Il dibattito sulla durata e il ritmo narrativo di Final Fantasy 7 Rebirth ha spinto Naoki Hamaguchi, regista della serie Remake, a fare chiarezza sulle sue dichiarazioni riguardanti il terzo capitolo della trilogia. Le sue parole iniziali su un approccio "più conciso" per il finale hanno infatti scatenato l'apprensione tra i fan, preoccupati che potesse tradursi in contenuti tagliati e in un'esperienza complessivamente ridotta rispetto ai capitoli precedenti. Ma le intenzioni del team di sviluppo sono decisamente diverse da quanto alcuni hanno temuto.
La questione nasce da un'intervista rilasciata a Screen Rant, dove il director aveva risposto a una domanda sui ritmi narrativi di Rebirth. Alcuni giocatori avevano infatti lamentato che l'inserimento di nuove sezioni di storia, non presenti nel Final Fantasy 7 originale, avesse dilatato eccessivamente la narrazione del secondo episodio. Da qui la domanda se il team intendesse modificare l'approccio per il capitolo conclusivo della saga.
In una conversazione successiva con VGC, Hamaguchi ha voluto precisare il significato delle sue affermazioni. Il regista ha spiegato che la sua soddisfazione per Rebirth resta totale: secondo lui, l'equilibrio tra ritmo, contenuti e narrazione del secondo gioco è esattamente quello che aveva in mente. "Non sento che sia stato allungato inutilmente", ha dichiarato, aggiungendo di ritenere di aver centrato l'obiettivo e che molti giocatori condividerebbero questa visione.
Tuttavia, il director ha riconosciuto che esistono opinioni divergenti tra i giocatori e che questi feedback meritano considerazione. L'obiettivo per il terzo capitolo, ha chiarito, non è ridurre la quantità di contenuti o eliminare parti della storia originale di FF7, ma piuttosto perfezionare il flusso narrativo. Si tratta di garantire che gli eventi si susseguano con un ritmo appropriato, creando un livello di immersione ancora maggiore senza quella sensazione di lentezza che alcuni hanno percepito.
L'equivoco, secondo Hamaguchi, è nato proprio dall'interpretazione del termine "conciso". Molti hanno dedotto che questo significasse un gioco più breve, con volumi di gioco ridotti e contenuti rimossi rispetto ai piani originali. Il regista ha voluto smentire categoricamente questa lettura: l'intento è assicurarsi che il ritmo sia giusto, che la progressione della storia avvenga a una velocità adeguata e che i giocatori possano attraversare la narrazione senza percepire rallentamenti artificiali.
La sfida che il team di sviluppo si trova ad affrontare è quindi quella di bilanciare la fedeltà alla storia originale di Final Fantasy 7 con l'aggiunta di nuovi elementi narrativi, mantenendo al contempo un pacing cinematografico che non faccia sentire il peso delle ore di gioco. È un equilibrio delicato, soprattutto considerando che il capitolo finale dovrà concludere una trilogia che ha già ampliato considerevolmente la portata del gioco del 1997.