Manca davvero poco al debutto di God of War, esclusiva PS4 che debutterà il prossimo 20 aprile. Il gioco sarà molto diverso dai suoi precursori, nelle caratteristiche ludiche e nella caratterizzazione di Kratos, oltre che nello scenario—che passa dall’Antica Grecia alla mitologia Norrena. Alcuni si sono quindi posti una domanda semplice: perché non fare di questo God of War semplicemente un reboot? La risposta è arrivata dal director del progetto, Cory Barlog.«È come se i primi giochi facessero da back story, no? Ci sono un po’ le persone che ci dicono ‘ma perché non avete ricominciato dall’inizio e proposto un nuovo personaggio?’. Io mi sono detto: beh, questa è praticamente una decade di sviluppo del personaggio. Non puoi buttare via tutto. Perché mai dovresti volerlo gettare via? Perché non dovresti voler vedere com’è [Kratos che è cresciuto]? Noi stessi non siamo le stesse persone che eravamo ai tempi del liceo, o ai tempi dell’università. Poi, si arriva alla mezza età e si affrontano ancora cambiamenti nel corso della vita. Credo che per Kratos sia lo stesso» ha ragionato il director. «Credo un po’ che la sua vita nei primi giochi fosse un po’ come la mia vita o quella del resto del team. Eravamo negli anni dell’università dello sviluppo» ha aggiunto, per spiegare l’evoluzione di Kratos. «Erano anni in cui stavamo in piedi fino a tardi, in cui facevamo cambiamenti all’ultimo secondo, non avevamo una misura nel riflettere sulle cose. Stavamo semplicemente andando avanti per farle. Era qualcosa di puro, credo sia positivo, ed è fantastico perché è ciò che eravamo. Ora, però, se torniamo indietro sulla questione dello sviluppo, vediamo tutte le cose sotto una lente diversa.»«Siamo persone differenti, abbiamo anche questa energia che arriva da chi si è unito ora al team di sviluppo. Mettendo insieme queste due cose c’è un nuovo modo di guardare al realizzare i videogiochi. Perché allora non provare a sfruttare questa cosa a provare a fare qualcosa di diverso? Che rimanga sempre con un certo senso di familiarità. La nostra speranza, la frase che ho usato fin dall’inizio dello sviluppo, era che doveva essere un gioco ‘familiarmente diverso’. Quando ci giochi, devi sentire che è God of War. Magari non esattamente in tutto e per tutto, ma devi sentire l’anima, il DNA di God of War, anche se è diverso. Ci sono differenze a livello di telecamera, il ritmo è un po’ più lento, ma nella concitazione del momento, in quelle scene di lotta, potete sentire che è God of War. Credo sia una cosa difficile da fare, ma spero che ci siamo riusciti» ha concluso il director.Vi ricordiamo che trovate qui la nostra approfondita video anteprima di God of War.