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Recensione

DIVO

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Avatar di Sora

a cura di Sora

Pubblicato il 15/02/2013 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Nell’ormai lontano 1987, un operaio di una razza aliena chiamato Pogo, si preparava a distruggere delle torri costruite dagli umani, che minacciavano l’ecosistema del suo pianeta, Nebulus. Il videogioco condito da questa trama prende il nome dal pianeta stesso e fu un successo acclamato per il mitico Commodore 64, non di certo per il misero intreccio narrativo poco sopra descritto, quanto per l’effetto rotatorio da cui era caratterizzato, innovativo all’epoca. Oggi, la stessa struttura è stata ripresa da Roman Syrovatka, che ha dato vita ad un indie game fuori dal comune visti i tempi che corrono, traendo vantaggio da una prospettiva ormai passata e quindi accantonata, ma proprio per questo non usuale. Certo, non si può gridare al miracolo o parlare di successo inaspettato, come accadde qualche anno fa per Minecraft, ma sicuramente anche DIVO sa il fatto suo, trovando punti di forza dove altri videogames non vanno a mirare e rispolverando un tipo di gioco che, almeno per i più, non pecca di cliché. Come detto prima, le fonti d’ispirazione per Roman Syrovatka sono stati titoli di vent’anni fa – Castelian, Kyorochan Land, Subline – o giù di lì, per cui a meno che non si abbia una cultura videoludica da spavento, è difficile puntare il dito contro DIVO dicendo “sa di già visto”. 

Un porcellino d’India inarrestabile!
Una volta avviato il gioco, ci troviamo davanti ad un menù principale molto intuitivo, con le poche opzioni indispensabili per un action o un platform: nuova partita, continua, opzioni e punteggi. Nulla di particolare insomma, il che fa presupporre che il titolo stesso sarà piuttosto semplice e immediato. Sullo sfondo un simpatico roditore con tanto di caschetto e occhiali da sole, di fianco ad una cyber-ruota che ha sapore di un futuro lontano ma non ben definito. Cominciato il primo livello, si intuisce pian piano di trovarsi di fronte a un gameplay proveniente dal passato, anche se il tutto è rapportato ai tempi d’oggi, per cui tranquilli, nessun 2D scadente o bit che si contano sulle dita di una mano! Al contrario, il titolo di Roman Syrovatka risulta nel complesso soddisfacente e piuttosto curato, sia dal punto di vista grafico che da quello del gameplay. Lo stesso non si può dire per la trama, buttata lì giusto per dare un motivo al porcellino d’India di entrare nella ruota robotica e a muoversi su e giù per i vari livelli: una veloce cut scene ci mostrerà che due porcellini d’India (o forse sarebbe meglio definirli Cavie domestiche) vengono rapiti dagli alieni e successivamente rinchiusi dentro una gabbietta. Al nostro eroe, tuttavia, viene concessa la possibilità di scalare le diverse torri cilindriche – che tra l’altro saranno i livelli – rinchiuso all’interno della cyber-ruota. Nulla di eclatante, e di certo non una trama capace di dare al gioco un vero motivo per essere ricordato.
I punti di forza di DIVO sono naturalmente altri, non ci vuole molto a capirlo: alla base di tutto c’è l’immediatezza con cui esso si pone, risultando di fatto interessante per tutti, specialmente per il giocatore che si immerge nei videogiochi per staccare la spina dalla routine quotidiana. Intuitivo sia dal punto di vista visivo, sia da quello dei comandi, insomma. 
Lo scopo sarà appunto quello di muoversi all’interno della ruota, raggiungendo la fine del livello che si trova da qualche parte su per il cilindro che andremo a scalare. Per muovere orizzontalmente il nostro roditore, basterà utilizzare le frecce direzionali destra e sinistra, mentre premendo “in su” saremo in grado di farlo saltare, in perfetta tradizione platform; per coloro che vorranno cimentarsi con dei comandi alternativi, potranno utilizzare il mouse, ma il tutto risulta più scomodo e meno preciso. Ad indirizzarci durante il corso dei livelli saranno numerosi punti interrogativi gialli, i quali forniranno delle istruzioni o dei consigli che faranno comodo da lì a breve. Come da norma, ci troveremo a raccogliere degli oggetti fluttuanti che andranno a incidere nello score finale, consentendoci di scalare una classifica che mette a paragone diversi profili. Per aumentare il punteggio, ovviamente, sarà necessario anche cercare di terminare lo stage nel minor tempo possibile: a proposito, occhio al countdown nella parte superiore destra dello schermo, perché talvolta verremo messi davvero alle strette. Fortunatamente, ci saranno dei bonus che consentiranno di recuperare una manciata di secondi preziosi. 
Per il resto, il titolo gira sempre intorno alle solite cose, ovvero corri, salta, evita, raccogli. Al buono sviluppatore, non è però mancata la cura del dettaglio e l’attenzione nel far evolvere alcune caratteristiche di tutto rispetto, che riescono a donare al gioco quel filo di originalità che non guasta mai. 
Giro giro tondo, casca il mondo! 
Abbiamo parlato prima di torri cilindriche, infatti i livelli avranno tutti quanti la medesima struttura. Non sappiamo con precisione in quale punto si trova il nostro traguardo, ma toccherà a noi decidere quale direzione prendere per raggiungerlo: infatti l’ambiente di gioco, trattandosi appunto di un cilindro, sarà aggirabile sia da destra che da sinistra, senza limiti sullo schermo che bloccheranno i nostri movimenti come succede nella maggior parte dei platform. Questo senso di rotazione, rende davvero dinamiche le mappe, che risultano divertenti da studiare. 
Trovare la strada più veloce per ottenere un punteggio migliore, oppure quella che ci consente di ottenere più punti, non è affatto un gioco da ragazzi, anzi, tutt’altro. Feature interessante è quella di poter utilizzare una sorta di magnetismo per rendere la nostra ruota robotica simile ad una calamita, muovendoci così anche sulle pareti verticali o, meglio ancora, sulla parte inferiore di una superficie. Basterà premere la barra spazzatrice e il gioco è fatto! 
La semplicità del titolo è una qualità che evita la frustrazione, ma è contemporaneamente un malus che alla lunga può farlo diventare ripetitivo. Durante i vari livelli, non mancheranno i nemici pronti a minacciare la nostra barra di energia, blocchi da far saltare in aria con delle bombe per poter proseguire, dirupi senza fondo e chi più ne ha più ne metta. Il risultato è quello di un platform simpatico con elementi puzzle, dove l’abilità e i riflessi del giocatore contano più di ogni altra cosa. Di punti a sfavore non ne mancano, certo, ma tutto sommato il lavoro svolto dallo sviluppatore finisce per essere gradevole, più che sufficiente specialmente nel caso di una partitina veloce e spensierata. Uno dei nei che salta subito all’occhio è la mancanza di una modalità multigiocatore, che avrebbe sicuramente divertito sia in locale che online; per non parlare poi del sonoro e delle musichette di sottofondo, che a lungo andare sono veramente da esaurimento nervoso. La grafica, al contrario, seppur non faccia gridare al miracolo, è assolutamente valida: la scelta di un design così colorato e dalle curve morbide ben si addice al dinamismo generale che caratterizza il titolo, rendendo il tutto carino da vedere e armonioso.

– Bella pensata la struttura cilindrica!

– Gameplay dinamico e frenetico

– Prezzo basso

– Può stancare facilmente

– Sonoro fastidioso

– Deve piacere il genere

6.5

DIVO non è un gioco da scartare, nonostante possa sembrare un titolo fondato su costrutti elementari e di poco conto. Quando si dà un giudizio a un gioco si deve tenere sempre a mente il lavoro delle menti che lo hanno sviluppato: essendo semplicemente un indie, non possiamo non premiare con la sufficienza il lavoro globale e le scelte che hanno coronato il prodotto finale, non di certo esaltante e privo di pecche, ma sicuramente non da buttare per la sua struttura ludica. Inoltre, si può acquistare comodamente su Steam al prezzo decisamente modico di 4.99 €.

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