L'industria videoludica si trova attualmente a un bivio cruciale riguardo alla strategia dei prezzi, con diversi colossi che stanno testando le acque per comprendere fino a che punto i consumatori siano disposti a spingersi per acquistare i titoli di punta.
A fare da apripista era stata Nintendo con i controversi 90 euro dell'edizione fisica di Mario Kart World (anche se oggi su Amazon potete già trovarlo a prezzi più umani), mentre Xbox voleva seguire il suo esempio sul mercato americano, salvo decidere di fare dietrofront negli ultimi giorni.
Mentre alcuni publisher sperimentano con cautela l'incremento del prezzo standard, EA ha deciso di mantenere una posizione conservativa, almeno per il momento: la decisione arriva in un contesto di mercato particolarmente delicato, dove ogni mossa viene scrutinata tanto dagli investitori quanto dalla comunità di giocatori.
Durante la consueta conferenza sui risultati finanziari del primo trimestre (via IGN USA), il CEO Andrew Wilson ha risposto con chiarezza a una domanda degli investitori sulla possibilità di seguire l'esempio dei competitor che hanno iniziato a lanciare giochi a 80 dollari, con parole che non lasciano spazio a interpretazioni:
«Non stiamo cercando di apportare alcun cambiamento ai prezzi in questa fase».
La filosofia di EA si basa su un approccio già consolidato che abbraccia uno spettro ampio di fasce di prezzo, come ha spiegato lo stesso Wilson: l'azienda offre una gamma che spazia dai titoli free-to-play fino ai prodotti premium e alle edizioni deluxe, con l'obiettivo dichiarato di servire i giocatori nel miglior modo possibile offrendo loro il massimo valore.
Questa strategia diversificata permette al publisher, almeno secondo la spiegazione del suo CEO, di intercettare diverse tipologie di consumatori senza dover necessariamente alzare l'asticella del prezzo base.
L'azienda ha confermato che non ha incluso nelle proprie previsioni finanziarie per l'anno fiscale corrente alcun cambiamento ai propri schemi di prezzo esistenti: questo significa che titoli come Madden NFL 26, EA Sports FC 26 e Battlefield 6 non supereranno gli 80 euro di spesa.
Tuttavia, il pericolo di ripensamenti è ancora dietro l'angolo: Andrew Wilson ha lasciato aperta la possibilità di futuri aggiustamenti, affermando che l'azienda continuerà a valutare opportunità per offrire grande valore ai giocatori attraverso vari schemi di prezzo nel corso del tempo.
Mi sento di ipotizzare che molti osservatori stiano guardando nello specifico con particolare attenzione Grand Theft Auto 6: se Rockstar Games dovesse decidere di proporre un prezzo di 90 euro o addirittura superiore — e che a quanto pare molti dei nostri lettori sarebbero disposti a pagare — allora anche l'industria videoludica potrebbe seguirne l'esempio.
Ovviamente non posso che augurarmi che questo non accada, ma almeno per il momento non sarà necessario vedere alleggerire eccessivamente il nostro portafogli con i prossimi giochi EA.