Anteprima

Steel Battalion: Heavy Armor

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a cura di Francesco Ursino

Il primo Steel Battalion, titolo del 2002, rappresenta ancora oggi un prodotto assai apprezzato. Il motivo di questa benevolenza risiede soprattutto nell’originale sistema di controllo che permetteva di controllare mastodontici mech (i Vertical Tank, per la precisione) con accuratezza e, soprattutto, enorme soddisfazione. Il grande controller di gioco, comprendente pedali e una quarantina di pulsanti, rappresenta di sicuro ancora oggi una delle sperimentazioni più originali dell’ultimo decennio.Lasciando da parte la nostalgia, è tempo ora di parlare di un nuovo capitolo della saga Capcom, sviluppato da From Software, e intitolato Steel Battalion: Heavy Armor

Armati di pad e KinectIl più grande cambiamento di Steel Battalion: Heavy Armor rispetto ai capitoli precedenti risiede nel sistema di controllo: non più l’enorme console da quaranta tasti ma un tandem composto dal gamepad e dal sistema Kinect. La divisione dei compiti tra i due controller è presto fatta: il pad consente quindi di mirare, sparare e muoversi (grazie all’azione dei due stick analogici), mentre ogni altra azione è delegata al Kinect. Per la maggior parte del tempo, dunque, i movimenti del proprio corpo saranno mirati a spostare la visuale all’interno del cockpit, ma il sistema di controllo Microsoft consentirà altresì vari movimenti e azioni: per esempio, stendere il braccio destro, come a voler tirare giù qualcosa, farà si che compaia il periscopio, di modo da poter puntare i nemici più lontani. Una volta al centro del cockpit poi si potrà interagire in differenti modi col proprio VT: sulla parte destra infatti troveranno posto lo starter, il self destruct button e i fari. Sulla sinistra invece trova spazio la telecamera che consente di prendere visione dell’ambiente circostante al mech. Grazie al Kinect, dunque, si potranno attivare queste varie funzionalità muovendo le braccia e descrivendo gesture definite. Altre interazioni possibili riguardano, ad esempio, la possibilità di utilizzare un binocolo semplicemente descrivendo un cerchio con le dita; il Kinect, inoltre, darà la possibilità di impugnare oggetti. Muovere entrambe le braccia, come se si stesse aprendo una porta scorrevole, farà si che la telecamera ruoti all’interno del cockpit di modo da poter osservare l’ambiente e interagire con i propri compagni. Per fare una stima finale del peso del Kinect sull’intero sistema di controllo, infine, è giusto dire che le gesture base realizzabili saranno circa una ventina, oltre quelle contestuali e legate a particolari situazioni (come, per esempio, rispedire al mittente una granata entrata nel proprio mech prima che questa esploda).

Gioco di squadraUn grande mech ha bisogno di essere comandato da più persone: ecco perché il giocatore di questo prossimo Steel Battalion: Heavy Armor verrà subito a conoscenza (nel tutorial di gioco), oltre che del sistema di controllo cui accennavamo poc’anzi, anche dei propri compagni di squadra. Ciò dà modo di spendere qualche parola sul plot e sul protagonista del gioco, impersonato dal giocatore: si tratta del tenente delle forze americane Powers, pilota di punta per quanto riguarda i VT, che avrà il compito di prendere parte alla guerra tra gli Stati Uniti e una non precisata superpotenza asiatica. Ambientata nel 2082, la narrazione del gioco comincia proprio illustrando l’invasione asiatica dell’isola di Manhattan, con il conseguente tentativo americano di rovesciare le sorti della contesa. In questo contesto dunque il giocatore avrà dalla sua tre compagni: uno addetto alle comunicazioni e due incaricati di ricaricare le armi del mech. Un elemento interessante di questo Steel Battalion: Heavy Armor è legato alla gestione dei propri compagni; soggetti alla paura e allo stress, questi avranno bisogno di essere incoraggiati (a volta anche con uno schiaffone) e riportati sulla retta via, provvedendo a soddisfarne alcuni bisogni; a supporto di ciò è possibile dire che, in una missione ambientata nel deserto, bisognerà trovare l’acqua sufficiente a ristorare i propri compagni d’arme. Quando ciò non accade, o semplicemente ci si ritrova immischiati in situazioni troppo pericolose, i compagni di squadra moriranno, facendo perdere così all’enorme mech varie funzioni. E’ importante dire infatti che, nel momento in cui un compagno muore, questo non potrà essere sostituito da nessuno se non dal giocatore (almeno fino alla missione successiva); nel momento in cui l’addetto alla ricarica delle armi finisce all’altro mondo, ad esempio, sarà il giocatore a dover lasciare la propria cabina di comando e andare a ricaricare le armi. Tutto ciò accadrà durante scontri che vedranno nemici sbucare da ogni direzione: diventa dunque fondamentale riuscire a preservare i propri compagni anche se, come spiegato dagli sviluppatori, in alcune situazioni il gioco forzerà il giocatore a compiere una scelta, scegliendo quale compagno salvare.E’ altresì importante dire che l’intento di From Software, probabilmente, è stato quello di puntare molto sul senso di appartenenza al team: è possibile notare ciò da piccoli particolari. Per esempio, il gioco non informerà il giocatore sullo stato di salute dei propri compagni in nessun modo, ovvero senza alcuna interfaccia specifica: sarà quindi nostro dovere controllare di persona la situazione prima che questa degeneri.La gestione del proprio team e degli altri combattenti, infine, si rivela fondamentale anche sul profilo del gameplay: in uno spezzone di gioco infatti il giocatore scenderà dal proprio VT per soccorrere altri comandanti di tank rimasti feriti negli scontri. Se si sceglie di prestare soccorso, i comandanti sopravvivranno e combatteranno al fianco del giocatore (va da sé che se li si lascia morire, invece, non si avrà alcun aiuto).

Mission accomplishedIl gioco proporrà circa 30 missioni sparse per il globo, per un’esperienza di gioco di quattordici, quindici ore. Tra i livelli di gioco attualmente conosciuti è possibile citare la prima missione, ambientata a New York, dove si dovrà respingere l’assalto nemico: non sembra errato affermare che la struttura dei livelli sia lineare, con ostacoli piazzati strategicamente per spingere il giocatore verso un sentiero definito.Un altro livello, invece, sarà ambientato nello sconfinato deserto nord africano, mentre un terzo scenario di gioco riguarderà un assalto notturno a un forte pieno zeppo di mine e nemici.

– Il sistema di controllo ibrido sembra promettente

– La gestione dei compagni di squadra aggiunge profondità al gameplay

La grande domanda è: riuscirà Steel Battalion: Heavy Armor a far entrare nel cuore degli appassionati il sistema Kinect?

Al momento, è difficile rispondere: certo è che il sistema di controllo ibrido gamepad/Kinect progettato dallo sviluppatore From Software rappresenta un esperimento intrigante, sulla cui qualità potremo esprimerci solo dopo prove approndite. Appare interessante anche la gestione dei propri compagni di squadra, i quali andranno costantemente controllati e in alcuni casi assecondati.

Per saperne di più, dunque, non resta che aspettare il prossimo giugno: nell’attesa, rimanete con noi per aggiornamenti e news.

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