Tra gli elementi che hanno sempre distinto le opere di Hideo Kojima, l'attenzione per i dettagli più minimi è sicuramente uno dei tratti più riconoscibili. Non fa eccezione Death Stranding 2: On the Beach (qui trovate la nostra recensione), che dopo il debutto ufficiale su PlayStation 5 ha iniziato a svelare alla community una serie di particolarità nascoste, alcune delle quali emerse solo grazie all’occhio attento dei fan.
Una delle scoperte più discusse degli ultimi giorni riguarda una interazione secondaria tra lo scanner del protagonista e i veicoli presenti nel gioco: attivando lo scanner nei pressi di un mezzo, è possibile sentire un effetto sonoro che simula la chiusura centralizzata, come se il veicolo fosse stato bloccato.
Si tratta di un easter egg puramente estetico, senza alcun impatto sul gameplay, ma che contribuisce a rafforzare l’immersività del mondo di gioco.
L'effetto non è indicato né spiegato da tutorial o prompt su schermo: è un feedback ambientale inserito con cura, probabilmente pensato per sorprendere i giocatori più attenti, come da tradizione per i titoli targati Kojima Productions.
In poco tempo la scoperta ha iniziato a circolare sui principali forum e social, diventando virale tra i fan e rilanciando l'interesse verso altre possibili interazioni celate tra gli oggetti e le meccaniche del gioco.
Nel frattempo, Death Stranding 2 continua a ricevere ottimi riscontri anche dalla critica. Il sequel è stato elogiato per aver migliorato le fondamenta del primo capitolo, introducendo nuove dinamiche di movimento, strumenti più versatili e una direzione artistica ancora più ambiziosa.
La stampa internazionale ha sottolineato anche l’equilibrio tra momenti narrativi e fasi d’azione, nonché la profondità del world building.
Dettagli come quello dello scanner e dei veicoli confermano una volta di più come l’approccio di Kojima alla game design non si limiti alla struttura portante dell’esperienza, ma abbracci anche le sfumature più sottili. Sembra evidente che, in un’opera come Death Stranding 2, persino un semplice suono può diventare parte integrante dell’atmosfera.