Metropolis di Rintarō e Katsuhiro Ōtomo, tratto dal manga di Osamu Tezuka uscì al cinema nel 2001 ed è ambientato in una megalopoli futuristica. Il film racconta la storia di Kenichi e del detective Shunsaku Ban, che si ritrovano a proteggere la misteriosa Tima, una ragazza androide destinata a cambiare il destino dell’umanità. Con le sue atmosfere a metà tra fantascienza classica e sensibilità cyberpunk, Metropolis è considerato una pietra miliare dell’animazione giapponese, capace di unire la poetica visionaria di Tezuka con l’approccio maturo e cupo di Ōtomo.
A distanza di oltre vent’anni, il film torna sul grande schermo in versione restaurata per un evento speciale in programma il 13, 14 e 15 ottobre.
Cultura POP è media partner dell'evento. L’elenco delle sale e prevendite sono disponibili su nexostudios.it.
Eccovi 5 curiosità imperdibili su Metropolis.
Il manga di Tezuka era introvabile in Giappone
Quando Rintarō propose di adattare Metropolis, il manga originale di Tezuka (1949) era ormai fuori catalogo da anni e considerato una delle opere “minori” del maestro. Per ricostruire fedelmente la storia, il team dovette consultare copie d’archivio e riedizioni speciali. Il paradosso è che il film ha rilanciato la fama del manga, riportandolo sugli scaffali a oltre 50 anni dalla pubblicazione.
Le architetture della città si ispirano a New York e a Blade Runner
L’enorme città verticale di Metropolis non nasce dal nulla: gli animatori studiarono le architetture di New York, in particolare Manhattan, e l’estetica neo-noir di Blade Runner. Il risultato è una metropoli che mescola l’ottimismo art déco con la decadenza cyberpunk, creando un immaginario unico che dialoga sia col passato che con il futuro.
La scena finale usa una canzone di Ray Charles
La sequenza più drammatica del film è accompagnata da I Can’t Stop Loving You di Ray Charles, scelta da Rintarō in modo del tutto controcorrente. Invece di un brano epico orchestrale, il regista puntò su una ballata malinconica degli anni ’60: un contrasto che amplifica l’impatto emotivo e dona al film un tocco surreale e indimenticabile.
Ōtomo cambiò molti aspetti della storia originale
Lo stesso Ōtomo ammise di essersi “liberamente ispirato” al manga di Tezuka. Se l’opera originale era più ingenua e con un tono avventuroso, lo script dell’autore di Akira introdusse tematiche più cupe: lotta di classe, disuguaglianze sociali, rapporto conflittuale tra uomo e macchina. In questo senso, il film è più vicino alla sensibilità cyberpunk di Ōtomo che alla leggerezza del Tezuka giovane.
Una lavorazione di cinque anni e 150.000 disegni
La produzione di Metropolis durò circa cinque anni, con oltre 150.000 disegni realizzati a mano, integrati con effetti digitali pionieristici per l’epoca. Questo sforzo colossale si tradusse in una fluidità di animazione e in una ricchezza di dettagli che ancora oggi rendono il film un unicum nell’animazione giapponese dei primi Duemila.