Dopo aver approfondito la nostra conoscenza del protagonista John Marstone e delle terre della Frontiera durante il nostro ultimo incontro con Red Dead Redemption, un ulteriore visita negli studi milanesi di Rockstar si è trasformata nella perfetta occasione per prendere in mano il pad, e sperimentare in prima persona il West secondo la grande R.
”Santa” SanctorumPrima di poter provare direttamente il titolo abbiamo assistito ad un ulteriore dimostrazione interamente dedicata ad una delle missioni della zona di Nuevo Paraiso, una delle tre macroaree in cui è diviso il West secondo Rockstar, dilaniata da un’incombente guerra civile. John Marstone si ritrova alleato con DeSanta, braccio destro del colonnello Allende; una posizione dunque diametralmente opposta rispetto a quella mostrata durante l’assalto al fortino nel precedente hands-on, il che conferma la natura complessa della trama. La missione in questione si è rivelata piuttosto semplice quanto a concept, un classico “vai dal punto A al punto B” eliminando qualunque ostacolo si frapponga, nel caso specifico una piccola armata di ribelli. Il lungo scontro a fuoco si snoda in uno stretto passaggio chiuso dalle montagne su un lato e da uno strapiombo dall’altro, creando un percorso la cui linearità è efficacemente mascherata dalla morfologia del territorio. Interessante anche la disposizione dei punti di copertura: data la totale mancanza di strutture architettoniche, essi si presentavano come piccole formazioni rocciose sparse sul territorio, ben dissimulate e mai fittizie. Lo scontro a fuoco ha dimostrato ancora una volta le buone routine dell’Intelligenza Artificiale nemica, ed ha permesso di vedere all’opera il fucile da cecchino: l’effetto leggermente fish eye restituito dal vetro e la sua natura “sporca” confermano ancora una volta la grandissima cura al dettaglio che caratterizza i prodotti Rockstar. Avuta ragione dei ribelli ci siamo riuniti con DeSanta, occasione ottima per godere di una delle tipiche cut-scene della casa statunitense, ricca di umorismo e di personaggi che bucano lo schermo.
The land of freedomLiberi, così ci siamo sentiti una volta preso in mano il pad. Rispetto alla caotica e roboante Liberty City di Grand Theft Auto 4 il West di Red Dead Redemption è caratterizzato da orizzonti vastissimi ed un gran silenzio, spezzato solo dal rumore degli zoccoli del cavallo. Il feeling di “guida” è ottimo, ed i controlli ben bilanciati permettono di sparare mentre si galoppa senza troppe difficoltà. Guardare l’orizzonte e dare la caccia agli animali selvatici, per quanto indubbiamente piacevole, non sono le uniche attività che si potranno intraprendere tra una missione e l’altra: la natura decisamente anarchica della società americana di fine ‘800 fa sì che ci siano un gran quantitativo di persone in difficoltà, tanto nelle città quanto nelle desolate lande che attraverseremo: una donna rapita e portata in un remoto casolare da dei banditi, uomini in fuga dalla polizia, il titolo ci chiede costantemente di prendere posizione, senza però mai obbligare a farlo. Se lo si desidera, si possono semplicemente voltare le spalle e proseguire per la propria strada. Nel caso si decida invece di farla da protagonisti, le occasioni per estrarre la pistola e menare le mani non mancheranno, e capiterà talvolta di passare da un evento procedurale all’altro senza soluzione di continuità. Per quanto apprezzabile, quest’ultimo elemento ha creato a tratti qualche difficoltà, in particolare quando due eventi si sono “attivati” in contemporanea generando un po’ di caos; così come altri aspetti del gioco, anche gli eventi procedurali sono tutt’ora oggetto di bilanciamento, ma resta certo che la strada intrapresa è indubbiamente quella giusta.
Indiana Marstone?Per concludere in bellezza la breve prova con mano ci siamo avviati verso un’interessante missione, consistente nel recupero di un enorme gatling gun per fini chiaramente non pacifici. Dopo aver incontrato il carismatico contatto (ed aver fatto i conti con la sua colossale sbronza mattutina, con qualche siparietto davvero gustoso), l’abbiamo seguito sino al luogo del recupero, una miniera in disuso. L’occasione è stata ottima per sperimentare il nuovo sistema di “lock” sul cavallo degli NPC amichevoli, che permette di seguirli automaticamente potendosi così finalmente godere i dialoghi che tipicamente si svolgono durante i tragitti in compagnia (GTA insegna).Raggiunta la miniera ci siamo addentrati nelle sue viscere, affrontando naturalmente una discreta resistenza nemica. Anche qui l’azione si sviluppa in maniera abbastanza lineare, potendo sfruttare casse e bidoni di esplosivo opportunamente piazzate a fianco dei gruppi di nemici. Una volta messo al sicuro il luogo del recupero ci siamo comunque goduti una piacevole sorpresa: caricata l’imponente mitragliatrice su un carrello minerario ci siamo attaccati alla sua estremità e lanciati giù per binari. La spassosa sequenza guidata si è conclusa con una divertente sparatoria “in corsa”, nella quale è tornato molto utile il Dead Eye, un rallentatore che permette di marcare i bersagli per poi svuotare velocemente il tamburo su di essi. Veloce, fluida e scandita da diversi momenti la missione ci ha decisamente convinto, dimostrando come lo spirito di Rockstar si sia adattato alla perfezione al far west grazie ad un grande lavoro di caratterizzazione dei personaggi e degli ambienti.
– Missioni ben strutturate
– Grande libertà d’azione
– Eventi procedurali divertenti
La nostra prova con mano su Red Dead Redemption ha pienamente confermato le positive impressioni ricevute nei mesi passati. Il titolo cresce a grande velocità e di appuntamento in appuntamento rivela nuove interessanti qualità. Le informazioni sul gameplay sono ormai più che sufficienti per confermare che la quantità di cose da fare in giro per il west è senza dubbio ragguardevole, ed anche le missioni più “guidate” appaiono divertenti e ben costruite.
Attendiamo con ansia la disponibilità di un codice provvisiorio per una prova più estesa ed approfondita, che siamo certi non tarderà ad arrivare.
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