Fumito Ueda
, autore di videogiochi come ICO, Shadow of the Colossus e The Last Guardian, è intervenuto nel corso della Nordic Game Conference, parlando tra le altre cose della narrativa dei suoi videogiochi. Secondo il celebre autore, infatti, le sceneggiature devono essere scritte in modo che siano aperte ad interpretazioni da parte dei giocatori: in questo modo, possono rimanergli più a lungo nel cuore e portarli a riflettere sul significato del gioco che hanno vissuto.
“Per me non è importante raccontare i dettagli della storia”
ha spiegato Fumito Ueda, “in Giappone, c’è una forma di espressione poetica che chiamiamo ‘haiku’, in cui le cose non vengono spiegate nel dettaglio, lasciando che sia il pubblico a capirle e ad usare la sua immaginazione per interpretare cosa gli è stato proposto.””In questo modo” ha continuato Ueda, “il pubblico fa la sua storia, grazie alla sua immaginazione. Credo sia un’ottima forma espressiva per i videogiochi, ora come ora. In futuro, qualcuno potrebbe scoprire altre vie per costruire la narrativa e raccontare delle storie mediante i videogiochi, ma ora come ora penso che questo sia un gran modo di farlo.”“In alcuni film, la storia viene offerta così completa”
ha aggiunto infine il papà di Trico, “non c’è nessuna domanda da porsi sul finale, perché è tutto già stabilito. Quel tipo di film non riesce a suscitare delle reazioni che possano durare nel tempo.”Se siete interessati, potete leggere le dichiarazioni integrali di Fumito Ueda alla Nordic Game Conference al link alla fonte, qui sotto. Segnaliamo, però, che ci sono alcune anticipazioni dalle tematiche e dai finali dei suoi videogiochi, quindi evitate in caso non gradiate spoiler di alcun tipo.Fonte: GamesIndustry
