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Immagine di Ikai | Recensione - L'orrore nel Giappone feudale
RECENSIONE

Ikai | Recensione - L'orrore nel Giappone feudale

Ikai è un horror che sembra sviluppato da giapponesi, ma proviene in realtà dalla Spagna. Riesce davvero in tutto ciò che si propone di fare? Ve lo raccontiamo nella nostra recensione.

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Pubblicato il 28/03/2022 alle 18:00 - Aggiornato il 16/05/2022 alle 11:05
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  • Pro
    • Buonissima atmosfera
    • Descrizioni accurate degli yokai e rappresentazione autentica del periodo storico
    • Alcuni puzzle sono sfiziosi
  • Contro
    • Troppe ingenuità che spezzano il ritmo e un po' di trial and error mal gestito
    • Avanzamento appesantito da mansioni tediose e per nulla necessarie
    • Schematicità e lungaggini che affievoliscono il piacere dell'esperienza di gioco

Il Verdetto di SpazioGames

6.6
Ikai è una via di mezzo tra un survival horror in cui dovrete solo scappare via e nascondervi, e un puzzle game con ritmi molto ragionati. La formula funziona solo in parte, perché le ingenuità dimostrate sono davvero troppe e il gioco cade vittima di una concezione del genere ormai superata da molti anni. C'è del trial and error mal gestito, una preponderanza a chiedere diversi oggetti per compiere azioni semplici e una struttura ciclica che non riesce a entusiasmare fino in fondo. Se siete amanti della cultura giapponese potreste dargli una chance, ma non aspettatevi il terrore puro e l'ansia perenne da un titolo che punta tutto sulla sola atmosfera.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Ikai
Ikai
  • Sviluppatore: Endflame
  • Produttore: PM Studios
  • Distributore: PM Studios
  • Piattaforme: PC , PS4 , SWITCH , PS5
  • Generi: Survival Horror
  • Data di uscita: 29 marzo 2022

Ikai è un horror basato sulle leggende più oscure del folklore giapponese ed è ambientato nel periodo feudale. Si tratta di un contesto storico ben lontano dalle consuetudini dei survival horror moderni, e ciò potrebbe già da solo rappresentare un motivo di interesse per i cultori del genere e delle antiche tradizioni del Paese del Sol Levante.

L'opera aderisce in modo pressoché perfetto a quella che è la visione del periodo e dei racconti fantastici basati sulle credenze del tempo, risultando quasi indistinguibile da un prodotto sviluppato proprio da giapponesi.

In verità, Ikai è stato creato da Endflame, studio di sviluppo composto da tre ragazzi di Barcellona che, dopo alcuni progetti universitari, si sono riuniti con l'obiettivo di dare vita a videogiochi che loro - per primi - avrebbero il piacere di giocare.

Sebbene sia da lodare il modo in cui uno studio indie così piccolo sia stato in grado di creare istantanee così vivide del Giappone antico, i limiti del progetto si fanno sin da subito assai evidenti, e contribuiscono purtroppo a ridimensionare in modo importante le ambizioni dietro Ikai.

Guarda su

Ikai, la storia

Ikai segue le vicende di Naoko, una sacerdotessa di un tempio impegnata per tutto il giorno con le sue mansioni quotidiane e lontana dalle ultime preoccupazioni che serpeggiano tra gli abitanti del villaggio. Secondo alcune voci che hanno raggiunto e condizionato persino i più scettici, stavolta ci sarebbero delle prove piuttosto evidenti del fatto che alcune creature maligne si stiano per avvicinare al mondo terreno. Il pensiero comune, ormai, è che i demoni siano in procinto di riversarsi nella dimensione abitata degli umani, con conseguenze dalla natura nefasta e imprevedibile.

Vi muoverete spesso in ambienti molto, molto bui.

Il terrore del popolo non è però arrivato fino alla sommità della montagna in cui si trova il tempio dove passa le sue giornate Naoko, convinta da sempre a inquadrare tutto come delle semplici storie per bambini. Una sera, prima di mettere via i vestiti e scendere fino al fiume, nel silenzio della notte e tra le fievoli luci delle candele, la donna si rende conto che qualcosa non va per il verso giusto. Quando perde d'improvviso conoscenza e successivamente rinviene in uno stato ancora confusionale, quel luogo di fede non è più il posto sacro e sicuro che aveva sempre conosciuto.

Ogni protezione sembra essere svanita, lasciando spazio a yokai malevoli che si annidano nel buio e minacciano la sua incolumità, pronti a sferrare attacchi improvvisi. Da questa premessa, Ikai lascia intendere in maniera piuttosto chiara i toni del racconto, ma ben presto il giocatore si renderà conto che c'è anche un coinvolgimento personale della stessa protagonista. Per gran parte dell'avventura, tuttavia, il gioco fa il minimo sindacale per fornire i dettagli che servono per dare una forma tangibile alla storia, lasciando ben presto il passo a un gameplay ciclico e non proprio esaltante.

Una caverna con biforcazioni e con un po' di trial and error.

Si consideri infatti che Ikai è suddiviso idealmente in pochi capitoli in cui, tutte le volte, dovrete dapprima scappare via del demone in questione e poi tentare di esorcizzarlo per sempre. Non pensiate però che questo faccia parte del sistema di combattimento, perché tutto ciò che dovrete fare nell'opera di Endflame è risolvere enigmi, nascondervi e compiere azioni molto semplici. Semmai è la buona atmosfera a dare più corpo all'idea di base degli sviluppatori, che vogliono giocare più sulle suggestioni che non col vero terrore. Ikai non fa paura, e al di là dello scarejump che si sostanzia tutte le volte che il nemico vi è addosso, non c'è nulla che possa in qualche modo alimentare la tensione fino a rendere ansiogena la progressione.

Sentirete grattare su pareti e tatami di tanto in tanto, avvertirete suoni gutturali e sospiri, ma vi accorgerete che non esiste una reale minaccia costante se non quella rappresentata dalla sezioni in cui dovrete nascondervi o seminare l'avversario. Il modo in cui tutto ciò viene proposto è primordiale e ricorda i primissimi esperimenti effettuati nel genere, con l'aggravante che contiene anche gli stessi errori e le stesse ingenuità. Per esempio, vi basterà nascondervi dentro una siepe per essere invulnerabili, con tanto di nemico che vi sbatte addosso e non vi fa nulla, prima di allontanarsi via indisturbato. O ancora, vi basterà trovare la giusta alcova per disinnescare le brutte intenzioni del demone, che nel frattempo può anche toccarvi ma senza farvi nulla.

ikai-43879.jpg ikai-43880.jpg

Gameplay

Sono momenti, questi, che vi fanno uscire letteralmente fuori dal gioco, spezzando ogni tipo di tensione e minimizzando ogni forma di minaccia, che si presenta solo in determinati momenti pre-calcolati o quando sarete chiamati a risolvere alcune sezioni trial and error che non ci hanno per nulla convinti. Esemplificando quanto detto, vi basti pensare al livello ambientato in una caverna a bivi dove dovrete andare a casaccio prima di indovinare la giusta combinazione di stradine. Se imboccando la direzione sbagliata vi troverete il demone che vi sarà subito addosso, dovrete ricominciare il percorso ed evitare nuovamente la stessa fine dopo le biforcazioni successive.

Un'altra scelta infelice è data da alcune mansioni a tempo (non c'è un timer a vista) che devono essere compiute prima di morire d'improvviso e senza preavviso. Naoko, essendo una sacerdotessa del Giappone feudale, è in grado di scrivere dei sigilli utili per esorcizzare oggetti maledetti. Ikai vi chiederà dunque di mettervi a un tavolo e ricalcare con un pennello l'ideogramma che si intravede tra la trama della carta. Dovrete però disegnarlo con grande rapidità, altrimenti vedrete il demone a tutto schermo che determinerà la fine della partita. Va un po' meglio quando Naoko dovrà invece fuggire via di corsa e avere la meglio durante l'inseguimento, con una corsa che è sempre composta da ostacoli da superare, da spostare o da mettere davanti alle porte.

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Non fatevi ingannare dal fatto che Ikai potrebbe sembrare di primo acchito un survival horror puro, perché in realtà non lo è affatto. La preponderanza dei puzzle e anche la gestione della progressione lasciano capire in modo netto quanto gli sviluppatori siano stati intenzionati a non rendere fluide le azioni semplici. Soprattutto nella prima fase, Ikai potrebbe risultare snervante, perché per ogni azione da compiere ce n'è sempre un'altra in cui dovrete procurarvi l'oggetto richiesto o una parte di esso. Ne esce fuori un avanzamento poco snello e inutilmente appesantito, a cui va aggiunto l'immancabile backtracking dovuto principalmente alla scarsa varietà di ambienti, che tendono a ripetersi con piccole variazioni sul tema.

Buono è invece il lavoro di approfondimenti sugli yokai, sulla loro natura e sui significati di queste folkloristiche figure nell'immaginario collettivo dell'epoca. Kuon di From Software in questo continua a essere il punto di riferimento, soprattutto per il modo in cui rappresenta chiaramente senza dover per forza narrare coi metodi tradizionali. Eppure, Ikai dimostra di avere il giusto piglio nell'approfondire certe figure terrorizzanti che ben si amalgamano col tipo di avventura.

Tecnicamente il gioco è nella media delle produzioni indipendenti equivalenti, e non ci si deve di certo aspettare un prodotto tecnologicamente avanzato o in grado di stupire. La modellazione poligonale è discreta, ma le poche volte che vedrete i nemici muoversi si noterà un po' di stacco con gli ambienti, che pur non essendo mai disadorni dimostrano di avere incertezze qualitative. Abbiamo invece apprezzato il supporto per il widescreen in 21:9. Caratteristica per nulla scontata, se si pensa a titoli con ben altri budget come Elden Ring (ecco la recensione) che ne sono totalmente sprovvisti.

Versione recensita: PC

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