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Recensione

Captain Tsubasa: New Kick Off

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Avatar di Gianluca Arena

a cura di Gianluca Arena

Editor

Pubblicato il 14/02/2011 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Alzi la mano chi non si è sentito Oliver Hutton per almeno una volta nella vita o chi, costretto a stare in porta perché più robusto degli altri, o meno dotato tecnicamente ma più istintivo, non si è consolato immaginandosi Benji Price? A oltre trent’anni dalla nascita del manga originale firmato Yoichi Takahashi, arriva anche in occidente e addirittura localizzato nell’idioma dantesco, Captain Tsubasa: New Kick Off, gioco rilasciato da Konami sul suolo giapponese quasi un anno fa, proprio per festeggiare il trentennale di una delle serie più seguite della storia dell’animazione giapponese, che ha coinvolto almeno tre generazioni di ragazzi, grazie anche al gran numero di repliche proposte dalla televisione nostrana.Il dubbio sorge spontaneo: mera commercialata o titolo interessante? Scopritelo con noi.

Quel campetto polveroso di periferiaLa storia del manga originale ruotava intorno ad un ragazzo talentuoso e determinato, Oliver Hutton (Tsubasa nella versione originale) ed alla realizzazione del suo sogno, partendo da polverosi campetti alla periferia di una metropoli nipponica per giungere a giocare il campionato del mondo con la maglia della nazionale giovanile, con tanto di avversari francesi, italiani e tedeschi (chi si ricorda del maledetto Schneider?). Senza dilungarci troppo su avvenimenti noti alla stragrande maggioranza di utenti compresi tra i 18 e i 35 anni, ci limiteremo a dire che il titolo Konami ripercorrerà tutti gli avvenimenti del manga originale, con un arco di eventi molto ampio che partirà addirittura dalle assolate estati in cui il protagonista frequentava ancora le scuole medie. Questo comporta, ovviamente, la presenza di tutti i personaggi cui il pubblico si è affezionato nel corso degli anni, dal maestro (Roberto nella versione italiana) al rivale Mark Lenders, passando per i Gemelli Derrick e lo sfortunato Julian Ross: questo festival del fan service è parzialmente rovinato da una scelta di marketing perlomeno discutibile da parte della softco nipponica, la quale ha deciso di lasciare immutati i nomi originali dei protagonisti della saga, spiazzando completamente i fan della versione televisiva, che è sicuramente quella che ha riscosso maggiore successo nel tempo. Se, in senso assoluto, saremmo favorevoli a questa scelta, in quanto crediamo che ogni traduzione non necessaria finisca con lo snaturare un prodotto culturale, dall’altro troviamo che questo non permetta al pubblico un’immedesimazione totale e causi, in più dialoghi, un certo spaesamento in chi non è a conoscenza dei nomi originali dei personaggi.La scelta risulta ancora più incomprensibile se si pensa che il gioco è interamente nella nostra lingua e, pur presentando una serie di imperfezioni in sede di traduzione, si mostra per essere un caso più unico che raro tra i giochi dedicati alla serie fin qui usciti, non solo su Nintendo DS.

Strategia calcisticaLe dinamiche di gioco ricalcano anch’esse i ritmi sincopati cui la serie animata ci aveva abituato: in un peculiare ibrido tra un gioco di strategia e uno sportivo, il gioco permette di controllare in tempo reale i propri giocatori, o meglio il portatore di palla, ma non di tirare, passare o eseguire qualsiasi altra azione senza passare per un apposito menu a schermo. In poche parole, alla pressione di un tasto, l’azione si interromperà per lasciare spazio ad un menu a quattro variabili, attraverso il quale impartire un ordine al nostro giocatore, spaziando dai più classici (passa, tira, contrasta, o para se si controlla il portiere) ad altri decisamente più fantasiosi, che comprendono mosse speciali, tiri spettacolari e tutte le irrealistiche meraviglie che avevano sancito il successo dei fumetti prima e dell’anime poi. Sinceramente, non avremmo pensato ad un modo migliore per dare forma videoludica alle interminabili partite della serie TV, dove un tempo poteva durare anche tre puntate, infarcito com’era di dialoghi, momenti drammatici, scelte epocali e spettacolari colpi speciali. Nelle fasi “attive”, il controllo è delegato alla croce direzionale che, come sanno bene tutti gli amanti dell’altra grande produzione Konami in fatto di titoli calcistici, non si rivela comodissima nell’impartire le diagonali e restituisce uno sgradevole senso di legnosità all’esperienza di gioco: ciononostante, dopo una fase iniziale di abitudine e scesi a compromessi con la durata davvero eccessiva di ogni match, il titolo si lascia giocare, alternando momenti di pura esaltazione (ottenuta la rovesciata di Holly non ce n’è più per nessuno!) a fasi decisamente meno entusiasmanti, dove una certa ripetitività e un ritmo di gioco tutt’altro che serrato gravano irrimediabilmente sull’esperienza generale. Che lo si ami o lo si odi, New Kick Off è tarato sugli stessi pregi e difetti della serie originale, dall’eccessiva verbosità dei ventidue in campo alla spettacolarità di determinate mosse speciali: la modalità principale, denominata Storia, scorre liscia come l’olio, con un livello di difficoltà medio – basso e poche sorprese, se si eccettuano alcuni colpi che ravviveranno un po’ la situazione.Il gioco è caratterizzato proprio da questa alternanza di elementi gradevoli (soprattutto ai fan della serie) e scelte di gameplay discutibili che, nell’intento di mantenere fede all’ambientazione e alle situazioni dell’anime, smorzano la godibilità del titolo per i più giovani e per quanti da un gioco sportivo pretendono prima di tutto ritmo e giocabilità.

Come la serie TVA costo di suonare ripetitivi, non possiamo esimerci dal proporre anche in sede di valutazione tecnica del titolo la gran parte dei concetti espressi fin qui: pur nei limiti imposti da un hardware, quello del glorioso Nintendo DS che, dopo anni di onorata militanza, sta per andare in pensione in maniera definitiva, i programmatori hanno reso efficacemente il mondo cui Takahashi diede vita oltre trent’anni fa, con dei personaggi molto somiglianti a quelli della serie televisiva, sia nelle talking heads durante i lunghi dialoghi, sia nelle movenze in campo, dove non si farà fatica a riconoscere soprattutto i protagonisti principali, da Holly a Lenders.Se questo era lo scopo, lo si può dire raggiunto in pieno, e i fan saranno soddisfatti di tornare indietro con la memoria ai lunghi pomeriggi passati ad emulare i loro idoli: allargando però il punto di vista, faremmo un torto al lavoro di molte altre software house ad additare New Kick Off come un perfetto canto del cigno per il DS, se è vero che gli sprite non sono di ottima qualità e non possono contare che su un set di animazioni molto limitato, che verrà reiterato per tutta la durata della modalità principale.Discreto il sonoro, e apprezzabile la possibilità di confrontarsi con tre amici in sfide multigiocatore, limitate però al solo locale: a differenza del paese del Sol Levante, dubitiamo, anche a causa di una campagna pubblicitaria inspiegabilmente blanda, che troverete tre amici, ognuno in possesso di una copia del gioco.Eppure, se la cosa avvenisse, il divertimento aumenterebbe non poco, perché l’imprevedibilità offerta dal giocatore umano prenderebbe il posto di un’intelligenza artificiale che ci ha lasciato insoddisfatti in più di una circostanza.

– Trama e ambientazioni amate dal pubblico

– Di facile fruizione

– Buona longevità

– Né carne, né pesce

– Ritmi troppo dilatati, soprattutto per un titolo portatile

– Nomi della versione originale

7.0

Captain Tsubasa: New Kick Off è un gioco gradevole e divertente, se preso per quello che è: un omaggio ad un’opera d’arte di innegabile valore, che ha divertito generazioni di spettatori, tanto in Giappone quanto in occidente, fruibile da tutti, dal fan dell’ultima ora al più nostalgico degli trentenni. Ma se dovessimo limitarci ad analizzarne solo i contenuti ludici, risulterebbe un prodotto riuscito solo a metà, che propone buone idee e una struttura di gioco peculiare e interessante, ma che, nel contempo, soffre dei vincoli imposti dal nome che porta e non riesce a soddisfare pienamente né l’amante dei titoli sportivi, né quello degli strategici in tempo reale, finendo con il risultare né carne né pesce. Caldamente consigliato a tutti coloro che stravedono per la serie originale, mentre ne suggeriamo quantomeno il noleggio a tutti gli altri possessori della console a due schermi di Nintendo.

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