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Immagine di Midgar. Viaggio fotografico nel mondo di Final Fantasy VII - Speciale
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Midgar. Viaggio fotografico nel mondo di Final Fantasy VII - Speciale

Riscopriamo la controversa città dell'originale Final Fantasy VII nella porzione che viene esplorata nel Remake

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Avatar di Paolo Sirio

a cura di Paolo Sirio

Pubblicato il 12/04/2020 alle 11:55 - Aggiornato il 13/04/2020 alle 13:04
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Il Verdetto di SpazioGames

-
Si interrompe qui il percorso del Final Fantasy VII originale nella città di Midgar, cuore nevralgico della storia ma soltanto una sua porzione; uno dei temi più interessanti del Remake, e ragione per cui vi abbiamo portato per mano in questo tour della controversa metropoli, è il punto in cui si interromperà la narrazione del nuovo gioco, che sappiamo riprenderà e reinterpreterà elementi da parti successive dell'originale oltre ad aggiungerne altre ex novo. Di questo e del loro impatto ve ne parleremo, però, quando avremo ulteriormente sviscerato il rifacimento – e, soprattutto, quando lo avrete fatto anche voi.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Final Fantasy VII
Final Fantasy VII
  • Sviluppatore: Square Enix
  • Produttore: Square Enix
  • Distributore: Koch Media
  • Piattaforme: PC , PS4 , PS3 , PSX , PSP
  • Generi: Gioco di Ruolo
  • Data di uscita: 17 novembre 1997 PSX - 25 giugno 1998 PC - 4 giugno 2009 PSN - Inverno 2015 (PS4) - 20 agosto 2015 (iOS) - 10 aprile 2020 (Remake)

Prima di addentrarci nel Remake, abbiamo speso qualche ora nell’originale Final Fantasy VII, scattando un po’ di foto che possono tornare utili a quanti tra voi si stiano avvicinando all’esclusiva PlayStation 4 per la prima volta oppure abbiano già trascorso anni di gioco a Midgar e potrebbero essere interessati a carpire – grazie alle nostre immagini – le differenze tra le due versioni.

Un viaggio che, al di là delle intenzioni di Square Enix – la dicitura “Remake” è stata appunto aggiunta al titolo per sottolineare che il caposaldo del panorama JRPG è stato adottato più quale una base di partenza che come un gioco da riproporre in scala 1:1 con la tecnologia moderna –, troviamo valido per riscoprire le origini del mito ma anche per cogliere le tecniche narrative implementate nell’originale e verificare la loro tenuta nel 2020.

Di questo e tanto altro parleremo nel nostro speciale.

Prima di cominciare… perché?

Per parlarvi oggi di Midgar, abbiamo esplorato il gioco originale e scattato foto dalla versione per Nintendo Switch, non limitandoci a raccogliere i ricordi che pure affollano la nostra mente nei giorni del lancio di Final Fantasy VII Remake.

Considerando che il rifacimento è ambientato interamente a Midgar, ci siamo limitati a ripercorrere – e lo stesso dicasi delle immagini, purtroppo in 4:3, che vedrete allegate al nostro articolo – la porzione della storia ambientata nella controversa città: dall’inizio alla fine del primo segmento dedicatole, vale a dire una durata complessiva di 5-6 ore rispetto ad una lunghezza media del playthrough del gioco originale di 38-53 ore.

Ci piaceva proporvi un viaggio del genere anche per comprendere come Square Enix sia riuscita a spalmare i contenuti raccolti in appena cinque o sei ore lungo un gioco completo della serie Final Fantasy, che a quanto abbiamo appreso durerà intorno ad una quarantina di ore – il punto, questo, che forse più di ogni altro ha suscitato dubbi nei veterani del capitolo classico.

final fantasy vii remake

Al momento, chi vi scrive non ha completato il Remake e non sa a che punto della storia si interromperà per lasciare poi che sia la Parte II – ancora senza una data – a portare avanti la narrazione.

La spinta a ripercorrere l’originale, curiosamente, ci è stata data sia dalla relativa immediatezza di questo percorso – un lasso di tempo abbastanza facile da sostenere visto che non parliamo di rigiocare il titolo completo, un piacere che pure ci concediamo di tanto in tanto – e dal fatto che, “grazie” alla velocità ridotta dei download su PlayStation Network causa coronavirus, abbiamo avuto… qualche ora da passare in pieno relax, per così dire, mentre aspettavamo di poter iniziare Final Fantasy VII Remake. A questo punto, perché non coinvolgere pure voi in questo tuffo nel passato?

Midgar, ancora una volta

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, il ritorno a Midgar ci ha consegnato un Final Fantasy VII ancora godibilissimo sotto un profilo tecnico ed esperienzale; non siamo dalle parti di un remaster né tantomeno di un remake, ma il comparto grafico tirato a lucido su Nintendo Switch ci ha destato un’impressione superiore alle aspettative, specie nella modalità portatile, e ci faceva piacere puntualizzarlo nel caso in cui steste pensando anche voi ad un viaggio simile e foste indecisi su quale piattaforma utilizzare.

Attenzione! L’articolo contiene spoiler sulle prime ore di Final Fantasy VII

L’impatto iniziale col gioco è scandito ancora oggi da una scena d’apertura dall’elevata ambizione registica, e che per certi versi abbiamo faticato a ritrovare, per ispirazione ed esecuzione, nelle produzioni moderne. Un quadro nero puntellato di bianco ci accoglie ad un passo dal primo piano su Aerith, poi ancora l’inquadratura s’allarga per darci uno scorcio dell’ambientazione che la circonda.

Sono le stradine di Midgar, ovviamente, e dal basso di una città malata il nuovo e graduale campo largo ci mostra la causa del suo male – la torre del quartier generale Shinra. Rimaniamo sospesi in aria per qualche istante, giusto per goderci il logo di Final Fantasy VII e scorgere quanto male al pianeta il malvagio gigante stia facendo: i getti di fumo che inondano lo scenario sono l’esempio più elementare, e per questo più efficace, delle logiche che comandano l’azienda e di conseguenza la città.


Mentre scendiamo, il ritorno a terra, stavolta verso l’est della città, si alterna con l’arrivo di un treno in stazione. Come ogni treno, anche questo porta qualcosa di nuovo – che siano guai o buone notizie, toccherà al giocatore scoprirlo.

Come Cloud, il nostro obiettivo è lavorare con l’organizzazione Avalanche per colpire i reattori Mako con cui la corporazione Shinra sta estraendo la linfa vitale del pianeta. «Il pianeta sta morendo», sottolinea Barret, capo dell’organizzazione, nel tentativo almeno inizialmente vano di coinvolgere il mercenario ex SOLDIER First Class Cloud nella sua lotta ideologica.


La missione, che prevede l’installazione di una bomba, fila via liscia e ci dividiamo dai nostri partner per raggiungere separatamene il treno che ci riporterà alla base.

Lungo il tragitto incontriamo per la prima volta Aerith, delicata fioraia con cui scambiamo alcune battute prima di riprendere il cammino.

In questo passaggio vediamo una Midgar devastata dall’esplosione che, come contesa tra Avalanche e Shinra, mostra sofferente i segni dell’intervento dell’una e dell’altra parte; come se a rimetterci fosse soltanto lei, mentre i due litiganti portano testardamente avanti le loro, legittime o meno, ragioni.

In un’intervista, Yoshinori Kitase, director dell’originale e producer del Remake, ha spiegato non a caso come il team di sviluppo fosse stato guidato, nella realizzazione di tale scena, dalla volontà di trasmettere un senso di colpa ai giocatori per la devastazione esibita in questo segmento.

Cloud ci mette un po’ più del previsto a radunarsi coi suoi e la cosa li impensierisce notevolmente, visto che in questa fase sono ancora preoccupati dalla possibilità che possa abbandonarli al loro destino. Il tratto del personaggio è piuttosto machista, scorbutico e taciturno, e queste sue caratteristiche lo rendono imperscrutabile persino agli occhi di Tifa, sua amica d’infanzia e proprietaria del bar 7th Heaven – la suddetta base di Avalanche.

Tuttavia, con un’entrata in scena acrobatica che ne evidenzia le doti atletiche, il protagonista si fa finalmente vedere nel treno che li riporta tutti alla base. Qui un alterco tra Barret e Cloud ci mostra come quest’ultimo non voglia portare avanti il suo impegno con l’organizzazione, e che soltanto l’ascendente esercitato su di lui da Tifa sia in grado di convincerlo a completare soltanto un’altra missione prima di tornare un cane sciolto.

Qualcosa nella nuova missione, che prevede un attentato ad un secondo reattore, va però storto; Shinra è stata messa al corrente dei piani dei terroristi e si fa trovare pronta al suo assalto, e in questa fase ci accoglie persino il presidente di cui facciamo la sgradevole conoscenza. Mentre Tifa e Barret riescono ad uscirne tutti interi, ad avere la peggio è Cloud, che precipita dalla struttura del reattore e si separa a lungo dal resto del party.

Il volo del personaggio si conclude miracolosamente su un letto di fiori, e questo gli salva in maniera del tutto fortunosa la vita; i fiori sono di Aerith, la ragazza che avevamo incontrato al termine della prima missione, e sono gli unici a trovare terreno fertile in una Midgar che non ha più energia per alimentarne la crescita altrove.

Alla “resa dei conti” con Don Corneo veniamo informati delle intenzioni di Shinra di demolire il settore 7 e incolpare Avalanche della sua distruzione, in modo che i terroristi siano tacciati di rapimento e la compagnia venga vista come salvatrice della patria; veniamo fatti cadere tramite una botola nel sistema fognario e da lì abbiamo pochissimo tempo per provare a salvare la nostra casa.

Una volta arrivati sul posto, abbiamo davanti a noi uno scenario desolante, con diversi dei nostri partner, tra cui Jessie, Biggs e Wedge, letalmente feriti nell’assalto dei Turk. Ci separiamo da Aerith e con Tifa scaliamo il pilastro del settore, in cima al quale affronteremo una rapida boss fight con Reno, uno dei membri della banda.

Rapida perché, quando sarà il momento, questi se ne andrà e vedrà la scena riempirsi di un elicottero con il leader Tseng e, sfortunatamente, Aerith, che ha provveduto a rapire. Nonostante gli sforzi di Barret, Cloud e Tifa, il rapimento riesce e il pilastro crolla, distruggendo buona parte del settore 7.


Dopo un momento di abbattimento, in cui le buone intenzioni di tutti i membri del party subiscono oscillazioni sotto i venti del dubbio, i tre si ridestano e si recano a casa di Aerith, per saperne di più su questo ancora misterioso personaggio dalla madre; qui apprendono che la ragazza è riuscita a mettere in salvo la figlia di Barret, Marlene, e il capo di Avalanche per questo decide che farà di tutto per salvarla dalle grinfia di Shinra.

A casa di Aerith, Elmyra Gainsborough rivela di non esserne la vera madre ma di averla adottata in seguito alla morte della genitrice davanti ai suoi occhi in stazione, dove si recava tutti i giorni per accogliere il marito di ritorno dalla guerra; Aerith, come la madre, è una discendente dei Cetra, ultima sopravvissuta di un’antica dinastia che popolava la Terra con poteri sovrannaturali che ad essa la collegano intimamente. Questa connessione, e il fatto che i Cetra abbiano – secondo la leggenda – accesso ad una terra promessa ricca di energia Mako, ha messo Shinra sulle sue tracce con una simile insistenza.


Il gruppo riesce a liberare dopo una breve esplorazione Aerith, ma viene catturato e fatto prigioniero fino a quando trova le porte delle celle spalancate e l’intera struttura piena di cadaveri e sangue.

Si scoprirà, grazie alla confessione del capo del programma spaziale Palmer, che è stata tutta opera di Sephiroth, misterioso ex commilitone di Cloud che – è bene precisare – non vediamo direttamente in azione in questa porzione del gioco originale.

Spietato, e anch’egli interessato alla terra promessa dei Cetra in quanto loro discendente, Sephiroth arriva persino ad uccidere il presidente di Shinra.

Non appena scoperto della sua morte, il figlio Rufus si autoproclama presidente davanti a Cloud e compagni, con quest’ultimo che – allarmato dalle sue parole deliranti di un regno di terrore in arrivo – decide di battersi con lui mentre i suoi compagni si avviano all’uscita non prima di aver avuto qualche spiacevole incontro in ascensore.

Lo scontro è anche in questo caso breve, perché interrotto dalla fuga in elicottero di Rufus, così i cinque membri del party – che ora accoglie anche il forte e saggio Red XIII – possono finalmente lasciarsi il quartier generale Shinra alle spalle.

Una suggestiva clip FMV in computer grafica ci presenta Cloud in moto e il minigioco in cui saremo chiamati a coprire la fuga dei nostri amici a suon di Buster Sword, prima di un’ultima boss fight dopo la quale potremo lasciare Midgar.

Diversi accenni hanno colto la nostra attenzione più di altri in questa ennesima run, ed è inevitabile tirare in ballo tra questi il tema ecologico: il motore propulsore della vicenda è la preoccupazione di Barret e dei suoi compari per la sopravvivenza di un mondo fortemente industrializzato, ed è un argomento che veniva messo sul piatto in un momento storico in cui la questione ambientale saliva (finalmente) agli onori della cronaca, ovvero a pochi mesi mesi dalla firma della Protocollo di Kyoto (1997) che avrebbe costituito la prima seria presa di coscienza da parte dei grandi del mondo.

Il riferimento al fatto che «il mondo sta morendo» rende FFVII più attuale che mai, per ovvie ragioni, ma nel gioco colpisce particolarmente perché – guardando alla devastazione portata dalle esplosioni nelle primissime battute – è come se il giocatore causasse ulteriori danni provando a metterci una pezza; nonostante i proclami che si possono o non possono fare su un piano individuale, insomma, siamo tutti corresponsabili con i nostri gesti dell’incrinatura di un equilibrio assai precario.

L’ambiente è sia soggetto che oggetto nella dicotomia tra sacro e profano che pervade Midgar: la scena in cui i Turk si mettono all’inseguimento di Aerith e Cloud, in un luogo che viene chiamato gergalmente “chiesa di Aerith”, comincia con Reno che prima calpesta i fiori e poi, come mosso ad agnostica riverenza nei confronti di qualcosa di alto quali delle creature che non esistono più all’infuori di quel luogo, intima ai suoi scagnozzi di non calpestarli.

La stessa aura di sacralità coinvolge anche le Materie, pietre che permettono di eseguire magie ma non di diventare maghi – ed è una sfumatura di non poco conto: l’energia Mako si mette a disposizione di taluni (nella fiction, ma non nel flusso del gameplay, Barret non vuole saperne) infondendone gli strumenti, non i corpi, salvo eccezioni contronatura.

Nello stesso contesto di un Don Corneo rispettato e temuto come un boss, l’accenno mafioso si riversa anche sulla corruzione morale e fisica della città, che si palesa nella presenza nel libro paga di Shinra del sindaco così come nel Wall Market – dove si fa riferimento alla soddisfazione dei piaceri esplicitamente carnali – nel quartier generale del gigante dell’energia, dove si conducono esperimenti senza etica per superare la dimensione umana; lassù, dove l’immaginario collettivo ha dato dimora alle divinità ma anche ai cattivi più spietati che le emulano e, dall’alto delle loro torri, soggiogano i deboli.

Come dimostrato dal summenzionato caso dell’Honey Bee Inn ma anche dal travestimento di Cloud, che viene sostenuto nella sua ambigua iniziativa di “trasformarsi” in donna senza troppe domande dal sarto e dai suoi collaboratori, Midgar è però una città che ne ha viste tante e non giudica mai.

Si interrompe qui il percorso del Final Fantasy VII originale nella città di Midgar, cuore nevralgico della storia ma soltanto una sua porzione; uno dei temi più interessanti del Remake, e ragione per cui vi abbiamo portato per mano in questo tour della controversa metropoli, è il punto in cui si interromperà la narrazione del nuovo gioco, che sappiamo riprenderà e reinterpreterà elementi da parti successive dell’originale oltre ad aggiungerne altre ex novo. Di questo e del loro impatto ve ne parleremo, però, quando avremo ulteriormente sviscerato il rifacimento – e, soprattutto, quando lo avrete fatto anche voi.

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