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Recensione

1922, recensione del film Netlifx tratto dal racconto di Stephen King

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a cura di YP

Pubblicato il 06/11/2017 alle 00:00
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Il Verdetto di SpazioGames

6.5

L’anno degli adattamenti del Re del brivido continua: dopo IT, La Torre Nera, The Mist e Il gioco di Gerald, Netflix sforna un altro film ispirato a un racconto di Stephen King. Nebraska, 1922: Wilfred James (Thomas Jane) vive in una fattoria di campagna che gestisce con amore assieme alla moglie Arlette (Molly Parker) e il figlio Herny (Dylan Schmid). L’unica aspirazione del capo famiglia è quella di vivere in santa pace nella sua proprietà, gestendo il terreno che finirà poi nelle mani del figlio che oltre a studiare inizia già a fare pratica con il padre. La dimensione rurale di Wilfred si scontra però con quella più cittadina di Arlette, moglie frustrata che inizia a fare pressioni su figlio e marito per vendere tutto e trasferirsi in città. Lo scontro di mentalità porterà Wilfred a fare pressioni sul figlio, finendo per convincerlo che l’unica soluzione per vivere uniti e in serenità è quella di eliminare la minaccia, rappresentata dalla povera Arlette. Architettano quindi il suo omicidio, che si rivelerà solo l’inizio della fine.

Un plot semplice e che lascia molto spazio al vero contenuto, ovvero il senso di perdizione e tormento che assalirà Wilfred, magistralmente interpretato da Thomas Jane che invece di perdersi nel classico stereotipo del contadino ignorante mette in scena una prova attoriale convincente e sfaccettata. Wilfred è infatti un uomo deciso e moderatamente intelligente, che ha ben chiaro cosa vuole dalla vita e cosa deve fare per ottenerlo. La pellicola scritta e diretta da Zak Hilditich è un concentrato di dolore, inquietudine e perdizione dell’anima. La componente puramente horror è sporadica e riflette più che altro i turbamenti di un uomo che realizzerà troppo tardi di aver fatto la scelta sbagliata. Una regia pulita unita a un ottima scenografia ci accompagnano in quest’inferno di spettri e rimorsi, rappresentati dagli affamati ratti che dall’omicidio di Arlette in poi perseguiteranno Wilfred. 
Nonostante la perenne inquietudine, la storia affascina e incuriosisce, dapprima per l’ideazione e l’attuazione del piano malato, in seguito per via della deriva esistenziale che imboccherà. Nulla sembra potersi salvare nella vita del fattore che uccise la sua amata per poter conservare la sua integrità di vita ma anche morale (“la donna è proprietà del proprio marito”, sottolinea Wilfred) e non mancheranno le sorprese. 1922 è insomma una produzione curata che non colpisce in modo particolare, ma certamente riesce a trasporre un racconto intimo e perverso in modo efficace, aiutato dalla intrigante interpretazione del protagonista. 

Thomas Jane nei panni di Wilfred è sottile e convincete

Regia precisa

Ottima messa in scena

Se odiate i ratti, lasciate perdere

Narrativamente interessante ma poco incisivo

6.5

Netflix porta a casa un piccolo successo: 1922 è un film curato e ben adattato. Una storia interessante che, nonostante risulti poco incisiva e memorabile, riesce a essere coinvolgente e intrigante, soprattutto per merito di una regia inattaccabile e un protagonista in grande forma. Consigliato ai fan di King ma non solo: 1922 è adatto a tutti quelli che amano i drammi sociali/psicologici arricchiti da una minima ma adeguata componente horror. Se invece avete paura dei ratti lasciate perdere, non avvicinatevici neanche.

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