Hideo Kojima è celebre per le sue idee visionarie e spesso fuori dagli schemi, ma la storia dietro uno dei suoi titoli più bizzarri – Boktai: The Sun is in Your Hand – è forse ancora più strana del gioco stesso.
Pubblicato nel 2003 per Game Boy Advance (e avvistabile di tanto in tanto su Amazon), Boktai metteva il giocatore nei panni di un cacciatore di vampiri armato di una pistola che sparava raggi solari, ricaricabile solo... giocando alla luce del sole.
Sì, perché la cartuccia conteneva un sensore UV, una trovata tanto geniale quanto assurda.
In un’intervista con GamesRadar+, Kojima ha raccontato che i sensori UV, all’epoca, erano costosissimi. Ma grazie a una coincidenza fortuita, Konami riuscì a recuperare questi componenti da un giocattolo fallimentare: un orsacchiotto dotato proprio di sensore UV.
Quel flop commerciale si trasformò così in un’occasione perfetta per Boktai, dimostrando quanto Kojima sia abile nel cogliere al volo le opportunità creative, anche quelle più inaspettate.
E non finisce qui. Kojima aveva anche pensato a un sensore del respiro per sfruttare l’odore dell’aglio contro i vampiri. L’idea? Che il giocatore potesse mangiare certi cibi per influenzare l’azione di gioco.
Un’intuizione talmente assurda da venire bocciata dal resto del team, ma che mostra ancora una volta il suo spirito sperimentale.
Oggi, più di vent’anni dopo, Kojima continua a spingersi oltre i confini del medium con progetti come Death Stranding 2: On The Beach, ormai in dirittura d'arrivo e su cui le aspettative sono piuttosto alte.
Da sempre adoro le follie di Kojima: non tutte funzionano, ma ogni sua opera sembra dire «proviamoci, anche se nessuno lo ha mai fatto prima».
E Boktai resta una perla dimenticata che meriterebbe un ritorno, magari con un remake dotato di sensori moderni. O, perché no, con una funzione che rileva davvero se abbiamo mangiato aglio.