Il sorprendente successo di Clair Obscur: Expedition 33 ha innescato un acceso dibattito nella community JRPG, in particolare tra i fan di Final Fantasy.
Il titolo (che trovate su Amazon), un mix raffinato tra combattimento a turni e meccaniche d’azione in tempo reale (come il parry), ha ottenuto recensioni stellari e ha infranto ogni record di picco di giocatori per un JRPG su Steam.
Risultato? Alcuni lo definiscono senza mezzi termini il miglior Final Fantasy mai fatto, senza essere Final Fantasy.
La discussione si è subito accesa online, in particolare su X, dove da giorni si fronteggiano due fazioni: chi sostiene che il prossimo Final Fantasy XVII debba assolutamente tornare al turn-based classico, e chi invece difende l’evoluzione action intrapresa da Final Fantasy XVI e VII Rebirth.
Da un lato, utenti come Shirrako Gaming portano esempi concreti: Persona 5 Royal, Baldur’s Gate 3, Metaphor: ReFantazio, e ora Clair Obscur dimostrano che il combattimento a turni non solo è vivo, ma può ancora emozionare e vendere.
Dall’altro, c’è chi — come AHalfNickel e Kjngamer — ricorda che la serie Final Fantasy non è mai stata “bloccata” su un solo stile di gameplay, ma ha sempre cercato nuove strade, e che l’importante è che il gioco sia ben fatto, non il tipo di combattimento.
Da appassionato di JRPG, posso capire entrambe le parti. Il turn-based ha un fascino tattico e nostalgico, ma è anche vero che Final Fantasy ha costruito la sua identità proprio cambiando pelle a ogni capitolo.
Come vi abbiamo spiegato nella nostra recensione, Clair Obscur: Expedition 33 dimostra che c’è fame di innovazione anche nel turn-based, e non si tratta di tornare indietro, ma di reinterpretare il passato con eleganza.
Se Square Enix vuole un suggerimento, magari non serve guardare solo al Giappone, ma anche un po' alla Francia.
Questo commento è stato nascosto automaticamente. Vuoi comunque leggerlo?