Come se non bastassero le dichiarazioni a furor di popolo di personaggi “eminenti” come il Vicepresidente della NRA e diversi deputati e senatori, sia repubblicani che democratici, su quanto la colpa dei recenti massacri negli Stati Uniti sia da attribuire ai videogiochi violenti e non al troppo facile accesso alle armi da fuoco, anche automatiche, sul territorio americano e la mancata osservanza delle precauzioni necessarie per la detenzione domestiche delle stesse, la CNN ha recentemente mandato in onda un servizio con l’obiettivo dichiarato di avvalorare questa tesi altamente progressista.Il servizio, che potete vedere qui in basso, ha visto la presentatrice del programma Live CNN Erin Burnett dedicare un segmento del suo programma all’elencazione e alla descrizione delle principali armi automatiche vendute negli Stati Uniti, ai bilanci delle aziende che le producono e alle possibili perdite di queste in caso il Congresso facesse passare (o forse non riuscisse a bloccare?) il disegno di legge proposto dal Presidente Obama per il controllo delle armi che proibisse la vendita ai civili delle armi automatiche, per poi passare al pezzo forte: un’intervista a proposito dei videogiochi violenti.Partendo da una recente affermazione del Senatore repubblicano Chuck Grassley, in cui si lamentava di come “troppi videogiochi violenti, che glorificano l’omicidio d massa, arrivano nelle mani dei bambini, nonostante i tentativi di autoregolamentazione dell’industria” la Burnett, pur ammettendo lo stretto rapporto fra la NRA (National Rifle Association, l’associazione che promuove il diritto alla detenzione di armi dei cittadini USA) e i congressisti, anche finanziario, ha intervistato il dott. William Pollack, Assistant Clinical Professor alla Harvard Medical School e autore del libro Real Boys: Rescuing Our Sons from the Myths of Boyhood (lett. Real Boys: Salviamo i nostri figli dai miti dell’adolescenza), basato su uno studio ventennale sugli effetti “tossici” di certi concetti di “mascolinità” nella cultura dei ragazzi, e su come questi comportino scarsi risultati scolastici, poca igiene e una maggiore possibilità di coinvolgimento nella criminalità e nei suicidi rispetto alle ragazze.Nonostante i tentativi dell’uomo di scienza di spiegare come, pur ammettendo la necessità di un maggior controllo sui videogiochi violenti, alla fine sono fattori come la facile disponibilità di “armi d’assalto ricreative” a permettere il compimento di questi massacri, affermando che, pur non fermando del tutto le uccisioni, un bando delle armi automatiche ridurrebbe grandemente il numero e l’entità degli omicidi, la anchorwoman ha cercato continuamente di virare il discorso sulle posizioni del senatore Grassley.A proposito di Anders Breivik, l’assassino psicopatico protagonista del massacro di Utoya, in Norvegia, e di Adam Lanza, infausto protagonista della strage di Newtown, Connecticut, nonostante i tentativi della Burnett di coinvolgere i videogiochi nella causa delle loro azioni (citando le affermazioni di Breivik di essersi “allenato” giocando con i videogiochi e il fatto che Lanza fosse un “aficionado” dei videogiochi violenti), il dott. Pollack ha risposto che, confermando la necessità di un maggior controllo su tutti i media (e non solo per i videogiochi), soprattutto per il pubblico più giovane, non è questa l’unica risposta al problema della violenza nei giovani.A questo punto l’ultima carta della “giornalista” è stato citare il “caso” Grand Theft Auto, sfoggiando tutta la sua disinformazione elencandone alcune presunte caratteristiche, come l’ottenimento di “punti” quando si uccidono le persone e, ovviamente, “l’offensivo e disgustoso” fatto che, quando si uccidono le prostitute, si ottengono “punti”. A quel punto il ricercatore, evidentemente all’oscuro di cosa tratti veramente la serie GTA (e, in questo caso, lo si può perdonare, nda), non ha potuto fare altro che confermare la possibile influenza di questi comportamenti ludici violenti nella vita sociale dei giovani, ma più che altro in casi di violenza domestica o altri casi in cui “questi potrebbero arrendersi quando combattono una causa o potrebbero evitare di proteggere qualcuno”. In ogni caso questa esposizione non stimolerebbe i giovani a prendere una pistola e sparare alla gente per strada.Dopo la trasmissione di questo servizio francamente imbarazzante, uno dei più accesi critici è stato David Jaffe, creatore delle serie Twisted Metal e God of War che, in un TwitLonger, ha stroncato il servizio e la giornalista, affermando che la CNN dovrebbe vergognarsi di avere una presentatrice come lei e indicandola come il peggior esempio di cittadino Americano, “quello che ha permesso al suo salutare desiderio di successo di trasformarsi nel cancro capitalista che rende accettabile ignorare i fatti pur di rendere più appetibile il proprio prodotto, indipendentemente dalle conseguenze.”Nel suo sermone, Jaffe ha stigmatizzato l’inaccuratezza delle fonti citate dalla Burnett, la mancanza di qualsiasi ricerca sull’argomento prima della formazione della sua opinione e, ovviamente, il fatto che nessuno studio scientifico ufficiale ha confermato il rapporto fra videogiochi violenti e i mass murderers.Il designer ha colto anche l’occasione per descrivere Breivik come “malato, squilibrato e malvagio perdente” e che lo strumento che, secondo lui, afferma di aver usato per allenarsi (termine deprecato in quanto stupido, irresponsabile e piazzato lì per il semplice fatto di avvalorare la sua falsa storia), dev’essere stato ben poco efficace, visto che, dopo 700 ore di “allenamento” passate a sparare a terroristi armati fino ai denti, è riuscito a uccidere “solo dei bambini”.Certo, parole forti usate per difendere un media sotto un continuo fuoco incrociato, come la musica rock, il metal e i fumetti nei decenni passati, ma ogni tanto non fa male mettere da parte le buone maniere e definire le cose per quello che sono.