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The Tomorrow Children

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 18/12/2014 alle 00:00
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Annunciato alla scorsa Gamescom e rimasto per molti un oggetto di mistero fino a oggi, The Tomorrow Children ha dimostrato sin dal suo criptico debutto di essere un progetto che ha davvero ben poco di ordinario. Dal particolare aspetto grafico alle meccaniche di gioco, fino ad arrivare a una trama con forti elementi distopici, il titolo di Q-Games ha già parecchia carne al fuoco per incuriosire e far chiedere ai giocatori cosa si cela dietro alla prossima esclusiva PS4.

I sussulti della classe operaia
Spiegare di cosa si tratta The Tomorrow Children dopo l’alpha messa a nostra disposizione non è affatto un compito semplice, soprattutto per via dello stato embrionale in cui si trova attualmente il gioco, a cui sono state sbloccate fondamentalmente solo le funzionalità principali. Ciò che risulta chiaro sin da subito, è la sua volontà di collocarsi in un futuro alternativo dove si presentano le dinamiche di vita di un popolo costretto a sottostare a un regime totalitario, con tutti i connotati politici e sociali dell’Unione Sovietica che fu. La variante che rimescola le carte in tavola in modo furbo, è l’inserimento di una trovata fantascientifica che arricchisce il copione e lo rende decisamente più interessante del solito: le migliori menti dell’umanità hanno provato a riunire tutte le altre per raggiungere uno status di comunità perfetta, ma i risultati sono stati inaspettatamente catastrofici e distruttivi. La normale esistenza sulla Terra è diventata solo un ricordo sbiadito, e l’unico posto abitabile è rappresentato dalle distese bianche e asettiche di “The Void”, il grande vuoto che si estende a perdita d’occhio e sul quale bisogna ricostruire da zero una nuova civiltà iperproduttiva e completamente dedita al lavoro di massa. L’umanità vive solo attraverso l’instancabile zelo di cloni-bambino al cui interno è stata trasmigrata l’anima degli uomini, ma laddove ci si sforza a formare un nuovo popolo, bisogna fare i conti con gli “Izverg”, enormi e pericolose bestie create dai pensieri negativi condivisi. Durante la nostra prova non abbiamo subito nessun loro attacco, ma è chiaro come diventi ben presto fondamentale riuscire a costruire delle armi adatte per poter arginare le loro avanzata. Affinché ciò accada, bisogna spingersi a fondo in quello che sembra essere il cuore dell’intera produzione: uno sbilanciamento voluto verso il crafting estremo, che permetterà di edificare un nuovo e sconfinato universo al posto del bianco abbacinante che circonda ogni cosa. Ecco dunque che bisognerà immediatamente scegliere una tra le cinque classi disponibili (Citizen, Miner, Engineer Commander, Radio Officer e Combatant), con valori diversamente distribuiti sulla salute, la rapidità di lavoro, l’abilità nel combattimento, la capacità di trasporto dei materiali, e un paio di altre statistiche che fanno la differenza tra i diversi tipi di approccio disponibili.Fondamentalmente, The Tomorrow Children è un sandbox dove l’unico vero limite alla creazione è la vostra fantasia, ed è per questo che non si fa fatica ad accostare le attività principali di gioco a quelle del fortunato Minecraft. Qui, però, ognuno è chiamato a collaborare attivamente in senso comunitario, affinché l’ordine e il desiderio principale del regime si concretizzi. Non esistono obiettivi specifici e c’è in effetti il grosso rischio che la community venga lasciata libera di scorrazzare senza avere il minimo senso di collaborazione, minando così il punto di forza della produzione. Ciò è dovuto proprio alla particolare idea di gioco, definita essenzialmente come un’avventura in single player con un mondo condiviso tra gli utenti, e costruito in modo asincrono tramite le azioni spesso invisibili degli altri giocatori.

Ciò che è mio è tuo, compagno!
The Tomorrow Children appare ancora poco chiaro, nebuloso e con contorni fortemente sfumati, pertanto comprendere fino in fondo l’obiettivo finale di gioco risulta ancora complicato. In questa alpha si potevano visitare due aree: una centrale, ossia il vero e proprio centro operativo in cui si svolgono le mansioni principali per il bene e il progresso della piccola città, e una sorta di isola in cui sono semisepolte strane statue colossali. Nella prima, un numero non ancora specificato di giocatori coopererà per costruire le strutture difensive, le torrette, gli edifici di forme e dimensioni variabili, e tutto ciò che serve alla comunità; nella seconda, si lavorerà sodo e si scaverà per ottenere tutti i materiali necessari. Nella cittadina sono anche presenti dei minigiochi piuttosto tediosi e trascurabili, mentre tutto intorno le musiche, le parole propagandistiche e gli schermi in cui passano le immagini che inneggiano al nuovo regime politico, lasciano chiaramente intendere che il lavoro forzato è l’unica scelta di vita che rimane ai cloni. L’area principale offre poco ed è ancora piccola, e per raggiungere l’isola è necessario un autobus su cui si imbarcano spesso gli altri compagni. Andare a piedi è infatti impossibile e poco dopo qualche passo al di fuori dei confini invisibili, si tenderà a sprofondare nella palude lattea del Void, perdendo così parte della preziosa esperienza accumulata e ritornando al punto di partenza. Allo stesso modo, quando gli scavi si faranno più profondi e si edificherà all’interno dei mastodontici relitti dell’isola, si andrà incontro alla smaterializzazione qualora venga a mancare la luce. Anche comprendere questi aspetti non è di certo immediato, e mentre andavamo in giro a raccogliere artefatti, risorse e oggetti utili alla creazione e allo stabilimento di una nuova civiltà moderna, parecchi interrogativi affollavano la nostra mente: cosa è realmente The Void e quanto sarà grande? Costruire, scavare e ritornare al campo base sono le uniche attività che contano davvero? In che modo gli sviluppatori vogliono arginare il percolo di una formula che potrebbe non funzionare a dovere? The Tomorrow Children ha una gran bella premessa narrativa e sembra voler portare a nuovi livelli il crafting e la libertà creativa degli utenti, ma lo stato molto arretrato del codice – che serviva soprattutto per testare l’affidabilità dei server – non ci permette di sbilanciarci molto su quelle che sono le reali ambizioni dell’opera, che sembrano ancora poco chiare persino agli sviluppatori. I problemi tecnici sono ovviamente parecchi e non è possibile fare una stima dell’area di gioco, ancora divisa in compartimenti stagni e ben lungi dall’essere un mondo organico dove tutto funziona senza lunghi e farraginosi caricamenti. Indubbiamente l’idea di base desta parecchia curiosità, ma c’è bisogno quantomeno di una corposa beta per approfondire aspetti che allo stato attuale risultano ancora essere appena abbozzati.

– Premessa narrativa interessante

– Il crafting potrebbe raggiungere nuove vette

– Stile grafico particolare e unico

C’è indubbiamente dell’originalità nel nuovo progetto di Q-Games, ma sebbene l’alpha abbia fornito le prime linee guida sugli aspetti più in primo piano, l’ambientazione risulta ancora essere molto spartana e vaga. Lo stile grafico, del tutto singolare, richiama alla mente la serie cult degli anni ’60 Thunderbirds, unendo una tecnica di rendering delle superfici che fa sembrare i personaggi delle marionette intagliate nel legno. Gli amanti di Minecraft saranno certamente i benvenuti, ma se la narrazione dovesse rivelarsi ben più di un pretesto per la collaborazione attiva degli utenti, e l’infrastruttura di rete sarà in grado di reggere nei momenti di grande carico, The Tomorrow Children potrebbe trasformarsi in qualcosa di molto più grande, complesso e appagante.

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