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Pro
- La storia sa incuriosire con le sue tematiche.
- Combat system piuttosto profondo.
- I fan della serie troveranno praticamente tutti i loro Digimon preferiti.
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Contro
- La struttura è quella di un JRPG di oltre dieci anni fa.
- I boss ci sono sembrati le tipiche spugne per i danni.
Conclusioni Finali di SpazioGames
Informazioni sul prodotto

- Sviluppatore: Media Vision
- Produttore: Bandai Namco
- Piattaforme: PS5 , PC , XSX
- Generi: Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 3 ottobre 2025
Tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000 Pokémon aveva un degno rivale, tutt’ora l’unico che abbia mai intaccato il suo dominio totale nel mondo delle creature collezionabili: stiamo parlando ovviamente di Digimon.
All’epoca, la serie animata dei mostri digitali conquistò una larga fetta di pubblico che ancora oggi la ricorda con affetto e ci sono ancora molti fan, anche nel nostro paese. Se a livello di anime i Digimon potevano competere con i Pokémon (e, anzi, chi vi scrive è convinto che le prime serie erano nettamente superiori a Pokémon), dal punto di vista videoludico invece non ci fu mai storia. I primi due capitoli chiamati Digimon World volevano essere il Pokémon per PlayStation, ma erano giochi mediocri nelle meccaniche e con una formula non all’altezza di quella di Pokémon, non riuscendo mai a impensierire il rivale di Nintendo in quanto a fama e vendite.
Con il tempo Pokémon è diventato quel marchio inarrestabile che conosciamo tutti e Digimon si dovette accontentare di un secondo posto molto lontano dalla vetta dei mostri collezionabili di Nintendo. Così, nonostante abbia ancora un bel seguito di fan, a livello videoludico Digimon decise di non entrare in diretta concorrenza con il rivale e puntare a dei target diversi di pubblico creando un’esperienza che non si incentrasse solo sulla cattura e la collezione di mostri ma su veri JRPG a tutti gli effetti, con una storia più complessa e profonda.
Così nel 2015 arrivò Digimon Story: Cyber Sleuth, il primo capitolo di questo nuovo corso, proseguito poi con Hacker’s Memory e ora, dieci anni dopo, con Digimon Story: Time Stranger. E noi siamo qui proprio per parlarvi di quest’ultimo capitolo, dopo averlo provato per circa tre ore di gioco.
Digimon e viaggi nel tempo
La nostra prova di Digimon Story: Time Stranger si è divisa in due sessioni da circa un’ora e mezza ciascuna, la prima posta proprio a inizio gioco e la seconda in un momento più avanzato della campagna.
Nel gioco impersoniamo un agente di un’organizzazione segreta che ha lo scopo di monitorare la situazione tra il mondo reale e quello digitale, e all’inizio dell’avventura ci verrà chiesto di scegliere se impersonare un agente maschile o femminile: questi non saranno personalizzabili, ma dei protagonisti con un nome e un loro carattere. Il personaggio che non sceglieremo diventerà il nostro partner e ci guiderà nelle missioni comunicando con noi tramite il nostro telefono.
L’avventura inizia nel quartiere di Shinjuku a Tokyo, piuttosto ben ricreato nella sua geografia, fino ad arrivare nei pressi della famosa Kabukicho, nelle cui vicinanze è stato eretto un muro enorme che impedisce l’accesso all’area ovest di Shinjuku. 8 anni prima, infatti, si è verificato un grosso incidente e da allora la zona è interdetta al pubblico, ma molte persone, stanche delle bugie raccontate, si sono radunate per protestare e scoprire la verità, soprattutto per le persone che hanno perso casa e altri beni.
Con il nostro agente ci infiltreremo proprio in quest’area chiusa, per scoprire che un’anomalia ha distrutto tutto creando una breccia per il mondo digitale, permettendo a diversi Digimon di scorrazzare liberi. In questa zona interdetta al pubblico, incontreremo una misteriosa ragazza che sembra conoscere il nostro personaggio, ma di cui quest’ultimo non ha memoria, e lei ci guiderà verso la cima del palazzo del governo di Tokyo, ormai abbandonato, dove sembrano esserci indizi su cosa sia successo veramente nell’area.
Ben presto però la situazione sfuggirà di mano, e il nostro agente si ritroverà coinvolto in una grossa battaglia con diversi Digimon di alto livello e un gigantesco robot spuntato dal nulla. Lo scontro tra queste diverse fazioni porterà a un’enorme esplosione che sembra distruggere ogni cosa.
Dopo questo evento il nostro personaggio si risveglierà otto anni nel passato, con la consapevolezza di dover fermare una guerra nel mondo digitale da cui provengono i Digimon, una guerra che potrebbe spazzare via il nostro mondo completamente.
La seconda parte della prova ci ha visti stavolta nelle terre digitali dei Digimon, coinvolti in una guerra tra due fazioni di Digimon molto feroce. Nostro obiettivo è quello di aiutare gli abitanti di un villaggio contro un gruppo di Digimon marini: in particolare dovevamo aiutare Shellmon, che spinta dalla sua bontà d’animo ha salvato un nemico trovato ferito sul campo di battaglia. Quest’ultimo, per ringraziarla di avergli salvato la vita, deciderà di provare ad andare dal capo della sua fazione, Sharkmon, per fargli cambiare idea.
È ancora presto per poter esprimere un giudizio sulla narrativa di Digimon Story: Time Stranger; quanto abbiamo visto è sicuramente l’inizio di una storia che prova a raccontare qualcosa di più impegnato rispetto alle classiche storie per bambini, seppur mantenendo un tono adatto a dei ragazzi delle scuole medie e superiori, ma senza risparmiarsi nel mostrare le conseguenze di una guerra, seppur edulcorate per il target di riferimento. Senza dubbio sarà interessante approfondire la componente narrativa nella versione finale del gioco.
Non c’è comunque da aspettarsi una rivoluzione per quanto riguarda l’esposizione del racconto, in quanto da questo punto di vista il titolo si rifà a una struttura forse fin troppo classica dei JRPG. Ad esempio, il nostro personaggio non parlerà quasi mai direttamente, tranne quando selezioneremo noi un’opzione nei dialoghi a scelta multipla.
Il gioco è portato avanti soprattutto da dialoghi statici e molto verbosi – doppiati in inglese o in giapponese – con anche una struttura delle quest che ci manderà dal punto A al punto B di mappe divise in diverse sotto aree.
Insomma, non aspettatevi una rivoluzione in quanto a meccaniche, Digimon Story: Time Stranger è un JRPG molto classico in ogni sua componente e chiaramente non dotato di un budget stellare, come si evince da un comparto tecnico che fa il suo lavoro, specialmente per quanto riguarda il cel-shading di protagonisti e Digimon, ma che non vi farà urlare al miracolo. Ci hanno stupito però i due unici filmati che abbiamo potuto vedere durante la nostra prova, molto dinamici e ben fatti a livello visivo, che mostrano un lavoro più oculato e che potrebbe sorprenderci ulteriormente nella versione completa del gioco.
Digitalizzali tutti
Come già accennato, la struttura di Digimon Story: Time Stranger è quella di un classico JRPG, con ogni zona divisa in aree minori separate da un breve caricamento e con delle possibilità di esplorazione piuttosto limitate, se si escludono le classiche deviazioni alla ricerca di forzieri nascosti. Ovviamente il fulcro del titolo sarà il combattimento, in cui useremo la nostra squadra di Digimon, che ovviamente prima dovremo ottenere. Il gioco ci farà scegliere, per iniziare, tra tre diverse creature digitali e noi abbiamo scelto Paimon, memori della sua forza una volta evoluto in Angemon nella serie animata originale.
Potremo però velocemente rimpinguare il numero di creature al nostro servizio semplicemente combattendole: il sistema di cattura è infatti diverso da Pokémon, per chi non avesse mai giocato a uno dei titoli della serie Digimon Story, infatti qui basterà affrontare la stessa tipologia di creatura digitale per aumentare una sorta di barra percentuale. Quando questa arriverà al 100% allora potremo ottenere la creatura in questione e schierarla tra le nostre fila. In realtà potremo anche attendere e far arrivare la barra al 200%, così da ottenere un esemplare con statistiche più potenti.
Il gioco ha anche una funzione che permette di attaccare preventivamente i Digimon selvatici presenti nella mappa con i nostri, così da partire avvantaggiati durante gli scontri; attenzione però, perché se invece saremo colti di sorpresa dovremo subire un primo turno di attacchi avversari. La cosa intelligente è che se attaccheremo durante l’esplorazione un Digimon di livello molto più basso dei nostri, questo verrà sconfitto automaticamente, così da evitarci delle tediose battaglie contro nemici troppo deboli, dato che già di norma durante l’esplorazione si combatterà parecchio.
Il nostro team potrà essere composto da tre Digimon attivi in combattimento e tre negli slot di riserva: i tre attivi potranno essere sostituiti in qualunque momento o se uno di loro verrà sconfitto. Ogni Digimon nella nostra squadra ci seguirà attivamente mentre esploreremo il mondo umano o quello digitale, e potremo in alcune occasioni anche parlare con loro per stringere un legame più profondo o, a seconda delle risposte che daremo, potrebbero anche cambiare i tratti del loro carattere, cosa utile in battaglia, ve lo spiegheremo a breve.
Ovviamente non manca nemmeno la feature più famosa di Digimon, ossia la Digievoluzione, con tanto di filmato in stile anime quando verrà avviata. Per digievolvere una delle nostre creature bisognerà rispettare due requisiti fondamentali: uno dipende dalle statistiche del nostro Digimon, l’altro dall’Agent Rank, che probabilmente salirà anche in base al punto della storia in cui saremo arrivati. Questa è una nostra supposizione perché nelle sessioni da noi giocate non è mai salito.
Ad ogni modo, sarà possibile anche far tornare allo stato precedente un Digimon evoluto, anche perché molti di loro hanno diverse Digievoluzioni finali e per cambiarle bisognerà per forza farli involvere. In questo caso non ci saranno particolari requisiti da rispettare.
Battaglie Digimon
Passando a parlare delle battaglie vere e proprie, queste sono strutturate con il classico sistema a turni in cui i nostri tre Digimon affronteranno quelli selvaggi o di fazioni nemiche. Il sistema si basa principalmente su un complesso sistema di debolezze, che non si limita soltanto a quelle elementali classiche, ma aggiunge anche delle tipologie chiamate Virus, Data o Vaccino, che funzioneranno come il classico “sasso, carta, forbici” in quanto Vaccino batte Virus ma è debole contro Data, Virus è forte contro Data e così via.
Ci sono anche ulteriori tipologie, ma queste non sono affette da queste debolezze e sono più neutrali. Anche i tratti caratteriali possono influire sui danni e sulla possibilità di effettuare colpi critici o attacchi aggiuntivi. Questi ultimi si aggiungono tramite un QTE ai comandi d’attacco basilari e bisognerà stringere un rapporto di fiducia con il proprio Digimon molto forte per aumentare le probabilità che accada.
Ogni Digimon potrà poi sia attaccare normalmente che usare le sue Skill, ossia gli attacchi che lo contraddistinguono, come ad esempio la palla di fuoco di Agumon. Sarà comunque possibile usare dei dischi di dati per far imparare specifiche tecniche a un Digimon.
Per questo motivo è importante ottenere una buona varietà di Digimon da portare con sé: l’impressione è infatti che non basterà scegliere un team di tre elementi per andare avanti con tutto il gioco, ma bisognerà variare spesso in base ai nemici che incontreremo, così da facilitare gli scontri.
Digimon Story: Time Stranger non ci è sembrato comunque troppo ostico: dopo ogni battaglia infatti potremo recuperare la salute e i punti per usare le abilità di tutti i nostri Digimon semplicemente stando fermi per qualche secondo al di fuori del combattimento.
Quando si combatte, il nostro agente potrà usare oggetti per curare o recuperare i punti abilità o decidere di sostituire un Digimon senza perdere un turno, inoltre potremo intervenire direttamente in battaglia utilizzando delle speciali mosse chiamate Cross Arts, di cui potremo decidere l’effetto tramite un apposito menu. Questa tecnica potrà infatti potenziare le statistiche di tutti i nostri Digimon per alcuni turni, infliggere danni e malus ai nemici o sparare un potente attacco altamente dannoso.
Piuttosto lunghi ed elaborati gli scontri contro i boss. Nella nostra prova ne abbiamo affrontati due: il primo scontro è proprio quello iniziale e risultava piuttosto guidato, il secondo era invece nella seconda parte e ci ha messi contro Sharkmon accompagnato da due scagnozzi. La cosa che ci ha fatto storcere un po’ il naso è l’elevata quantità di HP non solo del boss, ma anche degli scagnozzi, normali Digimon già affrontati in precedenza nell’esplorazione, che qui avevano il quadruplo dei punti vita.
La battaglia contro Sharkmon era animata anche da meccaniche speciali: il boss infatti, attaccando, continua a far salire una barra fino a quando, una volta al massimo, inizierà a caricare un potentissimo attacco: per evitare che questo avvenga bisognerà colpire un nuovo punto debole scoperto in quel momento con tutte le nostre forze.
La sfida era studiata bene per essere piuttosto ostica, infatti, una volta iniziata la carica, i due sgherri hanno attivato un’abilità che permetteva di colpire soltanto loro, non potendo danneggiare il boss in sé se non con attacchi ad area. Al di là della grande quantità di punti vita, che abbiamo trovato eccessiva, lo scontro con questo boss è stato più che valido.