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Recensione

Animal Crossing: Happy Home Designer

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Avatar di LoreSka

a cura di LoreSka

Pubblicato il 23/09/2015 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

7

Sono molti i motivi che hanno spinto un pubblico vasto ed eterogeneo ad apprezzare la serie Animal Crossing. Questa sorta di simulatore di vita ci è entrato nel cuore grazie ai suoi personaggi, all’atmosfera rilassata, all’accento sul collezionismo, al tempo del gioco che va di pari passo con quello reale e, naturalmente, alla presenza di una casa da abbellire. Anche se ogni giocatore ama un aspetto diverso di questo gioco, non vi è dubbio che l’ampliamento e l’arredamento della propria casetta siano fra i più graditi. Si raccolgono stelline, si paga il mutuo, si iniziano a collezionare oggetti e decorazioni e, nel giro di qualche mese, si trasforma un buco polveroso in qualcosa di speciale.
L’idea di basare un gioco solo sull’arredamento delle case di Animal Crossing, pertanto, è molto buona. In Animal Crossing: Happy Home Designer vestiamo i panni di un interior designer al soldo della Immo Nook, l’immobiliare gestita dal tanuki col fiuto per gli affari Tom Nook. Da un simulatore di vita, dunque, Happy Home Designer riduce la formula di Animal Crossing a una sorta di editor per l’arredamento di una casa, spogliandolo di tutti gli elementi che accompagnano la serie.
Interior designer!
Nel gioco veniamo costantemente avvicinati dai personaggi celebri di questa saga, che ci presentano le loro idee per l’arredamento della propria casa. Dopo avere accettato l’incarico, abbiamo accesso ad un editor che ci consente di piazzare mobili e decorazioni con un semplice tocco di pennino. A differenza dei capitoli principali della saga, nel quale l’organizzazione degli spazi avviene attraverso il nostro personaggio che spinge o trascina gli oggetti, in questo titolo avremo a disposizione una piantina della stanza da arredare e una lista di oggetti divisi in numerose categorie. Tutto avviene con semplicità: si sceglie l’oggetto, lo si piazza e lo si sposta con un intuitivo drag and drop. In pochi istanti, dunque, è possibile abbellire una stanza altrimenti sterile, e personalizzarla sulla base delle richieste del committente.
Gli abitanti della città in cui ci troviamo hanno diversi gusti e diverse richieste. C’è chi vi chiederà una casa a tema giapponese, chi vorrà un ambiente moderno, chi cercherà di riempire l’appartamento di cuoricini e chi, invece, orienterà le proprie preferenze sulla base di un colore. Per ogni incarico, il nostro cliente ci fornisce una serie di mobili che devono essere inseriti nella stanza per intercettare i suoi gusti: normalmente, si tratta di due o tre suppellettili in tema con la richiesta, assolutamente insufficienti per ottenere un risultato soddisfacente. Per questa ragione, il giocatore è chiamato a sfogliare il catalogo di mobili, soprammobili, muri, pavimenti e tappeti per ottenere un risultato gradevole alla vista.
È molto divertente vedere come, oggetto dopo oggetto, l’ambiente inizi a prendere forma cambiando radicalmente e trasformandosi in qualcosa di molto gradevole e, perché no, funzionale. Molto spesso le case con cui abbiamo a che fare presentano degli spazi modesti, ed è nostro compito fare una cernita e inserire nella stanza l’indispensabile, il tutto tenendo bene a mente le richieste fatte in fase di progettazione.
Oltre agli interni, è possibile personalizzare i giardini: talvolta alcuni abitanti hanno richieste particolari in merito agli spazi esterni, e anche in questo caso ci vediamo costretti ad assecondare i nostri amici animali. In alcune situazioni i gusti degli abitanti sono piuttosto bizzarri, ed è proprio in questi casi che possiamo dare libero sfogo alla fantasia e creare dei luoghi fantasiosi, poco pratici ma in linea con le idee del cliente.
Al contempo, l’immancabile Fuffi ci chiede di arredare alcuni luoghi pubblici della città, che nel corso della nostra “avventura” si ingrandisce sempre di più con nuovi esercizi commerciali, sale di pubblica utilità, e via dicendo.
Dov’è la sfida?
Se in Animal Crossing l’arredamento delle nostre case andava di pari passo con la valutazione da parte dell’Accademia delle Belle Case, in Happy Home Designer le cose sono piuttosto diverse. In questo gioco, infatti, non vi è alcun vantaggio (o svantaggio) nell’arredare le case con gusto: finché si utilizzano i mobili richiesti dagli abitanti, tutto va per il verso giusto. Possiamo creare case orribili, poco funzionali o di cattivo gusto: non riceveremo mai valutazioni negative e non vi saranno malus (o bonus) per le nostre azioni. In altre parole, in Happy Home Designer la sfida è totalmente assente: non vi sono punteggi, non vi sono valutazioni e tutta l’esperienza si riduce a piazzare dei mobili e scattare qualche fotografia da condividere attraverso il Miiverse. Il gioco è proprio questo: non vi sono reali motivazioni per assecondare le richieste dei nostri clienti al di fuori della componente sociale, e non vi è alcun sistema economico: dimenticatevi le stelline di Animal Crossing, qui non c’è alcun mutuo da pagare, gli oggetti non si comprano e non si vendono e non si ricevono gratifiche monetarie per i lavori svolti ma solo un sacco di sorrisi e complimenti.
Questo è, indubbiamente, l’aspetto più controverso del gioco: se l’aspetto che più amate di Animal Crossing è l’arredamento delle abitazioni e la creatività necessaria per costruire un ambiente piacevole e originale – dimenticandovi completamente dell’aspetto finanziario – questo gioco vi divertirà. Ma se, al contrario, il vostro interesse è di riuscire a fare quadrare i conti, ottenere una valutazione per il lavoro svolto e qualche forma di gratifica, la ripetitività della formula vi coglierà alla sprovvista dopo pochissime ore di gioco.
L’unico aspetto che vi spinge a progredire nel gioco riguarda il collezionismo: accettando lavori si ha la possibilità di sbloccare nuovi animali, i quali hanno gusti particolari e potrebbero presto chiedervi di modificare o ampliare le case. Non vi sono (quasi) mai richieste troppo simili fra loro, e ad ogni lavoro accettato il catalogo di oggetti disponibili si amplia a dismisura con ogni genere di mobile, lampada, pianta o muro strano. Nel giro di qualche giorno avrete a disposizione una lista di arredi gigantesca, e potrete dare libero sfogo alla vostra vena creativa. A questo si aggiunge la possibilità di “animare” le case attraverso l’utilizzo delle carte Amiibo, compatibili con New 3DS e New 3DS XL in maniera nativa e con i vecchi 3DS, 3DS XL e 2DS grazie al portale a infrarossi acquistabile in bundle con una versione speciale del gioco o separatamente: queste carte, vendute in pacchetti sigillati da 3 carte ciascuno e al prezzo di 5 euro circa, vi consentono di ottenere nuovi amici da invitare nelle case da voi arredate per organizzare delle festicciole in cui scattare tante fotografie da condividere attraverso il Miiverse. L’idea è molto carina, per quanto blanda, ma – data la presenza di carte rare – potrebbe amplificare la vena collezionistica, uno dei punti cardine di questo gioco. Non sappiamo, al momento, se le carte innescheranno una mania simile a quella vista per gli Amiibo, ma non vi è dubbio che l’idea di acquistare carte NFC da un’azienda nata come fabbrica di carte da gioco di alta qualità sia piuttosto allettante.

– Centinaia di oggetti da scegliere

– Non vi è mai un tema uguale a un altro

– Le richieste degli abitanti sono davvero tante

– Non vi è una reale sfida

– La stessa formula si ripete per tutto il tempo

7.0

Animal Crossing: Happy Home Designer è un gioco che dividerà il pubblico di questa serie. Si tratta di una sorta di tela bianca su cui il giocatore può riversare tutta la propria creatività, senza pensieri e senza una reale motivazione. Sfortunatamente, è proprio la mancanza di sfida a rendere il gioco difficilmente apprezzabile da tutti. Al contempo, però, siamo di fronte a un prodotto di ottima qualità, curato e pieno zeppo di possibilità per chi ha un po’ di fantasia. Se l’arredamento delle case di Animal Crossing è la vostra passione, non vi deluderà.

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