Il genere degli stealth game ha avuto la sua massima consacrazione con la saga di Metal Gear, che ha offerto una visione diametralmente opposta rispetto ai classici stereotipi delle uccisioni rapide. Difatti questa sottocategoria degli action spinge l’utente a muoversi in maniera non tradizionale, ovvero con la massima discrezione e cercando di farsi notare il meno possibile dal nemico. Se all’inizio il modus operandi richiedeva al massimo una memorizzazione delle movenze nemiche studiando le routine dell’intelligenza Artificiale, con il progredire della tecnologia sono entrate in gioco ulteriori variabili che hanno dato più sale ai “non-scontri”. Nonostante attualmente questa categoria non sfondi come un tempo, probabilmente risultando soffocata dalla filosofia portante degli sparatutto, un tempo le cose andavano diversamente, con il buon Snake alle prese con un certo Sam Fisher. Un aitante uomo capace di muoversi in maniera naturale nell’ombra, messo di fronte a nemici molto più crudeli (seppur meno carismatici) del collega nipponico. Con una carriera brillante ma non ai vertici, ora si cambia rotta, e il motivo sarà presto detto.
F per FisherCome vi sentireste se il vostro datore di lavoro vi liquida in maniera brutale, mentre vostra figlia muore in circostanze sospette? Probabilmente vi avvalereste delle forze dell’ordine, ma non se siete un (ex?) agente segreto del governo americano. Come illustrato splendidamente dal mio collega AP nella ultima corposa anteprima (che vi invito a spulciare), questi accadimenti accecano il nostro eroe senza macchia e paura, guidandolo attraverso dei veri e propri cambiamenti a livello di gameplay, che si fa più adrenalinico e pieno di pathos, permettendoci di scegliere spesso e volentieri se adottare un approccio più silenzioso o maggiormente “pratico”. Nell’ultimo diario di sviluppo vengono trattate con maggiore profondità le caratteristiche salienti di questa nuova produzione. Si parte in maniera abbastanza canonica per questa attuale generazione, anche se fin troppo estranea ai ritmi a cui ci ha abituato il buon Sam. In quello che pare a tutti gli effetti un edificio abbastanza fatiscente, egli si nasconde solo per una manciata di secondi dietro ad una sorta di container, prima di farsi scudo con il malcapitato di turno e sparare all’impazzata contro due avversari li appostati. Approfittando anche delle tenebre l’operazione riesce in maniera abbastanza soddisfacente, finchè all’orizzonte appare un ulteriore guardia pronta a renderci un colabrodo ambulante. Il noto agente decide allora di ripararsi, per poi scattare rapido verso un nascondiglio più sicuro. Intanto sulla nostra vecchia postazione lasciamo la nostra sagoma, che indica l’ultimo posto in cui il nemico ci ha visto. Un sagace espediente che permette di avere sempre sotto controllo la situazione, comprendendo se da prede stiamo riuscendo in maniera graduale a trasformarci in predatori. Così aggiriamo la sua posizione, ci avviciniamo di soppiatto e lo afferriamo per la gola per interrogarlo. Quest’ultimo aspetto costituirà un elemento fondamentale non solo per il reperimento di informazioni vitali per l’avventura, ma anche per veicolare tutta la rabbia repressa del nerboruto eroe. Il poverino decide di non collaborare, offendendoci oltremodo. Parte allora una sequenza (QTE?) dove lo colpiamo ad altezza inguine, gli sbattiamo la testa su di un auto per poi legarlo al tronco di un albero con un coltello conficcato in pieno palmo di mano. La prossima volta ci penserà due volte prima di mettersi contro un personaggio del genere
Luci ed ombrePer quanto riguarda la narrazione, gli sviluppatori hanno promesso che questa non spezzerà eccessivamente l’azione di gioco, inglobandola ed inglobandosi a quest’ultima. Anche perché il ritmo è volutamente istintivo (a tratti frenetico), per fare in modo di affrontare ogni sezione con il giusto numero di battiti cardiaci alterati. Anche la stessa possibilità di “marcare” gli avversari per poi poterli finire in un’unica sequenza è più semplice di quanto si possa pensare, nonostante non sia una garanzia di vittoria. In una sequenza il tutto è mostrato con estrema efficacia, dove si utilizza anche l’ambiente di gioco a proprio vantaggio per seminare ancora più panico. Ma per ogni gesto che si rispetti, è immancabile l’utilizzo del visore notturno, ulteriormente potenziato, affiancato dalla Stickycam che permette di avvistare i nemici e marcarli prima che si accorgano della nostra presenza. Come se non bastasse la piccola telecamera è capace di esplodere a comando, quasi come a voler corroborare questa tendenza dominante di eccessiva violenza che impregna l’attuale produzione. Insomma, pare che anche gli approcci inizialmente più “timidi” sfocino sempre in uno stillicidio indiscriminato.
-Sam Fisher è sempre un grande
-Giocabilità rinnovata
-Presupposti narrativi interessanti
Conviction ci ha convinti non poco grazie ad un gameplay tirato a lucido e a un protagonista ancora più carismatico del solito. Il dilemma fondamentale è quanto riuscirà a risultare appetibile ai fan di vecchia data che facevano di ogni ombra un’arte del nascondiglio, e che magari potrebbero storcere il naso di fronte a questa forte virata action. L’ideale a nostro parere è trovare il giusto equilibrio così da soddisfare un po’ tutti. Restate sintonizzati su queste frequenze.