Immagine di Fallout 76 Regno d'Acciaio, addio Confraternita (ma la scelta spetta a voi)
Recensione DLC

Fallout 76 Regno d'Acciaio, addio Confraternita (ma la scelta spetta a voi)

Si chiude l'epopea aperta con Alba d'Acciaio: ecco com'è andato il nostro nuovo giretto in Appalachia

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a cura di Paolo Sirio

Informazioni sul prodotto

Immagine di Fallout 76
Fallout 76
  • Sviluppatore: Bethesda Softworks
  • Produttore: Bethesda
  • Piattaforme: PC , PS4 , XONE
  • Generi: Gioco di Ruolo , Multiplayer Online
  • Data di uscita: 14 novembre 2018

Il viaggio di Fallout 76 continua e, nonostante la nomea di certo non positiva accumulata al lancio e il pregiudizio di chi non pensava che Bethesda Game Studios sarebbe stata in grado di proporre un’esperienza online, lo fa in maniera molto spedita, grazie anche all’approdo su Xbox Game Pass che sappiamo stare spingendo (e nient’affatto di poco) il numero di utenti connessi ai server.

L’ultimo aggiornamento si chiama Regno d’Acciaio ed è uscito da pochi giorni, mettendo sul piatto ancora una volta quella che un tempo sarebbe stata un’espansione a pagamento – abbiamo visto un modello simile applicato in ultimo a Fallout 4 – ed è invece oggi un update gratuito tra i tanti in calendario per l’RPG della casa del Maryland.

Lo viveste anche soltanto così, come approfondiremo nella nostra recensione, il gioco varrebbe la candela: evitando di impelagarvi nelle dinamiche del camp e non scendendo nei compromessi della natura multiplayer del survival di BGS (che è esattamente come lo vivo io, e vi assicuro che sono in pace con me stesso – forse mi perdo qualcosa, ma sono in pace con me stesso), giocando Fallout 76 adesso avete un episodio regolare della saga post-apocalittica che introduce nuovi contenuti storia su base regolare, e lo fa senza chiedervi un soldo in più.

Tutti i nodi vengono al pettine

Regno d’Acciaio è di fatto il seguito di Alba d’Acciaio, la prima espansione post-Wastelanders di Fallout 76. Facendo una breve sintesi del percorso del gioco, Wastelanders è stato di fatto il primo grande update della “rifondazione” di questo progetto, reintroducendo tra le altre cose gli NPC che erano stati tenuti fuori dal computo con una scelta fin troppo ardita al lancio originale.

Dopo aver rimesso in piedi il titolo, Bethesda Game Studios ha pensato di fornire ai suoi utenti un numero di espansioni gratuite più piccole, in modo da poter iniettare un numero di contenuti inediti con una certa costanza. Da qui la logica di dividere in due parti la parabola della Confraternita d’Acciaio, fazione storica della saga appena arrivata in Appalachia (ora che possono popolarla degli NPC, appunto).

Rispetto ad Alba d’Acciaio, ora che sono stati introdotti i personaggi e le dinamiche alla base dei loro rapporti nonché l’innesco della storia della Confraternita nella regione, questa espansione si prende la libertà di introdurre un paio di nuove ambientazioni che sono particolarmente affascinanti – sia da giocare che da attraversare, apprendendo ancora di più sulla storia di questo mondo prima del nostro arrivo.

Da un punto di vista estetico, dunque, pur nella cornice di un gioco che non fa moltissimo per nascondere la sua natura alquanto grezza in questo senso, Regno d’Acciaio fa un passo in avanti nella fattura dei contenuti, “abbelliti” in una certa misura come si farebbe con un RPG story-driven se fosse realmente single-player.

Chiaramente, essendo la seconda metà di un pacchetto narrativo, ci sono dei nodi che vengono al pettine qui e, come nella tradizione del franchise, a determinare quanto vi succederà saranno soltanto le vostre scelte: in primis, quelle che avrete compiuto in Alba d’Acciaio, anche se nulla vieta che in qualunque momento possiate cambiare idea e decidere per qualcosa di diametralmente diverso.

Dopo aver risolto l’assedio dei Supermutanti, la Confraternita si ritrova con due grossi problemi: il primo è capire da dove fossero spuntati fuori questi pericolosi abomini, il secondo, forse più importante, è la spaccatura che sembra ormai insanabile tra i due membri più importanti, ovvero il Paladino Rahmani e il Cavaliere Shin.

L’esito del racconto e il modo in cui verrà forgiata la Confraternita del futuro dipenderanno da chi appoggerete tra i due, in sostanza: per quanto mi riguarda, ho portato fieramente avanti la scelta fatta in Alba d’Acciaio, continuando a sostenere Rahmani con i cui metodi mi trovo più in linea, ma non nascondo che aspetto di scoprire le conseguenze di ciò (ammesso che ci saranno, e spero proprio di sì) nei futuri contenuti di Fallout 76.

Quel che è certo è che il focus sulla Confraternita d’Acciaio si chiude qui per il service game post-apocalittico di Bethesda Game Studios e lo fa anche stavolta con il suo carico di dilemmi etici: vi ritroverete non solo a prendere le parti di uno anziché un altro, ma pure a stabilire come vi comporterete di fronte a comportamenti moralmente dubbi messi in scena magari inconsciamente o solo per il bene della scienza. Quando Fallout fa questo, è sempre apprezzabile, che sia online o meno.

Rispetto al precedente add-on, ho notato degli squilibri in meno per chi non sia un giocatore di altissimo rango; se volete godervi la sola esperienza solitaria, al netto della storia che è una diretta conseguenza di Alba d’Acciaio, troverete un bilanciamento senz’altro migliore e una curva che diventa ripida giusto nell’ultima missione principale (delle cinque previste), dove sarà il caso di presentarsi armati di tutto punto.

Qualche problema di troppo

Fallout 76 non ha una storia particolarmente fortunata per quanto riguarda i problemi tecnici. Sappiamo della tradizione di Bethesda con i bug, un elemento che agli occhi di qualcuno un po’ troppo “fiscale” eclissa quanto di buono questa etichetta riesce ogni volta a produrre, e lo stesso survival RPG online di cui parliamo oggi ha pagato abbondantemente dazio in questo senso dall’uscita.

I problemi tecnici del lancio sono obiettivamente alle spalle, complice pure la capacità di concentrarsi su quello che di buono il gioco ha da offrire e (cosa da non sottovalutare) di non tenere gli utenti troppo lontani dai loro obiettivi costringendoli a lunghe scarpinate per un mondo vuoto e desolante; va detto, però, che in Regno d’Acciaio abbiamo registrato qualche passo indietro.

Rispetto ad Alba d’Acciaio, un contenuto che era filato via liscio come l’olio nella nostra esperienza, stavolta siamo incappati in numerosi bug, che hanno inficiato pesantemente la godibilità dell’espansione. Ovviamente, quello che state per leggere è qualcosa di risolvibile in scioltezza con qualche patch, ma l’amarezza è legata al fatto che abbiamo fruito il contenuto anche abbastanza distanti dal day one e che tali difficoltà fossero ciononostante ancora presenti.

In particolare, è stato alquanto amaro notare come le prime due missioni avessero due bug potenzialmente game breaking: un caso vedeva Shin saltare su una mina per ragioni legate alla storia e bloccare completamente il gioco in una schermata non caricata di dialogo, un altro invece non spargeva gli oggetti utili al prosieguo per l’ambientazione (compreso un terminale che non aveva la voce necessaria per andare avanti).

Capite che cominciare con questo piede ha reso un po’ frustrante l’esperienza con Regno d’Acciaio, e la cosa, ripeto, è stata piuttosto sorprendente visto che dopo Alba d’Acciaio e il modo in cui era andata con quella espansione ero tranquillo sul fatto che le problematiche del day one non si sarebbero ripetute. Invece, mi sono ritrovato ad aspettare secondi buoni all’immissione di un input in un dialogo solo per vederlo proseguire, ogni volta col timore che questo avesse in realtà rotto il gioco.

È plausibile che ciò sia dovuto all’introduzione di nuove ambientazioni, in cui forse si sarebbe potuto fare del testing aggiuntivo, ma è pur vero che abbiamo giocato su Xbox Series X, pur sempre una console, e dunque temiamo per la tenuta dell’esperienza su altre piattaforme come il PC dove le uscite sono sempre un po’ più “leggere” dal punto di vista del controllo qualità.

Chiudendo su una nota positiva, era la prima volta in cui tornavo su Fallout 76 dall’introduzione di FPS Boost di Xbox Series X e il supporto mi ha colpito in positivo: mi aspettavo un frame rate sbloccato, considerando lo stato del gioco precedente al suo arrivo, e invece adesso abbiamo 60fps pieni e fluidissimi come se fossero nativi.

Complice il gameplay prevalentemente al chiuso per questa espansione, non ho notato il calo di risoluzione che si è reso necessario per raddoppiare di fatto il frame rate, per cui il compromesso è per ora solo “teorico” e vale senza ombra di dubbio la pena di attivare la funzionalità; un toccasana visto che provare Alba d’Acciaio era stato gradevole ai tempi ma a 30 fotogrammi al secondo (sulla carta, le console next-gen in realtà sono piuttosto spesso sotto quella cifra) l’esperienza ne usciva di gran lunga depotenziata.

Se volete provare altre esperienze online ispirate ai titoli Bethesda, potete fare subito vostro The Elder Scrolls Online ad un ottimo prezzo.

Voto Finale

Conclusioni Finali di SpazioGames

Pro

  • La chiusura della storia della Confraternita d’Acciaio

  • Scelte che pesano

  • Nuove ambientazioni

Contro

  • Bug irritanti

Commento

Regno d’Acciaio porta avanti il percorso virtuoso di Fallout 76, introducendo in maniera del tutto gratuita nuovi contenuti storia che chiudono la vicenda della Confraternita d’Acciaio in Appalachia (per ora, almeno) e dettando la roadmap per il futuro del survival RPG online di Bethesda Game Studios. Una maggiore rifinitura per i prossimi update è auspicabile, vista ormai la maturità del prodotto, ma valgono una menzione anche la creazione leggendaria (con cui generare oggetti leggendari a 1, 2 e 3 stelle) e la Stagione 5 appena inaugurata, che puntano ad esercitare un appeal sui giocatori di rango più alto.
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