Media Create non diffonderà più dati di vendita giapponesi dopo pressioni dei publisher

La compagnia Media Create, che stilava le classifiche di vendita per il mercato giapponese, costretta da pressioni esterne a interrompere il servizio

Immagine di Media Create non diffonderà più dati di vendita giapponesi dopo pressioni dei publisher
Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Ci sono degli ingranaggi che si stanno inceppando, nel mondo del mercato dei videogiochi, e sono quelli della comunicazione. In un’epoca in cui abbiamo visto Bethesda prima e Activision di recente affermare di non voler distribuire copie di alcuni (o tutti) loro titoli prima dell’uscita — con le recensioni della critica costrette ad esordire dopo il day-one e di conseguenza acquisti a scatola chiusa dal consumatore — apprendiamo oggi una novità dal Giappone: dopo venticinque anni, Media Create non diffonderà più le classifiche di vendita per il mercato giapponese.

Si trattava di un appuntamento fisso dei nostri mercoledì, quando arrivavano le chart messe insieme proprio da Media Create che ci rivelavano l’andamento del mercato nipponico nel settore software e console. Media Create, formata da sole undici persone, ha annunciato sul suo sito ufficiale di aver preso la decisione di non pubblicare più le classifiche in seguito a pressioni subite da alcuni azionisti, tra cui figurerebbero anche dei publisher.

gaming japan

Si tratta ovviamente di una situazione molto scomoda, poiché se tra gli azionisti figurano dei publisher, questi ultimi non hanno la minima intenzione di diffondere pubblicamente i loro numeri, soprattutto se questi ultimi dovessero parlare di risultati non proprio prosperi per i propri prodotti.

Se, da un lato, abbiamo altre industrie di intrattenimento, come quella del cinema, dove si accede ai numeri dei botteghini, sembra proprio che l’industria dei videogiochi stia andando nel verso opposto: di recente, ad esempio, anche NPD Group ha smesso di diffondere i numeri precisi di vendita relativi al mercato statunitense.

Non ci sono dubbi che i publisher che spingono in questa direzione stiano cercando di salvaguardare i loro investimenti, ma d’altro canto vale anche la pena ricordare che, senza la fiducia del consumatore, il loro stesso mercato non esisterebbe — e a quel punto non ci sarebbe proprio nessun investimento da salvare.

Fonte: ResetEra