Recensione

Hearthstone - I Bassifondi di Meccania

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a cura di Gottlieb

Informazioni sul prodotto

Immagine di Hearthstone: Heroes Of Warcraft
Hearthstone: Heroes Of Warcraft
  • Sviluppatore: Blizzard
  • Produttore: Blizzard
  • Distributore: Activision Blizzard
  • Piattaforme: PC , TECH , APPLE
  • Generi: Strategico , Gioco di carte
  • Data di uscita: 12 marzo 2014

Serviva una buona scossa per Hearthstone dopo tutto il decorso del 2016: una notte a Karazhan era riuscito a sorprenderci nella sua prima ala, quando eravamo tutti pronti a gettarci tra le grinfie della Gamescom di Colonia, ma poi non aveva ripetuto il successo nelle settimane successive, dimostrando che la nuova avventura proposta non aveva avuto il piglio giusto per imporsi sulle altre e sulla monotonia che stava affliggendo il titolo. D’altronde oggi, a un paio di mesi dalla release, non sono poi tantissime le carte che sono sopravvissute e che continuano a essere utilizzate, al di fuori di Barnes e lo stesso Medivh. Con la nuova espansione annunciata al Blizzcon, i Bassifondi di Meccania, sembra che invece qualcosa possa effettivamente cambiare e che il gioco di carte collezionabili più popolare e giocato al mondo, in termini di videogiochi, possa tornare a divertire, in ladder e in arena. 

Potere al cromoDopo Reno Jackson, che era riuscito e continua tuttora a essere fulcro di alcuni mazzi di gioco, pare che Hearthstone con la sua nuova espansione sia riuscita a fornire delle carte che rappresentano dei veri must per i giocatori. In primis ci sentiamo in dovere di parlare della forte combinazione offerta dai Golem di Giada che trovano massima espressione nell’assetto tattico del Druido, pronto a dar vita al Jade Druid. L’espansione prevede tale meccanica completamente nuova che parte da una carta 1-1 che a ogni evocazione vedrà aumentare le stats gradualmente fino a portarvi al decimo golem evocato che avrà statistiche 10-10: il druido, insomma, riceve un ottimo boost, perché accompagnato dagli acceleratori, tra cui l’immancabile Innervazione, può sicuramente portarvi a schierare più golem contemporaneamente e anche accrescere la quantità di carte nel vostro mazzo, così da combattere eventualmente anche il tentativo di vittoria per fatica del vostro avversario: con la carta Idolo di Giada, infatti, sarà possibile scegliere se schierare un Golem o se aggiungere tre carte uguali nel vostro mazzo, così da rendere ancora più intensa la presenza dei Golem nel vostro ventaglio di opportunità e arrivare ancora più rapidamente all’ultima bestia da evocare, pronta a godere di un elevatissimo livello di attacco e di costituzione. Va da sé che una strategia del genere deve essere necessariamente accompagnata da carte che possano aumentare ancora di più la potenza dei vostri Golem ed è qui che dovrete strizzare l’occhio, necessariamente, a Fandral, che attiva entrambi gli effetti di scelta delle vostre carte una volta giocato: creare quindi una combo con quest’ultimo seguito poi da un Idolo di Giada vi permetterà non solo di schierare un Golem sul campo, ma anche di averne contestualmente tre che si andranno ad aggiungere al vostro mazzo. Siccome in apertura abbiamo specificato che la Giada trova la massima espressione con il Druido aggiungiamo, per completezza, che anche con Sciamano o con Ladro è possibile approfittare di questa nuova espressione del gioco Blizzard, ma attualmente il Jade Druid sembra il più veloce in assoluto tra tutte le classe a disposizione, portandovi a un rush rapidissimo e a una vittoria che probabilmente tra il turno sei e il turno sette vi si paleserà dinanzi agli occhi senza eccessiva difficoltà. Ricapitolando, quindi, la fatigue oramai è arginata e se state cercando una variante per le vostre strategie di controllo siete stati appena accontentati.

Da controllo ad aggressivoSe invece preferite puntare su qualcosa che risponda alla massima face is the place dovete ricredervi su quanto proposto dal Warrior fino a ora. Se l’Hunter, con la sua versione Midrange, sembrava essere la classe più adatta a colpire l’avversario senza preoccuparsi del board, il Pirate Warrior si prepara a dire la sua. Le unghie le mostra subito, d’altronde, perché nel vostro mazzo sarà essenziale avere Pirata Patches, una leggendaria 1-1 con carica che arriva automaticamente sul campo non appena avrete giocato un qualsiasi altro pirata: pensatevi, quindi, a giocare un pirata che magari riesce a equipaggiarvi anche con un’arma e che evoca, contestualmente, Patches. Avrete al turno uno già due danni pronti per l’avversario che due servitori sul board: una parte sicuramente più utile di quanto fatto da altre classi e che quindi fa del Pirate Warrior uno dei mazzi decisamente più rapidi di questa nuova espansione. C’è da dire che essendo un mazzo prettamente face vi potrete trovare sicuramente meglio all’inizio della vostra scalata in ladder, ma che avanzando potrebbe iniziare ad avere poche armi pronte al contrattacco per classi più complesse, come magari la poc’anzi citata Jade Druid, che difficilmente si lascerebbe ingannare da un mazzo come questo pirata. Un altro mazzo che ci è sembrato mostrare non poco il fianco al Druido munito di materiale giada è stato il Dragon Priest, che però, in altre situazioni, dimostra di essere decisamente fedele a una strategia che necessita una buona curva delle vostre carte. Dalla sua il Sacerdote mostra un’importante removal che riesce a fare 5 danni a tutte le creature non drago sul campo con un costo di 6 mana (i danni diventano 6 se riuscite ad avere un Azure Drake in campo o addirittura 7 se ne avete due, come potete ben immaginare), ma non bisogna non pensare anche al Drakonid Operative, che vi permette di rinvenire una carta dal mazzo avversario e che dalla sua è un 5-6 a costo 5: quest’ultimo dovrà necessariamente essere accompagnato da una Storica di Scagliafatua, il drop 2 che rinviene un Drago se avete in mano un Drago e che quindi vi permetterebbe di avere infiniti Drakonid Operative e sottrarre tutte le carte possibili al vostro avversario. Resta un mazzo control, che anche grazie al Dragone di Biblioteca, che rimuove un servitore avversario con attacco 3 o inferiore, può risolvere molte situazioni intricate, soprattutto se poi accompagnato da Parola d’Ombra: Morte in duplice copia. Insomma, ci siamo capiti: il Dragon Priest non richiede grandissimo impegno, ma riesce, se supportato da una buona curva, a dire la sua e a difendersi più che bene. Poi molto dipenderà da cosa riuscirete a rinvenire e cosa vi troverete ad affrontare. 

I clan e le tri-classeChiaramente i Bassifondi di Meccania non si fermano a questo, ma abbiamo preferito, nella nostra analisi, soffermarci su queste tre classi che maggiormente ci sono sembrate pronte ad affrontare il meta. Esimerci dal citare, però, un RenoLock o un RenoMage sarebbe scorretto, perché entrambi riescono ancora a dire la loro, soprattutto il primo, col quale dovreste riuscire a scalare la ladder in maniera decisamente adeguata verso i rank più alti: questa è l’ennesima dimostrazione di come Reno Jackson, in barba al tempo che avanza sempre di più inesorabile e che presto lo porterà a sparire dai formati standard, riesca ancora a dire la sua. Ma la novità più lampante e soprattutto più soddisfacente è che nonostante ci sia ancora la possibilità di trovare un avversario coriaceo intenzionato ad affidarsi a Yogg-Saronn e la sua scapestrata proposta di magie randomiche, la casualità in Hearthstone è stata agilmente arginata. C’è molto più da rinvenire, in questa espansione, andando a recuperare una meccanica che era stata presentata allo scorso Blizzcon, così come c’è molto più spazio per il potenziamento delle creature nelle nostre mani. Quest’ultima meccanica è stata esaltata, per esempio, nella classe paladino, che potrà riuscire a gonfiare, in un mazzo incentrato eventualmente sui murloc, tutto ciò che è in suo possesso: la leggendaria che in questo caso farà necessariamente al caso vostro è proprio Don Han’Cho, un 5-6 che al costo di 7 mana darà +5-+5 a un vostro servitore nella vostra mano. Non potrete più farne a meno, anche perché nella classe paladino sono molteplici le combinazioni da poter ricreare in tal senso: non resta che scoprirle e affrontarle tutte. Chiudiamo poi citando una meccanica che per adesso non ha ancora trovato grande sbocco e che non è stata ancora precisamente chiarita da Blizzard: i Bassifondi di Meccania, a livello narrativo, si dividono in tre grandi categorie, che vedono i Kabala, gli Sgherri torvi e il Loto di Giada confrontarsi tra loro. I tre clan cercano di fare più adepti possibili, lavorando di proselitismo, ma tutto si divide a seconda delle classi che userete e che si basa molto sulle prime missioni che vi verranno affidate allo sblocco dell’espansione. a ogni vittoria che otterrete andrete a influire su quelle che sono le percentuali di possedimenti della città della classe citata. C’è da dire che, come detto poc’anzi, non è ancora chiaro come il predominio dell’una sull’altra possa modificare in qualche modo la nostra esperienza di gioco, ma a sole due settimane dalla release della nuova espansione ci sembra presto per porci grandi quesiti su una statistica che dovrà essere ancora approfondita. La presenza dei clan, inoltre, aggiunge anche le carte tri-classe, che puntano a scuotere un po’ il metagame: il loro funzionamento prevede semplicemente che ognuna di queste carte possa essere utilizzata da tre diverse classi, e che pertanto anche il sistema di discover subisca delle variazioni figlie del fatto che un leggendario come Aya Zampa Nera (5-3 a 6 mana molto utile in un Jade Druid) possa essere chiamato in causa non solo dal Druido, ma anche da Ladri e Sciamani. 

– Le Tri-classe scuotono il metagame

– Alcune classi tornano in auge

– La casualità è diminuita

– I clan non producono effetti

8.0

I Bassifondi di Meccania sono riusciti a ridare vita a Hearthstone, un titolo che nonostante l’enorme quantità di videogiocatori nell’ultimo periodo rischiava di ristagnare pesantemente in un meta che non decollava. L’annullamento quasi totale della casualità è sicuramente un ottimo punto di ripartenza per il titolo, così come l’inserimento di nuove carte che condizionano moltissime classe: cambiare l’approccio del Priest, così come rivedere la possibilità del Warrior di diventare un mazzo aggressivo piuttosto che di controllo, e allo stesso tempo fornire meccaniche più esasperate, nel senso positivo del termine, come il buff del Paladino o la parabola crescente del Jade Druido, sono tutte situazioni apprezzabili dai giocatori. Molte delle classi meno utilizzate fino a ora potrebbero indubbiamente ritrovare una nuova verve e riuscire a proporre elementi rinnovativi per tutti.

Voto Recensione di Hearthstone Heroes Of Warcraft - Recensione


8