Per non perdere abbonati, PlayStation Plus deve capire cosa vuole fare da grande

Dopo il primo anno di PlayStation Plus anche su PlayStation 5, il servizio in abbonamento di casa Sony deve trovare un focus.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

PlayStation Plus ha sempre una straordinaria forza mediatica: ogni mese, i giocatori attendono con grande impazienza di scoprire quali siano i prossimi titoli in arrivo inclusi nell'abbonamento – e per diversi giorni, dopo l'annuncio, si parla dei giochi inclusi (o non inclusi) appena svelati.

Potremmo definire il servizio in abbonamento di casa Sony come un grande accentratore di attenzione, intorno al quale satellitano i riflettori e le aspettative della community. È così che, trascorso il primo anno in cui PS Plus si è accomodato anche su PS5, abbiamo visto l'annuncio dei prossimi titoli della fu Instant Game Collection – e questo ha ispirato più di una riflessione.

Per chi non seguisse da lungo corso PS Plus, con "Instant Game Collection" Sony identificava la libreria di giochi mensili che propone come inclusi nel prezzo della sua sottoscrizione. Semplicemente avendo un abbonamento attivo, si ha diritto a riscattare questi giochi e associarli al proprio profilo, come se venissero regolarmente acquistati. In caso di disdetta di PS Plus, i giochi rimarrebbero associati all'account, ma tornerebbero eseguibili solo in caso di futuro rinnovo.

Mentre il mondo dei videogiochi è andato avanti a velocità sostenuta, davanti a PS Plus si ha un po' la sensazione di un servizio che ha fatto fatica a riformularsi per adattarsi ai tempi che corrono. E le proposte per dicembre, che chiudono il 2021, hanno confermato quella percezione.

Cosa è cambiato rispetto al passato?

Praticamente niente. È proprio questo il punto. PlayStation Plus è ancora necessario per il gioco multiplayer online (in modo affine al Gold su Xbox e a Switch Online su Switch), dà ancora accesso a sconti extra e doppi sconti su PS Store, oltre ad alcuni bonus su prodotti fisici. Permette di accedere alla Instant Game Collection e, dal lancio di PS5, ha visto una prima e sostanziosa novità.

Stiamo parlando della PlayStation Plus Collection, una libreria di venti videogiochi on demand accessibile solo su PS5, che consta di grandi successi per PS4 – come Bloodborne, tanto per citarne uno, ma anche Persona 5, The Last Guardian, God of War, Uncharted 4. Si tratta di una piccola e gradita aggiunta, che dimostra come Sony abbia l'orecchio teso verso coloro che si stanno abituando a un modello in cui si gioca a catalogo, e non a gettone.

Per il resto, tutto è rimasto più o meno identico a molti anni fa, ma nel 2017 e nel 2019 è cambiato il prezzo: sappiamo che poco tempo fa l'abbonamento annuale è salito a 59,99€ (da 49,99€) e gli appassionati non hanno accolto con entusiasmo la notizia. A confermarlo c'è il fatto che i numeri dello scorso agosto parlassero, per la prima volta, della perdita di un milione di abbonati.

Un dato per nulla allarmante secondo Sony e un unicum rispetto ai trend di crescita che avevano sempre coinvolto il servizio, che apre a un interrogativo: perché alcuni giocatori non vogliono più rinnovare l'abbonamento? Probabilmente, al di là della corsa al videogioco in quarantena nel 2020, perché PS Plus non ha ancora deciso cosa vuole fare da grande.

Cosa ha offerto quest'anno di PlayStation Plus

Nel primo anno di vita di PlayStation 4, PS Plus offrì:

  • 23 videogiochi PS4;
  • 33 videogiochi PS3;
  • 20 giochi PS Vita.

Il totale è di 76 videogiochi inclusi nell'abbonamento, che aveva un prezzo più basso di quello attuale (ma non comprendeva alcun catalogo on demand come la PlayStation Plus Collection di PS5, va sottolineato).

Nel primo anno di vita di PS5 (novembre 2020-novembre 2021), PS Plus ha offerto:

  • 15 giochi PS5 (9 dei quali hanno debuttato direttamente sul servizio);
  • 42 giochi PS4;
  • 4 giochi PlayStation VR.

Il totale, in questo caso, è di 61 videogiochi, anche se ci sarebbe da prendere il microscopio per guardare da vicino alcuni casi.

Se è vero, ad esempio, che il servizio ha offerto alcune perle come Control Ultimate Edition (PS5) oppure Hollow Knight (PS4) o Shadow of the Tomb Raider (PS4), lo è anche che ha fatto una enorme confusione con Godfall, per il quale non è stato chiaro se non in un secondo momento che si parlasse a tutti gli effetti di una versione volutamente monca del titolo, spogliata della campagna per concentrarsi sulle sfide multiplayer.

In pratica, una sorta di versione-antipasto a cui accedere, inserita in un abbonamento premium, a partire dalla quale decidere poi se comprare il resto dell'esperienza o meno. Non esattamente una demo, dal momento che le modalità che propone non hanno paletti di sorta, ma nemmeno un gioco completo così come era stato concepito.

Se pensiamo che quella stessa versione del gioco è gratis anche su Epic Games Store, senza che sia richiesto nessun abbonamento per accedervi, appare chiaro il nocciolo della questione: in questo caso, gli utenti PS Plus stanno ricevendo un omaggio premium che per i giocatori PC è semplicemente disponibile per chiunque.

Ma non è la prima volta che PlayStation Plus ha creato confusione: ricorderete, qualche mese fa, i dubbi che attanagliavano Final Fantasy VII Intergrade, il cui upgrade era consentito a tutti, ma non a coloro che avevano avuto il gioco tramite PS Plus.

Chiaramente una scelta di Square Enix, in cui il nome del servizio in abbonamento è finito a sua volta trascinato, nella confusione dei giocatori che chiedevano indicazioni in giro per il web per capire se e come potessero comunque eseguire l'upgrade senza dover comprare la versione PS5 a prezzo pieno.

Secondo un calcolo di straordinaria precisione operato dal giocatore conosciuto come Joseph2411 su Reddit (potete vedere qui la sua infografica, che ha anticipato i nostri abituali calcoli di fine anno) il valore di mercato dei giochi proposti nel primo anno di PS5 da PS Plus è stato pari a $1.919,39. Attenzione, però: di questi, $504,80 corrispondono al valore dei giochi nella PlayStation Plus Collection (che era disponibile già dallo scorso anno e quindi non possiamo addossare al valore dei giochi del 2021).

Questo significa che, considerando il valore di mercato dei soli giochi Plus proposti di mese in mese nel 2021, gli abbonati hanno goduto di $1.414,59 di videogame inclusi nell'abbonamento –a cui andrebbero sommati i valori dei giochi di dicembre, con Mortal Shell venduto a $29,99, LEGO DC Super Villains a $59,99 e Godfall a... non ne abbiamo idea, vista l'edizione appositamente ritagliata.

Secondo i nostri calcoli del 2020, quel valore (sempre senza Collection) era pari a $789,70, con un calo rispetto al valore di $894,68 che registrammo invece nel 2019.

Se è vero che il valore dei giochi è aumentato (il valore medio era di circa $28 per gioco nel 2019, è di $31,46 nel 2021, ma comprensivo della Collection), lo è anche che sono aumentati di pari passo i tetti dei prezzi massimi dei giochi (prima massimo 59,99€, ora massimo 69,99€ o poco più). E ricorderete i tempi in cui venivano offerti ogni mese due giochi PS4, due giochi PS3 e due giochi PS Vita, per un totale di sei. Oggi, abbiamo tre giochi al mese – e nel caso di Godfall quello di punta è, di fatto, una versione del gioco a cui è stata asportata una parte, non un gioco completo.

Per riepilogare, nell'anno solare 2021 i giochi PlayStation Plus sono stati:

  1. Greedfall (gennaio)
  2. Shadow of the Tomb Raider (gennaio)
  3. Concrete Genie (febbraio)
  4. Control: Ultimate Edition (febbraio)
  5. Destruction All-Stars (febbraio)
  6. Maquette (marzo)
  7. Remnant from the Ashes (marzo)
  8. Final Fantasy VII Remake (marzo)
  9. Farpoint (marzo)
  10. Oddworld: Soulstorm (aprile)
  11. Zombie Army 4: Dead War (aprile)
  12. Days Gone (aprile)
  13. Wreckfest (maggio)
  14. Stranded Deep (maggio)
  15. Battlefield V (maggio)
  16. Operation Tango (giugno)
  17. Virtua Fighter 5: Ultimate Showdown (giugno)
  18. Star Wars: Squadrons (giugno)
  19. Racket Fury: Table Tennis (giugno)
  20. A Plague Tale: Innocence (luglio)
  21. WWE 2K Battlegrounds (luglio)
  22. Call of Duty: Black Ops 4 (luglio)
  23. Tennis World Tour (agosto)
  24. Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville (agosto)
  25. Hunter's Arena: Legends (agosto)
  26. Hitman 2 (settembre)
  27. Overcooked! All you can eat! (settembre)
  28. Predator: Hunting Grounds (settembre)
  29. Hell Let Loose (ottobre)
  30. PGA Tour 2K21 (ottobre)
  31. Mortal Kombat X (ottobre)
  32. The Persistence (novembre)
  33. The Walking Dead: Saints and Sinners (novembre)
  34. Knockout City (novembre)
  35. Kingdom of Amalur: Re Reckoning (novembre)
  36. First Class Trouble (novembre)
  37. Until You Fall (novembre)
  38. Godfall Challenger Edition (dicembre)
  39. Mortal Shell (dicembre)
  40. LEGO DC Super Villains (dicembre)

PlayStation Plus e la retromarcia nella corsa all'abbondanza

La parte dalla più forte attrattiva di PS Plus, in sintesi, non è riuscita a mantenere una costanza nelle proposte mensili, ricchissime di alti e bassi, in un mercato che è corso proprio in quella direzione.

Così, mentre tutti aggiungevano frecce al loro arco puntando sull'abbondanza, PS Plus si è ritrovato a passare dai sei giochi mensili di inizio 2019 ai due di fine 2019, assestandosi infine sui tre attuali nel 2021.

Qualsiasi servizio a cui si guardi vuole proporre giochi "gratis", inclusi in un abbonamento: pensate alla libreria inclusa in Xbox Game Pass, pensate al tentativo di recuperare i classici di Switch Online (che meriterebbe un discorso a parte molto articolato viste le recenti modifiche), pensate ai giochi inclusi in EA Play o in Uplay+. A fronte della garanzia di un'entrata costante, molti platform holder o publisher hanno deciso di dare in cambio l'abbondanza nella scelta dei giochi inclusi.

PlayStation Plus è andato paradossalmente nel senso opposto, preoccupandosi di giocare sull'abbondanza solo per i giocatori PS5 – ma solo con giochi in retrocompatibilità della Collection, peraltro in un mercato dove PS5 è ancora un miraggio per molti giocatori che non riescono a trovarne una.

Offrire un po' di tutto ma senza svettare su niente

Il punto, allora, è abbastanza chiaro: quella che era la grande attrattiva di PlayStation Plus – i giochi gratuiti inclusi mensilmente nell'abbonamento – è diventata col tempo la sua componente che desta maggiori polemiche nella community.

Sarà perché un tempo gli standard erano stati posti molto in alto, a fronte di un prezzo più basso per l'abbonamento, ma sarà anche perché il mercato è cambiato intorno a PS Plus, senza che il modello premium della sottoscrizione di Sony si adattasse.

Oggi probabilmente il suo selling point non è più nemmeno nei giochi gratis, ma nel fatto che comunque devi averlo attivo per giocare online con i tuoi amici. Se prima il giocatore sceglieva di abbonarsi, per avere i giochi gratis, oggi in larga parte lo fa perché deve abbonarsi – e visto che devo, non è male se i giochi mensili offerti sono di valore e non delle demo che su PC troverei senza sborsare un centesimo.

È sicuramente importante che, appena la situazione di PS5 si sarà stabilizzata e la console diventerà disponibile normalmente, Sony valuti come rimodellare PlayStation Plus a immagine e somiglianza di un mercato che corre e non aspetta nessuno. La concorrente Microsoft, ad esempio, ha messo sempre più nell'ombra il suo Gold, infilandolo anche dentro Xbox Game Pass Ultimate, che puntando sul modello on demand a cui si aggiungono i giochi Gold fa sempre parlare di sé molto in positivo – nell'ottica dell'abbondanza di cui sopra.

Allo stato attuale, invece, PS Plus è rimasto rigido e non ha deciso cosa vuole fare da grande. Ha un po' di giochi gratis – ma non abbastanza da soddisfare gli abbonati – ha un po' di sconti esclusivi, ma non sono molto frequenti, e ha un accenno di libreria on demand, ma solo su PS5 e solo per giochi in retrocompatibilità. Un pochino di tutto, senza svettare su niente.

E, in un mondo dove ormai per qualsiasi cosa ci ritroviamo a pagare un abbonamento, in cambio dell'abbondanza nella scelta, far suonare la sottoscrizione a PlayStation Plus più che altro come un obbligo per giocare online, che non come un conveniente vantaggio in termini di offerta che si può toccare con mano, potrebbe rendere la perdita di iscritti una costante, in un trend che Sony deve invertire quanto prima.

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