Nei giorni in cui siamo impegnati a celebrare l’imminente arrivo di The Last of Us Part II, non possiamo certo dimenticare Ghost of Tsushima, l’altra grande esclusiva PlayStation in uscita nel corso di questa a dir poco atipica estate videoludica. Il titolo di Sucker Punch, un action adventure ambientato nel Giappone Feudale in cui vestiremo i panni di un Ronin nel corso dell’invasione mongola dell’isola di Tsushima, sarà disponibile dal 17 luglio dopo un’attesa lunga poco meno di tre anni; un lasso di tempo nel quale ha faticato a farsi vedere ed esprimersi in pubblico, prim’ancora che la comunicazione dei big dei videogiochi venisse scossa nelle fondamenta e sparpigliata dall’emergenza imprevista, e imprevedibile, del coronavirus.
L’ultima esibizione, nella cornice di uno State of Play dedicatogli provvidamente nella sua totalità, ci ha permesso di scoprire alcuni aspetti finora soltanto accennati, oltre che un gameplay che proverà in diversi modi a dare una sterzata decisa rispetto ai canoni impostati dagli enormi open world di questa generazione ormai prossima alla conclusione.
Il bianco e nero
Lo State of Play di poche settimane fa ha costituito l’occasione perfetta per presentare la modalità Samurai, in cui i giocatori potranno attraversare dall’inizio alla fine la storia di Jin Sakai in un bianco e nero che inequivocabilmente omaggia il cinema che ha ispirato Ghost of Tsushima.
Un tributo stilistico che ha rappresentato un grattacapo di non poco conto per Sucker Punch, dal momento che i creatori di Sly Raccoon e inFamous hanno dovuto fare in modo che il gioco fosse in grado di risultare fruibile anche in questa speciale modalità che di fatto rinuncia al colore. Un esempio del lavoro aggiuntivo che la software house californiana si è resa conto di dover fare per permettere l’introduzione di questa modalità è stato la realizzazione di icone per la navigazione della mappa che non si affidassero, per la loro leggibilità, ai colori ma alla forma; questo dice molto pure di come l’idea di introdurre una modalità in bianco e nero sia sorta nelle fasi in cui si gettavano le fondamenta del titolo e, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, non si tratti di un’aggiunta dell’ultimo momento dovuta magari ad un semplice vezzo artistico.
Kurosawa ha prodotto gran parte delle sue pellicole in bianco e nero, prima di effettuare uno “switch” non appena pervenuta la disponibilità del colore nel cinema; ma, di tale durata fu la sua permanenza nel mondo del b/n, che adoperarlo finì con l’essere tutt’altro che una limitazione legata ad un aspetto puramente temporale, e anzi diventò uno strumento espressivo e in ultima analisi un autentico marchio di fabbrica – così importante da venire citato, alla maniera dei videogiochi, nel nuovo titolo per PS4.
Chiudendo questa lunga discussione su Ghost of Tsushima, abbiamo apprezzato parecchio l’intervento del nostro ospite perché ci ha permesso di scoprire di più su uno dei registi più prolifici e seminali della storia del cinema, e di utilizzare queste conoscenze, che fossero già nostre o meno poco importa, per capire di più e dedurre persino qualche nuovo elemento sull’esclusiva PS4 attesa per il 17 luglio. Un appuntamento al quale adesso, ne siamo certi, arriveremo tutti più pronti.