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Immagine di Beyond The Wire | Recensione - Un timido FPS della Grande Guerra
Recensione

Beyond The Wire | Recensione - Un timido FPS della Grande Guerra

Un nuovo FPS tenta di riportare in auge la Prima Guerra Mondiale, tra poche luci e tante ombre.

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Avatar di Marino Puntorieri

a cura di Marino Puntorieri

Redattore

Pubblicato il 26/09/2022 alle 12:47
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  • Pro
    • A tratti riesce a regalare momenti dalla grande immersività su schermo
    • Buona suddivisione delle classi per variare un minimo l’approccio
    • Il team ha promesso un supporto corposo fin dall'immediato
  • Contro
    • Tecnicamente altalenante
    • Manca un vero sistema di progressione
    • Pochissimi giocatori presenti nei server

Il Verdetto di SpazioGames

6.2
C'è un forte senso di rammarico nel vedere il risultato finale di Beyond The Wire: è un titolo che, nonostante vari dubbi e perplessità sul fronte qualitativo, riesce ad aprirsi ai giocatori più pazienti e a offrire un’esperienza tutto sommato interessante, ma che presenta anche con questa 1.0 numerosi aspetti migliorabili a dir poco. La strada per la realizzazione di un titolo veramente completo sulla Prima Guerra Mondiale è ancora lontana dall’essere battuta, e quella percorsa da Redstone Interactive non può che essere in salita fin da subito. Eppure, pensando ai pregii menzionati, rimane una flebile speranza alla quale aggrapparsi per evitare di assistere all’ennesima (videoludica) Caporetto.

Informazioni sul prodotto

Immagine di Beyond the Wire
Beyond the Wire
  • Sviluppatore: Redstone Interactive
  • Produttore: Offworld Industries
  • Distributore: Offworld Industries
  • Piattaforme: PC
  • Generi: Sparatutto
  • Data di uscita: 31 agosto 2022

Strano destino quello che spetta ai videogiocatori amanti degli FPS ambientati durante la Prima Guerra Mondiale: da un lato, inveiscono sul web contro le software house quando ripropongono contesti bellici vissuti a più riprese. Dall’altro, quando si affaccia sul mercato qualche progetto che tenta di portare una ventata d’aria fresca nel panorama menzionato e necessita di supporto, si tirano indietro, rischiando di non dare al team di turno un minimo di tempo per maturare o rafforzare quel briciolo di community faticosamente attirato sui propri server.

Battlefield 1 è stato un chiaro caso – paradossalmente il più felice – di come il compromesso tra simulazione sulla Prima Guerra Mondiale ed accessibilità delle partite online non sia impossibile.

Pensando a produzioni minori, invece, Verdun e successivamente Tannenberg hanno provato – con risultati altalenanti, come dimostra anche il recentissimo Isonzo – a dimostrare come un videogioco maggiormente focalizzato sulla simulazione della Grande Guerra possa funzionare nel mercato moderno. Adesso è il turno di Beyond The Wire, progetto realizzato dal team indipendente di Redstone Interactive, di provare a conquistare quella folta schiera di videogiocatori amanti sia delle battaglie su larga scala sia della tattica e del gioco di squadra.

L’obiettivo prefissato non è dei più semplici, lo ammettiamo, e ciò al netto dell’impegno profuso dalla software house per supportare il proprio lavoro costantemente fin da subito. Adesso che il gioco è ufficialmente uscito dallo stadio early access, siamo pronti a raccontarvi la nostra esperienza con Beyond The Wire, tra svariati pregi e altrettanti difetti, in un mix di stupore e rammarico che ci ha attanagliato di partita in partita.

Vita da trincea

Come anticipato, Beyond The Wire è un progetto che si pone l’arduo compito di portare su schermo tutta la violenza e il caos delle battaglie che hanno contraddistinto la Grande Guerra.

Tra armi dalla ricarica non proprio immediata, condizioni climatiche avverse e il fumo delle esplosioni incessanti pronto a offuscare la vista dei commilitoni durante la ricerca dell’ennesimo riparo, Redstone Interactive ha deciso di seguire una strada coraggiosa.

beyond-the-wire-50371.jpg beyond-the-wire-50372.jpg beyond-the-wire-50373.jpg

Una scelta che, lo ammettiamo, sul fronte grafico e sonoro sorprende in diversi casi ed immerge il giocatore in scontri campali dall’incredibile coinvolgimento. Nello specifico, Beyond The Wire propone scontri 50 vs 50 tra due enormi battaglioni pronti a combattere per conquistare – o difendere – in successione porzioni specifiche di territorio entro un tempo limite.

I paragoni con la modalità Operazioni di Battlefield 1 sono evidenti fin dalle prime battute di gioco, e considerando la presenza di una manciata di mappe delle dimensioni generose non poteva che essere una scelta ponderata.

Ciò permette agli scontri di essere condensati su sezioni ben delimitate del campo di battaglia, favorendo tanto la tattica in team – tramite chat vocale – quanto la frenesia delle sparatorie. C’è un rovescio della medaglia, però, ovvero un caos difficile da digerire e riscontrabile fin dai primi respawn in partita; tra bombardamenti e cecchini ben piazzati che rischiano di atterrarci in pochi istanti.

Affrontare le partite di Beyond The Wire a testa bassa, soprattutto in campo aperto, è pressoché impossibile proprio per i motivi appena menzionati, dove non sempre le mappe presentano un quantitativo sufficiente di ripari da poter essere sfruttati da tutti i commilitoni.

Una situazione che causa non poca frustrazione, perché capita di combattere in modo estremamente coinvolgente tra trincee o edifici semi-distrutti con una buona varietà di approccio, per poi dover attraversare aree enormi in campo aperto che causano game over repentini.

Simulazione a qualunque costo

Il più grande problema di Beyond The Wire è, però, uno stato dei server ai limiti della desolazione, con una manciata di slot che presentato partite piene di giocatori e basta. Una situazione allarmante, risolta parzialmente solo in alcune giornate di prova gratuita, capace di spingere qualche curioso a fare dei test, senza poi riuscire a convincerlo a tornare a seguito di un esborso di circa 30 euro.

Ovviamente non intendiamo soffermarci sul rapporto qualità-prezzo in sé, ma se la risposta dei giocatori è questa vuol dire che qualche errore da parte del team c’è. Precisamente, l’errore sta nel come viene costruita l'esperienza di gioco in Beyond The Wire, senza pensare alla percezione dei videogiocatori.

Soprattutto nelle prime partite, rigorosamente con mouse e tastiera (a questo link di Amazon vi consigliamo una buona soluzione di Logitech), il feeling con il progetto di Redstone Interactive è disorientante. Una situazione che si riflette nella struttura dei vari menù non proprio accessibile, e che viene rimarcata dalla presenza di un “tutorial” che però senza spiegare alcunché ti getta su un campo di battaglia deserto a testare i comandi in solitaria.

La realizzazione di un’interfaccia che prende decisamente la distanza dal concetto di user friendly, però, si contrappone a una marcata accessibilità dei comandi di gioco, dove bastano poche partite per prendere confidenza con un mood dei match che premia i giocatori più attenti ai dettagli e in grado di muoversi con intelligenza. Questo, perché in Beyond The Wire l’HUD è in gran parte spoglio di tutti i vari indicatori che inondano le interfacce degli sparatutto moderni.

Nessuna mappa interattiva se non fermandosi e premendo un tasto apposito, solo un avviso dalle dimensioni contenute per quando si è feriti o si mira a un alleato, con il nome in sovrimpressione, mentre gli indicatori per i nemici o le kill sono completamente assenti.

Il frutto di questa scelta? Un incredibile risultato sul fronte dell’immersività durante le sparatorie, dove solo il nostro occhio e il nostro intuito possono aiutarci nel capire, ad esempio, se siamo riusciti a eliminare un nemico e con quanta attenzione poter avanzare.

Anche sotto il profilo quantitativo Beyond The Wire si conferma altalenante; se per le dieci mappe al momento disponibili ci riteniamo soddisfatti, per quanto riguarda le altrettante fazioni non riusciamo a non storcere il naso. Ogni battaglione presenta una manciata di armi ben riprodotte e tipiche per quella specifica fazione, così come un quantitativo spropositato di elementi estetici che dovrebbero far felici gli amanti della personalizzazione.

Peccato che il tutto si traduce in un layout delle varie voci nel menù approssimative, e che non riescono a rendere minimante l’idea di un coerente senso di progressione, alla base invece di ogni esperienza PvP online.

Un grande rammarico perché sono state introdotte anche diverse classi che variano, almeno sulla carta, l’approccio durante le battaglie – tra fanteria semplice, medici, cecchini, granatieri e non solo. Elementi che proprio in assenza di un adeguato sistema di progressione rischiano di essere, per quanto piacevoli, fini a se stessi dopo poche ore di gioco.

Ultimo, ma non per importanza, un comparto tecnico che tra alti e bassi riflette un progetto soddisfacente solo a metà. In numerosi momenti abbiamo apprezzato la resa del campo di battaglia, così come i dettagli per pozzanghere ed esplosioni capaci di sporcare tanto le nostre mani quanto le bocche da fuoco utilizzate. Elementi grafici ben supportati dal campionamento sonoro, che sottolineiamo ancora una volta riuscire a dare un certo coinvolgimento durante le sparatorie più serrate.

D’altro canto, non mancano i momenti dove le texture faticano a caricarsi anche sugli elementi primari dello schermo, quali commilitoni o attrezzature, senza dimenticare vistosi e improvvisi cali di frame. Così come è impossibile non menzionare la presenza di animazioni spesso innaturali che rischiano di rovinare proprio quell’immedesimazione che rappresenterebbe, invece, un vero e proprio valore aggiunto per un'opera di questo genere.

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