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Recensione

Stray Blade | Recensione - Avventura in salsa soulslike

È il momento della recensione completa di Stray Blade, action-adventure che si ispira al mondo dei soulslike, realizzato dal team di Point Blank Games.

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a cura di Marino Puntorieri

Redattore

In sintesi

  • Un mondo di gioco coloratissimo e ricco di segreti da portare alla luce
  • Il combat system regala discrete soddisfazioni, ma quante incertezze sul bilanciamento degli scontri!
  • Il sistema di progressione si ramifica su numerose abilità ed armi, con una struttura tanto semplice quanto funzionale

Informazioni sul prodotto

Immagine di Stray Blade
Stray Blade
  • Sviluppatore: Point Blank Games
  • Produttore: 505 Games
  • Distributore: 505 Games
  • Testato su: PC
  • Piattaforme: PC , XSX , PS5
  • Generi: Soulslike , Action Adventure
  • Data di uscita: 20 aprile 2023

Fin dal primo annuncio di Stray Blade, siamo rimasti incuriositi dagli sforzi profusi da 505 Games e dagli sviluppatori di Point Blank Games per realizzare un'avventura fantasy originale e ricca di contenuti, nonostante un budget non proprio permissivo. Eppure, durante il nostro provato delle prime ore di gioco, avvenuto diversi mesi addietro, erano stati portati alla luce numerosi dubbi e perplessità che – anche se non definitivi – avevano in parte smorzato il nostro entusiasmo.

Arrivati a questo test definitivo più approfondito di Stray Blade, ci siamo gettati sul progetto del team tedesco ritrovandoci davanti a un titolo dalla doppia anima: una più radiosa e colorata, figlia di un lavoro che l'ha resa avvincente e ricca di piccole sorprese, e una più oscura e problematica che imbriglia le fondamenta tra incertezze tecniche e di gameplay, minandone la qualità finale. 

Con Stray Blade parliamo di un titolo difficile da inquadrare esclusivamente nel panorama degli action-adventure al quale afferma di fare riferimento, dal momento che attinge in più occasioni dal genere dei soulslike per cercare di offrire un'esperienza unica nel suo genere. Operazione di ibridazione che, a conti fatti, è riuscita solo in parte: come andremo a vedere nei paragrafi successivi di questa recensione, abbiamo raggiunto i titoli di coda discretamente appagati del risultato finale, ma con addosso l'immensa fatica accumulata dall'aver dovuto combattere con diverse magagne – e no, non ci riferiamo solo ai nemici presenti nel gioco. 

Un mondo da esplorare e salvare 

Impersonando il solitario avventuriero Farren (o la sua controparte femminile a seconda della scelta iniziale del giocatore) ci ritroviamo, per una serie di imprevisti, imprigionati nel cuore di un'antica e misteriosa terra di nome Acrea, ricca di miti e leggende, contesa da fazioni di cavalieri e creature di ogni sorta – pronti a sbarrare la strada che saremo chiamati a intraprendere per trovare un modo per poter fuggire da questo territorio.

A causa di un'esplosione che coinvolge il protagonista appena giunto sull'atollo, una pietra magica si incastona nel nostro petto conferendoci l'immortalità, ma obbligandoci a rimanere imprigionati senza possibilità di fuga.  

La storia di Stray Blade è piuttosto lenta, soprattutto nelle fasi iniziali, ma ricca di informazioni e con una massiccia dose di lore da cui attingere in numerose occasioni, ideale per chi adora perdersi tra le trascrizioni presenti nei numerosi collezionabili di gioco.  

Nel nostro viaggio avremo la compagnia di un minuto lupo antropomorfo dalle incredibili abilità magiche di nome Boji, con il quale si instaura inevitabilmente un solido legame, volto a impreziosire una storia che invece di per sé non presenta particolari momenti degni di nota, risultando discreta e poco più. 

Ciò che però fa la differenza, in positivo, è il mondo di gioco stesso. Acrea è una terra selvaggia, suddivisa in più biomi e colma di pericoli nei quali addentrarsi grazie a un approccio open world abbastanza strutturato – tra ramificazioni secondarie e varie aree da esplorare dove cimentarsi in sfide contro nemici sempre differenti, per potenziare il proprio alter ego. Proprio per questo, abbiamo impiegato una dozzina di ore abbondanti per raggiungere i titoli di coda di Stray Blade e, considerando i numerosi collezionabili o segreti extra da portare alla luce, il conteggio delle ore può tranquillamente lievitare – per la gioia dei giocatori più attenti a questo fattore.  

Come anticipato, però, non sempre quantità è sinonimo di qualità e sotto il versante della storia sono pochi i momenti degni di nota, legati principalmente al rapporto tra i due personaggi principali e qualche (micro) evoluzione caratteriale che riesce a strappare un sorriso in più occasioni.

Persino durante le fasi di esplorazione troviamo alcune lacune sulle quali è difficile soprassedere, legate alla scelta di utilizzare una bussola che non indica mai il sentiero principale, ma semplicemente il luogo di riferimento da raggiungere; sulla carta è una scelta saggia che incoraggia un’esplorazione genuina e che obbliga a procedere con una certa cautela, ma nella realtà dei fatti in più occasioni ci ha lasciato girovagare a vuoto su sentieri intricati, destando più perplessità che altro

Solo l'intervento della fidata spalla Boji in rare occasioni riesce a rendere più digeribili queste situazioni, poiché cerca di attirare la nostra attenzione verso la strada più corretta, ma si tratta a tutti gli effetti di uno di quegli elementi con cui bisogna scendere a compromessi per provare a godersi Stray Blade

Da elogiare, invece, la scelta del team di rendere il mondo di Acrea sorprendentemente vivo oltre la mera aggiunta di nemici, segreti o risorse all’interno delle varie aree di gioco. Infatti, è stato implementato un ciclo giorno e notte che dopo ogni nostro respawn può cambiare la disposizione degli avversari in modo difficilmente prevedibile; dove prima c’era un accampamento pieno di soldati, ad esempio, potremmo trovare creature che banchettano con i resti dei nostri precedenti avversari o viceversa, con aree in un primo momento selvagge poi segnate da insediamenti di cavalieri et simili. Elementi che obbligando a variare l’approccio alle partite e che sorprendono in positivo in più occasioni. 

Perseverare a ogni loop 

Il gameplay rappresenta croce e delizia dell'intera opera di Point Blank Games, e in poche altre occasioni ci siamo scontrati con un risultato così altalenante, tanto soddisfacente quanto frustrante per i più svariati motivi.

In primis, nonostante l'esplorazione e il sistema di progressione dell'eroe favoriscano uno stile da action-adventure adatto anche ai novizi, il combat system incanala lo spirito dei soulslike più impegnativi anche a difficoltà normale, estremamente punitivo se sottovalutato (per affrontarlo, vi consigliamo un pad come questo disponibile su Amazon).

Esclusa la corsa che di per sé non consuma l'indicatore della stamina, tutte le azioni offensive, le parate o le schivate ne riducono il valore e vanno soppesate durante ogni scontro per evitare una fine prematura, con i nemici che presentano  attacchi che bisognerà parare o schivare con precisione assoluta per riuscire ad avere la meglio.

Una situazione solo in parte convincente, a fronte di animazioni – sia per il nostro personaggio sia per i nemici – grossolane che ne rendono difficile la lettura e portano non poca frustrazione. Il nostro combattente rimane goffo in moltissime situazioni delicate e quando si necessita di dover gestire più nemici su schermo il problema si complica ulteriormente, con una telecamera che durante l’agganciamento del bersaglio salta alla prima occasione e risulta imprecisa.

Inoltre, in molteplici occasioni colpire l'avversario non ne destabilizza l'equilibrio, con questo che mentre subisce danni riesce ugualmente a caricare e attaccarci come se nulla fosse, obbligandoci allora a colpire evitando concatenazioni di attacchi più articolati.

Una situazione enfatizzata soprattutto nelle prime ore di gioco, letteralmente da smaltire per poter godersi il titolo, a fronte di stamina, cure e capacità offensive del nostro eroe minime che rendono gli scontri votati al caso in più occasioni di quanto avessimo ipotizzato. Con il progredire dell’avventura in Stray Blade, potremo però potenziare il nostro eroe e sfruttare svariate armi (oltre trenta) per renderlo meno goffo e sopperire in modo abbastanza soddisfacente alle incertezze menzionate. 

La progressione coinvolge anche il piccolo Boji e, nelle fasi più avanzate di gioco, usufruire del suo aiuto si rivela fondamentale per avere la meglio sui nemici, soprattutto se in superiorità numerica. 

Quanto però menzionato sui problemi legati al combat system viene enfatizzato da un comparto tecnico altalenante e che in diverse occasioni non ricorda un titolo votato alle console di attuale generazione. Il pittoresco mondo di gioco di Stray Blade regala scorci estremamente riusciti, nei quali fa piacere soffermarsi in più occasioni per scrutare l’orizzonte o per vedere in modo nitido alle nostre spalle i sentieri percorsi, mentre se ci si concentra sui dettagli il livello delle texture non riesce a soddisfarci.  

Come se non bastasse abbiamo avuto numerose difficoltà a tenere i 60 fps costanti su schermo sul nostro PC – e i vari rallentamenti, uniti a un input lag deficitario in più occasioni, risaltano i problemi menzionati sul combat system. Un peccato, perché gli scontri all’arma bianca riescono comunque a intrattenere e a risultare soddisfacenti quando superati con tutta la cautela del caso, ma in questo si poteva fare decisamente di più. 

Offerte per Stray Blade

Voto Recensione di Stray Blade | Recensione


7

Voto Finale

Il Verdetto di SpazioGames

Pro

  • Storia di buona fattura focalizzata sul legame tra i due eroi

  • Mondo di gioco imprevedibile, con aree presidiate da nemici sempre differenti

  • Numerose armi da utilizzare

  • Meccaniche soulslike discretamente integrate...

Contro

  • … ma il combat system presenta numerosi problemi e incertezze

  • Comparto tecnico altalenante

  • Le prime ore di gioco sono veramente difficile da digerire, sotto ogni punto di vista

Commento

Stray Blade è un progetto che cerca di amalgamare diverse meccaniche in un mix che prova ad adattarsi a qualsiasi videogiocatore, gettandolo in un’avventura che a conti fatti risulta godibile solo in parte. Vuoi per le poche risorse a disposizione, o per la presunzione di proporre un mondo open word comunque ricco di contenuti e bello tanto da vedere quanto da giocare, ma siamo davanti al classico caso del “vorrei, ma non posso”. 
Il rammarico rimane perché il titolo presenta tante idee interessanti, così come una trama funzionale – per quanto semplice –, legata al rapporto tra i due personaggi principali. Se però saprete scendere a compromessi con i limiti che caratterizzano il suo particolare gameplay, riuscirete a vivere un’esperienza che soprattutto nella seconda metà mostra tanto fascino e carattere.
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