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Recensione

A Blind Legend

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Avatar di Francesco Ursino

a cura di Francesco Ursino

Pubblicato il 06/05/2016 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

Il gioco di cui parliamo oggi ha una peculiarità: per tutto il tempo, non farà altro che proporre al giocatore una schermata grigia. Questo perché A Blind Legend, sviluppato da Dowino, già presente su iOS e Android, è pensato per essere ascoltato, e non visto. Noi lo abbiamo provato per voi – rigorosamente a occhi chiusi – e siamo pronti a spiegarvene le peculiarità.

Un eroe sfortunato Definito come un hack ‘n’ slash dai suoi sviluppatori, A Blind Legend racconta le avventure di Edward Blake, cavaliere cieco che, insieme alla figlia Louise, dovrà intraprendere un lungo viaggio nella speranza di riuscire a salvare la propria sposa. Il giocatore vivrà l’avventura nei panni di Edward, senza dunque poter contare sulla vista: per tutto il gioco, lo ripetiamo, non si vedrà altro che una schermata grigia che, in effetti, a volte lampeggerà di rosso o bianco, a seconda di cosa stia succedendo nel titolo. Nato da una co-produzione che coinvolge anche France Culture, il titolo Dowino vuole essere considerato un videogioco a tutti gli effetti (e così è, come vedremo nel paragrafo del gameplay); la cosa interessante di tutta questa impostazione, però, è che si tratta di un prodotto interamente fruibile anche da chi, purtroppo, non ha il dono della vista: in A Blind Legend, allora, possiamo constatare una notevole vocazione sperimentale, senza però dimenticare della necessità di intrattenere il giocatore. Il titolo, infatti, impegnerà il giocatore per qualche ora: le traversie di Edward e Louise porteranno i due a scontrarsi con banditi, animali feroci, nonché ad attraversare dirupi pericolanti e foreste incantate. Tutto questo, però, esisterà solo nella mente del giocatore, e la cosa bella di tutto ciò è che ognuno, giocando a A Blind Legend, arriverà alla fine del gioco avendo costruito una propria rappresentazione dei personaggi, dei luoghi, e delle minacce che si sono affrontate.La differenza principale tra le versioni mobile e quella PC, da noi esaminata, è il prezzo: su iOS e Android, infatti, il titolo è sostanzialmente gratuito, visto che le microtransazioni presenti riguardano l’ammontare di vite a disposizione del giocatore; su PC, invece, il titolo è proposto su Steam a € 6,99.

Un passo avanti, un passo indietroTradurre in gameplay tutte le belle parole che abbiamo speso nel paragrafo precedente è relativamente semplice: nel gioco, per la maggior parte del tempo, verremo guidati da una voce (spesso quella di Louise, ma non solo), che ci dirà in che direzione dovremo camminare. Nel concreto, ciò vuol dire che il giocatore, attraverso le quattro frecce della tastiera o il pad, dovrà seguire le voci amiche, cercando di individuarne la corretta direzione. Tutto ciò è possibile grazie all’audio binaurale che ha consentito di creare un suono direzionato e posizionato in una sorta di spazio a tre dimensioni, a dispetto della cuffia che si sta utilizzando; giocare ad A Blind Legend con le casse, in effetti, fa perdere molto al titolo Dowino, che invece andrebbe provato ad occhi chiusi e con un buon paio di cuffie.In ogni caso, tornando alla descrizione del gameplay, seguire le indicazioni dei nostri aiutanti rappresenterà una delle attività principali: questo può essere fatto premendo la barra spaziatrice. Dopo aver fatto ciò, infatti, sentiremo le voci a noi amiche che ci diranno di volta in volta se cambiare direzione, oppure continuare sui nostri passi. Per noi italiani, e in particolare per chi non è avvezzo all’inglese, c’è però una difficoltà un più, considerato che il gioco è fruibile solo in francese e, appunto, nella lingua di Albione. Di norma tendiamo a dire che ci si può lanciare nella prova di titoli totalmente in inglese di modo anche da poter imparare la lingua, ma in questo caso non c’è attenuante che tenga; se non comprendete l’inglese (o il francese) parlato, quasi sempre abbastanza neutro ma comunque con accenti più o meno leggeri, non esiste possibilità che possiate giocare e capire quello che succederà in A Blind Legend. Il dover far conto solo sul proprio udito, infatti, esclude la presenza di sottotitoli, e perciò si capisce come questo possa rappresentare un limite abbastanza importante.

Fendenti ben assestatiL’altra attività principale di A Blind Legend sarà il combattimento. In effetti, andando avanti nella storia, spesso il nostro eroe dovrà affrontare minacce sconosciute alla vista, ma ben presenti nelle nostre orecchie. Che si tratti di banditi o di animali feroci, quello che bisognerà fare sarà sguainare la propria spada, e darle di santa ragione. Queste fasi di gioco prevedono che il giocatore utilizzi il proprio scudo per parare gli attacchi, per poi lanciare fendenti nella direzione in cui si trova il nemico. Qui, in effetti, sta il succo del discorso: durante le battaglie, sentiremo i nostri nemici respirare o parlare, e dovremo capire dove sono posizionati. Nel momento in cui partirà l’attacco nemico, dovremo prima parare con lo scudo, e subito dopo contrattaccare premendo il tasto relativo alla direzione secondo la quale noi pensiamo si trovi il nemico. È un sistema molto schematico, che per la verità viene ripetuto fin troppe volte nel gioco. Difatti, avremmo preferito qualche fase esplorativa in più, in cui capire dove andare seguendo suoni e rumori vari, piuttosto che numerosi combattimenti di difficoltà peraltro crescente, che più di una volta ci hanno costretto a ripetere intere sezioni di gioco a causa della loro durezza, considerati i checkpoint di salvataggio abbastanza distanti tra loro. Capire da che direzione partono i fendenti non sarà sempre semplicissimo, e dunque tutto ciò potrebbe anche spingere a lasciar perdere le avventure di Louise ed Edward.Sulla grafica, evidentemente, non possiamo dire nulla di particolarmente complesso, se si eccettuano i lampi che saranno presenti durante i combattimenti: nel momento in cui colpiremo un avversario, infatti, lo schermo lampeggerà di bianco; se verremo offesi da qualche nemico, invece, il tutto si tingerà di rosso. Si tratta di un espediente semplice ma estremamente azzeccato, perché chiaramente avvertibile anche ad occhi chiusi. Le ultime considerazioni riguardano l’audio: i rumori ambientali, nonché le voci dei protagonisti, si attestano su un ottimo livello. I suoni che la natura proporrà durante la nostra avanzata, in particolare, ci hanno convinto particolarmente, e contribuiscono a creare un’ottima atmosfera. Il doppiaggio in inglese presenta livelli altalenanti, ma siamo comunque ben sopra la sufficienza. Ci ha stupito, invece, il fatto che la voce che ci introdurrà al gioco e al menu principale sia stata realizzata con un sintetizzatore vocale: una scelta al risparmio che poteva essere facilmente evitata, e che contribuisce un po’ a spezzare l’atmosfera del titolo. Anche sotto il profilo della quantità di suoni e linee di dialogo, forse, era possibile fare di meglio, considerato che spesso i nostri aiutanti si rivolgeranno a noi ripetendo frasi già sentite.

HARDWARE

Requisiti Minimi: OS: Windows XP SP2+ Processor: Dual Core CPU Memory: 1 GB RAM Graphics: generally everything made since 2004 should work DirectX: Version 9.0 Storage: 400 MB available space

– Idea e concept indubbiamente intriganti

– La storia si lascia seguire con un certo interesse

– Meno combattimenti sarebbero stati graditi

– Chi non comprende il francese o l’inglese, è completamente tagliato fuori

6.5

A Blind Legend è un esperimento complessivamente riuscito. Il voler proporre un’esperienza completamente slegata dalla vista del giocatore, e basata solo sull’udito, rappresenta una scelta coraggiosa e che si è tramutata in un titolo in cui il tempismo e la concentrazione la faranno da padrone. La storia è interessante, i personaggi svolgono bene il loro compito, e in generale il livello di difficoltà è alto abbastanza da rendere la sfida degna di essere presa in considerazione. Due sono i difetti maggiori che abbiamo riscontrato: la presenza di troppi combattimenti, resi molto schematici e a volte anche ingiusti sotto il punto di vista della difficoltà, e la lingua. Avere a che fare con un gioco esclusivamente in inglese o francese, in cui bisognerà fare affidamento solo sulla propria comprensione della lingua parlata, non è proprio compito adatto a tutti.

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