Il 2025 si sta rivelando un anno di forti contrasti per l’industria del fumetto. Mentre negli Stati Uniti e nel Regno Unito il settore registra un’espansione significativa, con vendite in crescita e un pubblico sempre più giovane, in Italia si osserva un rallentamento generalizzato del mercato editoriale e un calo del segmento fumetto, dopo anni di crescita costante. Una divergenza che non è solo economica, ma anche culturale: due modelli di consumo e di relazione con il fumetto che stanno evolvendo in direzioni quasi opposte.
Il nuovo boom americano
Dopo un periodo di incertezza e un calo nel 2023, il mercato statunitense del fumetto è tornato a crescere in modo vigoroso. Secondo le stime più aggiornate, le vendite di fumetti e graphic novel hanno raggiunto 1,935 miliardi di dollari, con un aumento del 73% rispetto al 2019. Le fumetterie — cuore pulsante del mercato diretto — hanno registrato nel 2024 un incremento del 13,3% di fatturato, che nel 2025 si è ulteriormente consolidato con un +27% rispetto all’anno precedente, secondo i dati del sistema ComicHub.
Le ragioni di questa ripresa sono molteplici. Da un lato, l’effetto post-pandemia ha rafforzato il desiderio di esperienze fisiche e di comunità, restituendo centralità alle fumetterie come spazi di incontro. Dall’altro, un nuovo pubblico di lettori under 30 si è affacciato al mondo del fumetto, portando una linfa inedita. Molti di questi nuovi fan provengono da altre culture visive: manga giapponesi, webtoon coreani, serie illustrate per ragazzi. È una generazione che ha interiorizzato la serialità, la lettura veloce e la condivisione, ma che ora cerca nel fumetto americano qualcosa di più tangibile e identitario.
Le grandi case editrici hanno saputo cogliere il momento. DC Comics ha rilanciato il suo universo attraverso linee accessibili come la DC Compact Line, vere e proprie “edizioni tascabili” pensate per chi è abituato al formato manga, mentre Marvel ha puntato sul rilancio dell’universo Ultimate e su serie dal tono moderno e cinematografico.
Allo stesso modo, Image Comics continua a rafforzare l’attrattiva dei suoi franchise più iconici, da Invincible all’Energon Universe, intercettando un pubblico che cerca trame forti e worldbuilding coerente.
Questo rinnovamento è anche generazionale. Per anni, i lettori americani di fumetti sono stati adulti cresciuti negli anni ’80 e ’90; oggi, invece, la nuova generazione di lettori è composta da ragazzi che magari hanno scoperto One Piece o My Hero Academia e ora leggono Batman o Spider-Man in versione pocket. È un pubblico che non si definisce più per etichette — manga, supereroi, graphic novel — ma per storie e esperienze di lettura.
Il mercato globale del fumetto
Su scala mondiale, il settore mostra una salute sorprendente. Le analisi più recenti stimano che nel 2025 il mercato globale dei fumetti valga oltre 18 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 5,4% prevista fino al 2030.
Nonostante la progressiva espansione del digitale, il formato cartaceo rappresenta ancora oltre il 65% del valore complessivo, segno che il fumetto continua a essere percepito come un oggetto fisico da collezionare, regalare e conservare. Le vendite digitali, pur in crescita (+9% annuo previsto), restano una nicchia complementare, utile per la fruizione rapida ma non in grado di sostituire l’esperienza sensoriale della carta.
Questa resilienza del fisico è alimentata anche dal fenomeno “sociale” delle fumetterie. Negli Stati Uniti, queste ultime non sono solo negozi, ma micro-community, luoghi di incontro dove si condividono passioni, si scoprono nuovi autori e si vive un senso di appartenenza. È un ritorno alla dimensione culturale e collettiva del fumetto, che sta riportando in vita lo spirito originario del medium.
L’Italia tra crisi e potenziale
In Italia, la situazione sembra decisamente più complessa. Secondo il nuovo report dell’Associazione Italiana Editori (AIE), presentato alla Fiera del Libro di Francoforte, nei primi nove mesi del 2025 il mercato del libro ha perso il 2% a valore e il 2,7% a copie rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il segmento fumetto, che negli ultimi anni era stato il più dinamico del settore, registra invece un –5%, interrompendo una corsa positiva iniziata con l’ondata manga del periodo post-pandemico.
Il presidente dell’AIE, Innocenzo Cipolletta, ha spiegato che la contrazione non deriva da una perdita d’interesse, ma da fattori esterni: la riduzione dei fondi pubblici per le biblioteche e delle carte per i diciottenni, l’assenza di nuove misure di incentivo alla lettura e un rallentamento generale del potere d’acquisto.
Nonostante ciò, le librerie fisiche crescono e oggi coprono oltre il 55% del mercato trade, mentre gli store online scendono al 40%. Un segnale che la voglia di tornare in negozio esiste, ma non basta a compensare la flessione complessiva.
Va però sottolineato che i dati AIE si riferiscono solo al mercato trade (librerie, GDO e online) e non includono le fumetterie specializzate, i canali fieristici o i negozi indipendenti di piccola scala. Si stima che in Italia ci siano circa 400 fumetterie attive, spesso con una clientela stabile e un pubblico appassionato che non passa dalle librerie generaliste.
Il quadro reale del fumetto, quindi, è più sfumato di quanto indichino le statistiche ufficiali: il segmento manga resta fortissimo, mentre quello dei supereroi e delle graphic novel autoriali vive un riassestamento, in attesa di nuovi modelli di fruizione e di prezzo.
Due mercati, due strategie
La differenza più evidente tra il mercato statunitense e quello italiano è la velocità di adattamento. Negli USA, l’industria ha capito che per sopravvivere doveva cambiare linguaggio e formato: da qui l’arrivo delle edizioni compatte e dei volumi “ibridi” tra manga e graphic novel, pensati per un pubblico giovane.
In Italia, il modello è ancora ancorato alla distinzione tra fumetto d’autore, manga e mainstream. Le nuove iniziative come la Panini Pocket o le edizioni tascabili Bonelli stanno tentando di colmare quel divario, ma il percorso è ancora all’inizio.
Culturalmente, il pubblico americano ha superato la barriera dei generi: chi leggeva manga oggi compra Invincible o Spider-Man, e viceversa. In Italia, invece, chi legge manga resta spesso confinato a quel segmento, mentre il fumetto occidentale fatica a rinnovare il proprio bacino. È un tema di linguaggio, ma anche di prezzo e accessibilità: i volumi da edicola o le collane compatte potrebbero rappresentare la chiave per riavvicinare le fasce più giovani.
Il futuro del fumetto
Nonostante la divergenza, un dato accomuna tutti i mercati: il fumetto non è mai stato così centrale nel panorama culturale contemporaneo. È entrato nelle università, nei festival letterari, nelle scuole e nei media generalisti. È diventato linguaggio condiviso, capace di raccontare il mondo attraverso forme sempre nuove.
Negli Stati Uniti e in Asia, il fumetto si rinnova attraverso la contaminazione e il dialogo con i nuovi media; in Italia, la sfida è trasformare la passione in industria sostenibile, capace di parlare alle nuove generazioni senza perdere profondità.
Le fumetterie, in questo scenario, restano un presidio culturale indispensabile: spazi dove la lettura è ancora un gesto collettivo, dove si costruiscono legami, dove il fumetto smette di essere solo prodotto e torna a essere esperienza.
Se il futuro sarà scritto dai lettori di domani, tutto lascia pensare che la prossima grande storia del fumetto non sarà americana né italiana, ma globale, fatta di linguaggi che si incontrano e di lettori che non si chiedono più da dove arriva una storia, ma solo se vale la pena viverla.