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Mountain Everest 60 | Recensione - La meccanica compatta senza rivali

Abbiamo testato la nuova tastiera Mountain Everest 60, una meccanica straordinariamente performante per i videogiocatori.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Il mercato delle tastiere meccaniche ha visto debuttare, già un paio di anni fa, il marchio Mountain: parliamo di una firma che ha lavorato al design di periferiche da gioco immaginando come le avrebbero volute proprio i videogiocatori e nessun altro. Così, a marzo 2020 ha lanciato la tastiera Everest (della quale parleremo più approfonditamente tra qualche giorno), una soluzione modulare incapace di scendere a compromessi.

A partire da oggi esordisce invece Mountain Everest 60, la nuova tastiera meccanica dal corpo estremamente piccolo: parliamo di una tastiera 60%, che propone dei pulsanti full-size e lo fa occupando davvero poco spazio sulla vostra scrivania.

Oltretutto, in occasione del lancio di questo nuovo prodotto, Mountain ha anche visto il debutto dei suoi switch meccanici proprietari, che si affiancano agli Cherry MX installati invece nella precedente e originale Everest.

Abbiamo ricevuto dal produttore la nostra Everest 60 e la abbiamo messa alla prova nella nostra postazione da gioco: siamo qui per raccontarvi com'è andata nella nostra recensione.

Everest 60: cosa c'è nella scatola

Per dare l'idea di un prodotto dal corpo molto contenuto, Everest 60 si presenta benissimo fin dalla sua confezione. La scatola, piccola e tagliata proprio intorno alla periferica, ha un packaging estremamente curato – ma molto meno ingombrante di quello visto nella precedente Everest Max, che stiamo testando in questo stesso periodo.

All'interno della confezione troviamo:

  • Tastiera Everest 60
  • Cavo USB in filo intrecciato
  • Tasto ESC sostituibile con il logo Mountain
  • Accessorio per rimozione di pulsanti e switch
  • Piedini magnetici per posizionamento della tastiera
  • Manuale istruzioni.

Design e qualità costruttiva

Una caratteristica che ci aveva colpito nella Everest Max e che abbiamo ritrovato nella Everest 60 è la raffinatezza del suo design.

Mountain dimostra di avere chiaro in mente che le periferiche, per chi gioca, sono un po' un'estensione del proprio corpo, motivo per cui nessuno di noi lascerebbe niente al caso.

La tastiera si presenta così con un corpo lungo 30,5 cm, alto circa 12 cm e spesso circa 2 cm. A dare un'idea della sua solidità, al di là delle dimensioni contenute, è soprattutto il peso: con la sua scocca superiore in metallo, infatti, Everest 60 pesa poco più di 800 grammi, risultando estremamente densa al tocco e ben salda quando la poggiate sulla vostra scrivania. Con anche il tastierino numerico (opzionale) si arriva poco sopra 1 kg.

Oltretutto, il corpo della tastiera è realizzato su più livelli: tra la scocca superiore e quella inferiore si innestano, infatti, uno strato in silicone per attutire l'impatto dei pulsanti e due strati di schiuma che assolvono allo stesso scopo. Il risultato, tenendo la Everest 60 tra le mani, è quello di una tastiera compatta ma dal grande impatto nella qualità costruttiva.

Oltretutto, la scocca superiore e quella inferiore sono divise da una striscia RGB che avvolge tutto il perimetro della tastiera e che, insieme alle luci RGB presenti sotto tutti i pulsanti, vi permette di divertirvi a dare un tocco di colore alla vostra postazione.

Per quanto riguarda la connettività, la tastiera sposa la filosofia modulare della sorella maggiore: presenta infatti ben tre porte USB type C sul dorso, per consentirvi di scegliere dove collegare il cavo. Questo fa in modo, ad esempio, che possiate tenerlo sul lato destro, al centro o sinistra, a vostra discrezione.

Ai fianchi, invece, la tastiera ha degli sportellini magnetici, rimovibili, che svelano altre due porte USB Type-C, una per lato: in questo caso, sono pensate per il collegamento del tastierino numerico (acquistabile a parte e che noi abbiamo ricevuto per la recensione).

Il tastierino in questione è dotato di uno spinotto USB regolabile, che vi permette così di collegarlo o al lato destro della tastiera, o al suo lato sinistro, a seconda di come vi troviate più comodi nella vostra postazione. È anche possibile collegare il tastierino solo quando ce n'è la necessità e richiudere lo sportellino quando invece non ne avete bisogno.

Sul fondo della tastiera siamo stati colpiti dalla scelta fatta per i piedini di supporto di Everest 60, che anche in questo caso sposa una scelta di design che abbiamo visto anche nella Everest Max: la tastiera ha infatti due calamite, una per lato, agli angoli superiori, dove è possibile applicare delle calamite circolari (incluse nella confezione) e incolonnarle. In questo modo, potrete alzare la tastiera a piacimento semplicemente aggiungendo o rimuovendo delle calamite, senza il bisogno di affidarvi a piedini estraibili e traballanti che potrebbero rompersi.

Si tratta di una scelta che abbiamo apprezzato, che garantisce ulteriore solidità e stabilità alla periferica e che ci è sembrata ulteriore dimostrazione di come Mountain non abbia voluto lasciare niente al caso.

Switch meccanici proprietari ed esperienza d'uso

Il design ricercato di Everest 60 si riflette anche nell'esperienza d'uso. Prima di tutto, i pulsanti sono molto solidi e, nonostante il corpo ridotto della periferica, il layout USA che abbiamo testato (al momento non abbiamo ricevuto comunicazioni sull'arrivo di un layout IT per l'Italia) incastra bene tutti i pulsanti dove devono stare, portandovi a sbagliare pochissime volte perché magari abituati a una tastiera nostrana – più che altro per la riduzione dello Shift destro, qui reinventato come pulsante singolo accanto alla freccia Su.

Per quanto riguarda i pulsanti che la tastiera sacrifica, per avere un corpo 60%, parliamo di tutti i pulsanti F soliti delle tastiere su Windows, che vengono però recuperati se premete i tasti numerici insieme al pulsante FN. Di conseguenza, insomma, poco male. Mancano dei pulsanti specifici per un media center, come è ovvio che sia, ma funzionano le scorciatoie di Windows previste sui tasti F. Non c'è e viene sacrificato del tutto, invece, il tasto Ctrl destro, insieme al secondo tasto Windows.

Nel nostro caso abbiamo provato la tastiera con degli switch lineari proprietari (45 grammi di forza di attuazione) e l'esperienza ci ha sorpreso in positivo.

Mountain dichiara di vendere la tastiera lubrificando i singoli interruttori e il risultato è più che ottimale: quando spingete un pulsante, la sensazione è davvero piacevole e "cremosa", il pulsante è morbido e restituisce un'ottima risposta nonostante gli switch non siano di tipo tattile.

Inoltre, i pulsanti tornano rapidamente al loro posto senza emettere nessun suono sgradevole né mai farvi percepire le molle come succede nei modelli economici: il feeling è davvero piacevole e potreste stare a scrivere sulla tastiera per ore senza stancarvi.

Oltretutto, gli strati di imbottitura sotto la scocca funzionano ottimamente, perché la tastiera è silenziosa per essere una meccanica, al punto che abbiamo potuto scrivere di notte senza disturbare nessuno.

Gli switch proprietari lineari di Mountain sono quindi promossi e, per la prima volta, non ci hanno fatto sentire minimamente la mancanza degli switch Cherry MX Red a cui eravamo abituati per giocare. Oltretutto, se per lavoro spesso usiamo soprattutto switch Cherry MX Blu, per il miglior feeling e il loro essere tattili, vale la pena evidenziare che in questo caso la risposta dei pulsanti è stata così soddisfacente, anche per la scrittura oltre che per il gaming, che potremmo raccomandare la tastiera anche a chi scrive tanto ma ha bisogno di una soluzione meno rumorosa degli switch tattili blu.

Vale la pena sottolineare che, come in tutte le meccaniche, è possibile rimuovere tutti i pulsanti, ma non solo: in questo caso, grazie all'accessorio incluso nella confezione, è anche possibile rimuovere direttamente lo switchSe, ad esempio, preferireste avere degli switch Cherry MX sui tasti WASD per la vostra esperienza di gioco, potreste semplicemente comprare gli switch, estrarre quelli già presenti e sostituirli con i nuovi, personalizzando la Everest 60 a vostra discrezione.

Anche in questo caso, parliamo di una scelta di design legata al fatto che il prodotto miri a rivolgersi a utenti hardcore che vogliono il pieno controllo delle loro periferiche.

Va da sé che, nel complesso, sarebbe davvero difficile trovare dei difetti alla Everest 60 durante l'esperienza di gioco: considerata la grande stabilità, il ridotto ingombro e la risposta degli switch, è con ogni probabilità la miglior tastiera su cui abbiamo giocato, capace di reagire sempre in modo rapido e affidabile, diventando tutt'uno con il giocatore.

Base Camp: software e personalizzazioni

Per sfruttare pienamente Everest 60 è necessario installare un software proprietario, chiamato Base Camp. Quest'ultimo, disponibile solo su Windows, funge da centro di controllo della periferica e permette, tra le altre cose, di modificare l'illuminazione RGB della tastiera e i suoi ritmi.

Le sue personalizzazioni possono andare, però, molto oltre: al di là di un menù specificamente dedicato alle macro che volete configurare sulla tastiera, è anche possibile avere dei pulsanti che richiamano delle funzionalità specifiche del vostro sistema operativo – come si fa con uno Stream Deck su Twitch, per capirci. Potreste, ad esempio, decidere che premendo 1, 2 e 3 insieme Windows lanci l'applicazione Calcolatrice, o magari il Task Manager.

Le possibilità sono particolarmente estese e in breve vi ritroverete a sbizzarrirvi con la creazione di scorciatoie intelligenti capaci di rendervi la vita più facile, anche all'infuori dell'esperienza di gioco. Inoltre, è possibile attivare o disattivare delle opzioni durante l'esperienza di gioco: si va dal solito tasto Windows alla disabilitazione di "Alt+F4" per evitare chiusura inavvertite dell'esperienza di gioco, o del tasto Tab per evitare di cambiare finestra senza volerlo.

Nel complesso, Base Camp risulta migliorabile in alcuni aspetti, laddove non è sempre intuitivo né chiaro nelle sue impostazioni. Speriamo, ovviamente, che Mountain possa continuare a lavorarci, considerando che è lo stesso software da cui si gestiscono anche le altre sue periferiche.

C'è un altro aspetto, tuttavia, su cui abbiamo rilevato delle debolezze ancora da sistemare per Everest 60: sottolineiamo di aver svolto i test con un firmware in beta, essendo disponibile prima del lancio, ma in alcuni casi abbiamo notato che la tastiera non veniva sempre riconosciuta all'avvio di Windows ed era necessario scollegare il cavo USB e reinserirlo per farla partire.

È un'operazione di un paio di secondi e si tratta di un piccolo problema che, molto probabilmente, verrà risolto con nuovi aggiornamenti firmware, che vengono segnalati proprio da Base Camp.

Everest 60: disponibilità e prezzi

Mountain Everest 60 è disponibile da oggi sullo store ufficiale di Mountain. Potete vedere la tastiera a questo link sul negozio ufficiale, che spedisce anche verso l'Italia. Il prezzo è di 139,99 euro di listino per la sola tastiera, qualsiasi siano gli switch che andrete a scegliere.

È anche possibile acquistare la tastiera completa di tastierino numerico modulare, con il prezzo di listino che in quel caso arriva a 189,99 euro. Infine, scegliendo la tastiera con i pulsanti in Mineral PBT si parla di 159,99 euro, che diventano 209,99 euro con il tastierino numerico.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • Esperienza di digitazione davvero fuori scala

  • Non fa molto rumore e il poco che fa è gradevolissimo e avvolgente

  • Qualità costruttiva eccezionale

  • Switch proprietari davvero di qualità

  • Eredita parte della modularità di Everest Max

Contro

  • Software Base Camp migliorabile

  • A volte è necessario scollegare il cavo USB per farla rilevare all'avvio di Windows

  • Base Camp non disponibile su Mac

Commento

Mountain Everest 60 è una tastiera gaming meccanica compatta dalla qualità davvero sorprendente. L'esordio di Mountain con i suoi switch meccanici proprietari, che abbiamo provato nella loro versione lineare da 45g, è davvero dei migliori: la risposta dei pulsanti è straordinaria e se durante il gioco non sentirete mai la mancanza degli Cherry MX Red, è sorprendente che durante la scrittura non si senta la mancanza del feedback tattile degli Cherry MX Blu a cui personalmente siamo invece abituati. Il fatto che la tastiera erediti parte della modularità della sorella maggiore, la Everest Max, nell'uso del tastierino numerico e dei piedini è una ulteriore freccia al suo arco, che insieme alla grandissima attenzione per i dettagli nella qualità costruttiva fa di Everest 60 un prodotto che vale decisamente i soldi che costa.
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