PewDiePie commenta la crisi della pubblicità su YouTube, intanto farà live su Twitch

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Felix Kjellberg, meglio noto al grande pubblico come “PewDiePie”, continua a far parlare di sé. Il giovane YouTuber scandinavo, che conta il canale più popoloso dell’intero YouTube, ha annunciato che terrà un nuovo show settimanale in diretta su Twitch—piazzando così per la prima volta un appuntamento fisso su una piattaforma che non sia YouTube, pubblicando sul quale il ragazzo guadagna cifre nell’ordine dei milioni di dollari. Kjellberg ha comunque annunciato che non lascerà il suo canale YouTube, ma ha voluto commentare la recente crisi pubblicitaria che ha coinvolto il sito: alcune compagnie ritenevano infatti che i loro ad venissero mostrati in associazione a video dai contenuti razzisti e intolleranti, motivo per cui hanno deciso di non investire più per la pubblicità sulla nota piattaforma video. Dal canto suo, Google ha aumentato il numero di visualizzazioni minime di un canale a 10.000 per poter chiedere la monetizzazione dei contenuti.Secondo Kjellberg, si tratta di un boicottaggio che suona come una misura troppo estrema, da parte di chi investiva nella pubblicità, che sarebbe troppo preoccupato “di quei cinque video rispetto ai nove miliardi di altri video” che sono presenti su YouTube.“Il motivo per cui le persone amano YouTube è che è gratis, è aperto e puoi dire quello che ti pare, non è come la televisione. Ma sembra più che ora YouTube stia venendo forzato a diventare come la TV. E questa cosa avrà risvolti negativi per tutti. Capisco che gli advertiser abbiano bisogno di sentire di stare spendendo bene i loro soldi e non vogliono che i loro ad vengano mostrati su video razzisti. Lo capisco al 100%. Si tratta di una roba tremenda, ma tutta questa situazione è enormemente esagerata. Tutti quelli che usano la piattaforma devono essere penalizzati a causa di cinque tizi razzisti? Per me non ha alcun senso.”Kjellberg ha anche aggiunto, rivolgendosi agli advertiser che hanno lasciato YouTube, “se volete cercare un modo più autentico di fare pubblicità, sappiate che non lo troverete. Non esiste. Noi parliamo direttamente ad un pubblico che ci ascolta, a cui importa quello che abbiamo da dirgli, che si fida di noi. Se avete paura che i vostri ad vengano mostrati nel posto sbagliato, potrete verificare mediante Analytics esattamente dove stanno finendo i vostri soldi.”Vedremo come evolverà questa diaspora relativa a YouTube e se effettivamente i canali risentiranno nelle loro entrate dell’addio di diverse compagnie che acquistavano gli spazi pubblicitari.Fonte: GamesIndustry

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