotti pensati solo per i fan, ed è triste veder sprecato in tal modo tanto potenziale. Consigliato solo se cercate un fighting game 2D accessibile e ulteriormente arricchito dalla presenza di Goku e compagnia bella.

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