Hideo Kojima non vuole mai creare qualcosa che sappia di "già visto", ma vuole sempre stupire i giocatori e provare a rivoluzionare a modo suo il panorama videoludico, anche prendendo scelte forti e che possano creare controversie.
Una forte dimostrazione della sua linea di pensiero è già arrivata, se necessario, con il primo capitolo di Death Stranding (che trovate su Amazon), che prima del suo debutto ufficiale aveva diviso profondamente il pubblico e anche la critica.
Con Death Stranding 2 stava tuttavia per succedere l'esatto opposto: l'ultima fatica di Kojima Productions aveva ricevuto apprezzamenti da ogni lato durante lo sviluppo, con ben poche critiche e controversie all'orizzonte.
Il game director ha dunque deciso di fare una mossa che la maggior parte degli sviluppatori non avrebbero fatto in tale occasione: riscrivere buona parte della sceneggiatura.
A svelare questo curioso retroscena è stato il collaboratore e musicista Yoann Lemoine – meglio noto come Woodkid – in un'intervista rilasciata a Rolling Stone (via ComicBook):
«Un momento chiave c'è stato quando abbiamo avuto una discussione, probabilmente a metà sviluppo, quando è venuto da me e mi ha detto: "Abbiamo un problema".
Poi mi ha detto: "Sarò molto sincero, stiamo testando il gioco con alcuni giocatori e i risultati sono troppo buoni. Gli piace troppo. Significa che c'è qualcosa che non va; dobbiamo cambiare qualcosa".»
Woodkid spiega che è stato allora che Kojima ha deciso di cambiare buona parte della sceneggiatura, inclusi alcuni momenti chiave del gioco che, secondo l'autore, non stavano provocando emozioni sufficientemente contrastanti:
«Mi ha detto: "Se piace a tutti, significa che è mainstream. Significa che è convenzionale. Significa che è già stato pre-digerito perché piaccia alla gente. E io non voglio questo. Voglio che le persone finiscano per apprezzare qualcosa che non gli è piaciuto quando l'hanno incontrato la prima volta, perché è allora che tu riesci ad amare davvero qualcosa"».
In ogni caso, Lemoine aggiunge che Kojima non ignora affatto i feedback: da un lato è ricettivo e costruisce i suoi giochi in base ai suggerimenti ricevuti, ma dall'altro non intende piegare la propria visione solo per rendere i suoi giochi più "commerciali".
Sembra insomma che Death Stranding 2 sia stato costruito per far discutere gli utenti: una scelta che potrebbe rivelarsi ancora una volta divisiva, come del resto già accaduto con il primo capitolo. E questo è esattamente ciò che vuole Kojima, nel bene e soprattutto nel male.
La produzione del secondo capitolo della saga si è rivelata decisamente difficoltosa: oltre all'animo perfezionista del game director si è messa di mezzo anche la pandemia, al punto che il papà di Metal Gear Solid stava per prendere in considerazione l'idea di cancellarlo.