Recensione

Deception IV

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a cura di Pregianza

In tutti noi c’è un pizzico di sadismo. Ammettetelo, almeno una volta nella vita avete desiderato di creare una sorta di elaborata macchina di Rube Goldberg per fare passare un brutto quarto d’ora a qualcuno, magari anche da bimbi, dopo aver visto qualche exploit di Wile E. Coyote. 
Beh, se le gesta del maniaco di Saw vi sono sempre sembrate un interessante punto di partenza per un videogioco, forse è il caso che diate un’occhiata alla serie Deception di Tecmo, un gruppetto di titoli dove da sempre si fa soltanto una cosa: si piazzano trappole letali.
Da noi, per l’esattezza, è arrivato di recente Deception IV: Blood Ties, dopo un lungo silenzio. Sarà contorto a sufficienza per gli amanti di botole, ghigliottine e punte d’acciaio?
Metti il piede qui. Giuro che non ti succede niente
Pensato come seguito di Trapt, alias Kagero II, Deception IV è ambientato in un mondo in passato controllato dal Diavolo, un demonio potentissimo sigillato grazie al potere di 12 santi e di una tavola di versi sacri. 3000 anni sono passati dalla sconfitta del Diavolo, e ora sua figlia Laegrinna ha deciso di liberarlo per riportare l’umanità sotto il suo controllo, aiutata da tre demonesse nate dall’odio del padre. Parte così una lunga avventura dove la morale è un optional, con il solo scopo finale di riconquistare tutti i pezzi della tavola sacra e liberare la più grande minaccia per l’umanità. 
Non si tratta certo di un titolo dove la narrativa risulta indimenticabile, ma è difficile non apprezzare le sfumature morali della trama o il fatto che, a tutti gli effetti, nel gioco si interpreta “il cattivo”. Vi sono finali multipli, oltre alla chance di giocare con uno stile più burlone che brutale, ma in generale la linea che divide bene e male resta sempre piuttosto sottile e mantiene le cose avvincenti. La scelta di mantenere le voci in giapponese contribuisce a rendere attraente la storia, visti i doppiaggi non proprio felicissimi in inglese dei predecessori. Niente italiano però, ci dispiace.
A livello di gameplay il gioco non si discosta particolarmente dai canoni della serie. Si controlla la sola Laegrinna nelle varie ali di un castello, e in qualunque momento è possibile posizionare un tot di trappole di vario tipo, attivabili in serie per ottenere effetti devastanti. Le trappole, ovviamente, vanno usate per mettere ko una lunga lista di nemici, che invaderanno il castello della protagonista a ondate in vari capitoli della campagna. Ogni capitolo si conclude quando tutti i nemici sono stati eliminati, di solito con un personaggio boss dotato di abilità speciali da mettere fuori gioco a chiudere la sezione. Attenzione comunque, Laegrinna non è invulnerabile e tutti gli invasori non vorranno altro che la sua dipartita. 
Il sistema alla base del tutto è molto semplice: il nemico arriva, si mette in pausa il gioco, si passa a una telecamera dall’alto, e si calcolano gli effetti di ogni marchingegno in modo che la vittima venga sbalzata da un pericolo all’altro, grazie a una comoda serie di indicatori che chiariscono con precisione l’effetto ad area di ogni oggetto usato. Inizialmente non avrete molto a disposizione, e solo tre slot per eseguire delle combinazioni, tuttavia non dovranno passare molte ore perché il vostro arsenale si allarghi a dismisura. Aggiungete alle trappole una serie di elementi interattivi delle mappe estremamente dannosi, e potrete sbizzarrirvi in combo di rara malvagità. 
Peggio dei criceti
Concettualmente, a molti di voi questo potrà sembrare un titolo assolutamente geniale, una mescolanza di strategia, follie nipponiche e devastazione memorabile. Deception IV però ha alcuni problemi evidenti, che gli impediscono di brillare realmente. Il primo, e il più evidente, è la ripetitività dell’azione. È vero che le trappole diventano deliranti già a metà avventura, ma alla fin fine tutto ciò che si fa nelle mappe del gioco è vagare di stanza in stanza, posizionando serie efficaci per passare rapidamente (e senza danni) al gruppo di nemici successivo. Il titolo cerca di smorzare la noia utilizzando antagonisti con immunità e poteri unici, ma non basta, e certe combinazioni di elementi interattivi e semplici piattaforme a molla possono ripulire un livello in un istante. 
Ci mette del suo anche l’intelligenza artificiale, a dir poco ebete. I vostri antagonisti non faranno altro che correre nella direzione di Laegrinna, saltellando nel caso si tratti di agili ladri, o scagliando proiettili se maghi o arcieri. Un minimo di acume lo si nota solo nel caso dei boss, che una volta colpiti dalle trappole tendono ad evitare i marchingegni dove sono stati fregati la volta prima costringendo di solito a un cambio di zona, ma finisce qui. Bene o male, l’elemento più divertente è la necessità di completare dei compiti offerti dalle demonesse al vostro servizio, che spesso vi richiederanno di ottenere un certo quantitativo di punti con una delle tre categorie di trappole disponibili. Insomma, se il gameplay fondamentale non vi cattura al 100% da subito, difficilmente reggerete le dieci ore e passa della campagna, vi abbiamo avvisato.
Nel caso in cui invece Deception dovesse riuscire a conquistarvi, sarete felici di sapere che il titolo vanta anche una modalità libera nella quale saranno selezionabili avversari, trappole e mappe, un longevo Challenge Mode, e persino un Quest Creation Mode, ove dare vita a un numero indefinito di prove online e scaricare le creazioni degli utenti. Tanti contenuti, accompagnati da un bel numero di sbloccabili e costumi alternativi.
Tecnicamente infine non siamo di fronte a tanta abbondanza. Il titolo è molto arretrato, le mappe hanno un conteggio poligonale da ps2, e persino Laegrinna e i modelli dei nemici non sono un capolavoro di dettaglio. Discorso a parte per le animazioni e i suoni, davvero soddisfacenti quando si piazza una combo brutale al punto giusto. 

– Concetto di base molto interessante

– Inanellare una combo complessa dà soddisfazioni

– Ricco di contenuti

– Gameplay ripetitivo

– Intelligenza artificiale indegna

– Tecnicamente arretrato

6.5

Deception IV è un titolo con un’enormità di difetti. È lento, ripetitivo, e l’intelligenza artificiale indegna dei nemici lo rende persino facilotto una volta assorbite a dovere le meccaniche. Si tratta anche però di un titolo costruito attorno a una base brillante e originale, che non mancherà di divertire una piccola schiera di appassionati delle trappole e della strategia, e vanta abbastanza buone idee da meritare una sufficienza piena nonostante le sue macroscopiche mancanze. Un peccato che un’idea di fondo così buona non sia stata sfruttata meglio, ma chissà che in futuro la formula non riesca a evolversi al punto da catturarci davvero tutti.

Voto Recensione di Deception IV - Recensione


6.5