Anche il famoso game designer Shinji Mikami si è voluto esprimere sulla situazione dei titoli nipponici che non riescono ad imporsi nelle vendite in occidente ormai da tempo. “Il Giappone è sempre stato considerato come il punto di riferimento per il mercato dei videogiochi, ma ormai non è più cosi ed è l’America ad aver preso questo ruolo. E’ dura dire che i titoli nipponici sono inferiori. Personalmente l’80% dei titoli che gioco non sono giapponesi, parlo di giochi come Skyrim, Batman…sicuramente prodotti più interessanti in questo periodo per me. Serve che i programmatori nipponici creino titoli migliori se si desidera che la situazione cambi a nostro favore. Certo non tutto è perduto, ci sono titoli che sono realmente di altissimo livello, mi riferisco a Gravity Rush, Yakuza, Monster Hunter, Catherine e Super Mario 3D Land, ma sono pochi e molti prodotti sono spiccatamente giapponesi. Si ispirano ad anime o sono di fantasia e la maggioranza dei giocatori occidentali non è interessata a queste cose.Per fare un esempio di come i prodotti siano visti in maniera diversa basti pensare ad Okami, il titolo Clover è fantastico secondo me ma non ha venduto, in America non è piaciuto. Se lo analizziamo vediamo che miscela la mitologia nipponica con una grafica in cell-shading ed un gameplay simile a quello di The Legend of Zelda. Un gioco mozzafiato, eppure non è piaciuto, forse in occidente si cerca qualcosa di più semplice.Purtroppo bisogna cambiare rotta e darsi da fare. Bisogna incominciare ad investire grandi budget per creare grandi titoli, proprio come fanno ad Hollywood per i film. In quel settore vengono investiti anche 200 milioni di dollari per produrre una pellicola di alta qualità, per i videogiochi nipponici si spende invece davvero poco. Le case nipponiche devono capire che senza grandi investimenti non recupereranno mai le software house americane ed europee. Per questo mi sento di elogiare Hideo Kojiam ed il suo studio, ma anche la stessa Capcom, che stanno investendo molte risorse per lo svilppo dei loro giochi. La strada da seguire secondo me è questa, se vogliamo tornare ad essere noi il punto di riferimento di quest’industria che abbiamo guidato per anni offrendo qualcosa di speciale ai giocatri.”