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I miracoli di Natale #11 - Wastelanders, l'ultima speranza di Fallout 76

In attesa dell'ambiziosa espansione di Fallout 76, (ri)scopriamo gli eventi che hanno caratterizzato la storia recente dell'RPG online.

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a cura di Pasquale Fusco

Informazioni sul prodotto

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Fallout 76
  • Sviluppatore: Bethesda Softworks
  • Produttore: Bethesda
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE , XSX
  • Generi: Gioco di Ruolo , Multiplayer Online
  • Data di uscita: 14 novembre 2018

Sì, so cosa state pensando: tra tanti giochi, già usciti e non, perché parlarvi proprio di Fallout 76? Perché il sottoscritto è un sadico, oltre ad essere uno dei pochi utenti che, almeno per una buona manciata di mesi, aveva davvero creduto nella rinascita dell’ultima creazione di Todd Howard e soci. Rinascita, perché il lancio di Fallout 76 non è certamente stato uno dei migliori, ma Bethesda ha avuto comunque la forza – e il coraggio – di ripulire e migliorare il suo disgraziato RPG online… prima di farlo sprofondare in un ulteriore periodo nero.

Al caro Babbo Natale, che tanto stiamo assillando in questi giorni, chiediamo Wastelanders – anzi, un ottimo Wastelanders – l’espansione che promette di rilanciare Fallout 76 attraverso le meccaniche più tradizionali della serie ruolistica. Ora come ora, si tratta dell’ultima, vera speranza di un titolo destinato all’oblio.

Fallout 1st: l’inizio della (nuova) fine di 76

Premetto di aver abbandonato i server di Fallout 76 qualche mese fa, con la promessa di tornarci dopo aver smaltito un po’ di backlog – cosa buona e giusta. Per una sfortunata serie di coincidenze, pochi giorni dopo il mio ‘arrivederci’ all’Appalachia, Bethesda annuncia il rinvio della più grande espansione di 76, il suddetto Wastelanders, e svela l’esistenza di un imprevedibile piano d’abbonamento brevettato appositamente per l’amato e odiato RPG online: è l’avvento di Fallout 1st.

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Di Fallout 1st se ne saranno già dette di tutti i colori.

Il suo annuncio arriva con il peggiore tempismo possibile: il DLC che prometteva di rilanciare 76 con un’inedita campagna in puro stile Fallout era stato rimandato dall’autunno 2019 ai primi mesi del 2020, lasciando migliaia di utenti delusi e amareggiati. Alla vista di questo nuovo abbonamento dal costo mensile di 14,99 euro e da quello annuale pari a 119,99 euro (sì, tutto vero), quegli stessi utenti hanno vomitato un’inimmaginabile quantità di odio imbrattando i vari subreddit legati a Fallout 76, tra lamentele e vere e proprie minacce indirizzate a Bethesda.

Non giustificheremo le minacce, ma come dar torto alle lamentele. Si tratta di una soluzione tutt’altro che conveniente, che richiede una spesa periodica importante e che, pertanto, entra inevitabilmente in conflitto con sottoscrizioni ben più necessarie, quali quelle a PlayStation Plus e Xbox Live Gold – per non citare i vari Netflix, Spotify e Amazon Prime. Eppure, quello inerente al costo è l’ultimo dei problemi associati a questo nuovo servizio.

Fallout 1st avrebbe donato ai suoi neo-utenti vantaggi significativi, tra cui un pacchetto di Atomi – la valuta virtuale di 76 – da spendere ogni mese nell’Atomic Shop, e una Tenda di Sopravvivenza con cui spostarsi agilmente da un punto all’altro dell’Appalachia, senza dover effettuare fastidiosi traslochi. Peccato solo che, tra questi bonus, è presente anche una feature a lungo richiesta dai veterani di 76, quella dei server privati, e costringere quei medesimi utenti a sborsare ulteriori euro per il proprio mondo privato rappresenta una proposta semplicemente inaccettabile.

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Detto questo, ciò che è successo in seguito al lancio di Fallout 1st ha del tragicomico.

Mentre alcuni giocatori decidono di lasciare i server, altri abbracciano la nuova strategia di Bethesda e innescano (accidentalmente) una vera “lotta di classe”: gli utenti che hanno scelto il servizio premium sono stati presi di mira dagli altri giocatori, ovvero dal ‘proletariato’ appalachiano; quando ne avevo letto la prima volta non riuscivo a credere ai miei occhi. Storie di membri 1st e dei loro accampamenti bersagliati dalle testate nucleari, di risse virtuali e di altri ‘dispetti’ messi a segno mediante il limitato griefing di 76. Tutto questo ha fatto parte della quotidianità di Fallout per diverse settimane, ma tutt’oggi si manifestano veri atti discriminatori.

Wastelanders riuscirà a salvare Fallout 76?

Difficile prevedere un ritorno in massa degli ormai ex-utenti di Fallout 76, ma sono abbastanza sicuro che Wastelanders convincerà una buona fetta di giocatori a ripopolare i server, per almeno un buon motivo. La prossima espansione (gratuita) di questo sfortunato capitolo introdurrà infatti gli agognati NPC umani, con i quali arriverà una storyline inedita e il classico sistema di dialoghi ben noto ai fan della serie.

In parole povere, se non avremo la garanzia di ritrovare i giocatori delusi dalle ultime implementazioni online, rincontreremo senz’altro i vecchi aficionados di Fallout, gli amanti del tradizionale RPG post-apocalittico.

fallout 76 wastelanders npc

Sin dall’annuncio del DLC le premesse sono effettivamente promettenti e configurano Wastelanders come l’add-on più corposo mai sviluppato per Fallout 76. Tra i tanti timori, dunque, quelli più grandi sono legati agli eventuali bug, glitch e problemi tecnici che un’espansione così grande potrebbe portare in quel dell’Appalachia. Lo dimostra la storia stessa di 76 e delle relative patch: abbiamo già visto come per ogni novità introdotta – e per ogni bug corretto – sono sbucate nuove anomalie, moltiplicando il numero di falle e di ostacoli che gli utenti devono faticosamente affrontare. Tutto ciò che possiamo fare, al momento, è incrociare le dita e pregare per un lancio privo di intoppi – una missione alquanto impossibile, direi.

Possiamo però ingannare le suddette paure focalizzandoci sulle poche, ma ambiziose promesse di Wastelanders.

Tra i personaggi non giocanti che incontreremo nella futura campagna spiccano La Duchessa e Mort: la prima è la proprietaria del Wayward, locanda che accoglierà gli esploratori del West Virginia per qualche chiacchiera in compagnia o per una rinfrescante Old Possum; il secondo è invece un cliente abituale del Wayward, un amichevole ghoul che ci farà da guida per le mansioni previste dalla nuova main quest. Il Wayward è solo uno dei tanti luoghi abitati che appariranno sulla mappa di Fallout 76 e che ci permetteranno di interagire per la prima volta con degli NPC che non siano robot o malefici supercomputer – e questa è, di per sé, una graditissima novità.

Altra feature interessante coincide con le fazioni, meccanica in parte già presente in Fallout 76, ma che non ha mai assunto particolare rilevanza ai fini della storia o del gameplay. Wastelanders ci spingerà a prendere le parti dei coloni o dei predoni, dopo aver svolto compiti per entrambe le parti al fine di approfondire le loro storie: sarà l’occasione perfetta per introdurre eventuali bivi e, quindi, scelte che possano influenzare il consueto corso della storyline.

Sì, certo, non sarà New Vegas, ma ci accontenteremmo anche di questo.

fallout 76 wastelanders npc

Fallout 1st è, con ogni probabilità, l’ultimo di una lunga serie di errori commessi da Bethesda. Il servizio a pagamento ha allontanato un ulteriore gruppo di utenti che, fino a quel momento, avevano dato fiducia al team di Todd Howard, fiducia ripagata nel peggiore dei modi. Wastelanders rappresenta così l’unica, vera speranza di Fallout 76: se dovesse rivelarsi l’ennesimo passo falso, siate certi che sarà anche l’ultimo per l’RPG online.

Voto Recensione di Fallout 76 - Recensione


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Commento

Fallout 1st è, con ogni probabilità, l'ultimo di una lunga serie di errori commessi da Bethesda. Il servizio a pagamento ha allontanato un ulteriore gruppo di utenti che, fino a quel momento, avevano dato fiducia al team di Todd Howard, fiducia ripagata nel peggiore dei modi. Wastelanders rappresenta così l'unica, vera speranza di Fallout 76: se dovesse rivelarsi l'ennesimo passo falso, siate certi che sarà anche l'ultimo per l'RPG online.