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OZombie

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Avatar di Domenico Musicò

a cura di Domenico Musicò

Editor

Pubblicato il 01/07/2013 alle 00:00
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Non sono stati poi così tanti ad aver apprezzato Alice: Madness Returns e il suo predecessore; ancora meno coloro in grado di capire davvero la visione di American McGee in quelle opere dal sostrato narrativo intenso e altamente comunicativo. Etichettati spesso dai giocatori senza pretese come dei platform in salsa dark dalla grafica non di certo all’ultimo grido e con qualche problema di troppo nella fluidità e nella precisione dei comandi, in realtà, quei giochi offrivano dei sottotesti ricchi di spunti di riflessione sulla sanità mentale, sul mondo interiore individuale e sulle problematiche che gravitano attorno alla mente in formazione di un adolescente. McGee stesso afferma di aver avuto un’infanzia problematica, e il suo tocco dark che molti potrebbero vedere solo come quello di un Tim Burton di sponda videoludica, è in fin dei conti il suo modo per parlare di argomenti seri che vanno affrontati e di raccontare al grande pubblico delle storie che sembrano normali e mainstream solo all’apparenza. OZombie, il suo nuovo titolo approdato su Kickstarter, ne sarà un ulteriore esempio.
Il nuovo mondo di Oz
Come Alice, anche OZombie sarà ispirato a un popolare romanzo per ragazzi, a “Il meraviglioso mago di Oz” che Frank Baum scrisse nell’ormai lontano 1900. Tutti i quattordici libri che all’epoca composero l’opera narrativa sono la fonte di ispirazione per questo nuovo progetto di American McGee, che si prenderà parecchie licenze poetiche senza andare nemmeno a ricalcare fedelmente le orme tracciate dal famoso lungometraggio della Metro Goldwin Mayer. Si tratta di un action-adventure immerso all’interno di una versione alternativa di quel mondo già ben definito, un titolo che enfatizza la sua componente da gioco di ruolo, i combattimenti tattici, l’esplorazione e il lato narrativo. OZombie è principalmente un’avventura in single player che vi metterà nei panni di una Dorothy d’altri tempi, che dovrà persuadere i familiari personaggi dell’opera di Baum affinché entrino nella sua squadra di caccia. Il multiplayer sarà presente, ma verrà sbloccato solo ad avventura terminata e permetterà di selezionare uno tra la vasta gamma di personaggi presenti, per unirsi agli altri giocatori e affrontare modalità competitive come i Raid (o incursioni) e tornei. 
Oz, stavolta, non è il sogno di una giovane ragazzina, ma un posto “reale”, qualcosa che vuole onorare la sublime visione di Baum andandosi tuttavia a distinguere da essa attraverso una versione non conformista che si dirime dall’originale con personalità e inventiva. È una Oz mistica, incantata e magica, rappresentata con uno stile steampunk evidente anche dagli abiti di Dorothy e dai visitatori stranieri dalle altre lande in cui vi imbatterete. Così come nei libri, la terra di Oz è suddivisa in quattro distinte popolazioni: i Munchkins a est, gli Winkies a ovest; i Gillikins a nord e i Quadlings a sud. Al centro, invece, troverete la leggendaria Città di Smeraldo, capitale e sede di chi governa Oz. Al di fuori di questi territori e dei deserti che si dispiegano lungo il perimetro delle terre incantate, esistono altri territori completamente esplorabili. Tuttavia, la Oz di American McGee è ben diversa da quella che abbiamo imparato a conoscere: è un’isola remota nel bel mezzo dell’oceano pacifico, libera dalle costrizioni e dalle convenzioni della cultura occidentale, una zona franca in cui poter esplorare importanti temi della società, dove Dorothy, una volta arrivata su una barca, sarà ormai una rifugiata proveniente da un mondo sull’orlo del collasso ecologico e sociale.
Gli zombi dello Spaventapasseri
Da ragazzino American McGee era un grande fan di Robert Heinlein, scrittore di fantascienza del ‘900, ed è proprio per questo motivo che in OZombie saranno ricorrenti dei temi a lui tanto cari: l’individualismo radicale, il libertarismo, l’impatto che una religione organizzata ha in una società e la tendenza che quest’ultima ha nel reprimere il pensiero anticonformista. Qui, gli zombi stanno appunto distruggendo Oz in modo irrazionale, senza ovviamente curarsi delle conseguenze delle loro azioni. Gli zombi e Lo Spaventapasseri sono ossessionati col cervello, ma non in quel concept tipico che vede i non-morti cibarsi di materia grigia; si tratta piuttosto di un comportamento atto ad epurare ogni afflato diverso dal conformismo. Lo Spaventapasseri vuole distruggere gli Immortali e sta convertendo gran parte degli abitanti delle Terre di Oz in adepti della sua fazione. Combatte affinché Oz venga liberata da ogni forma di resistenza, per cominciare una nuova era dove la vita ha un senso solo perché c’è la morte. La sua idea utopistica prevede la soppressione della creatività, della passione e dell’immaginazione, tre degli elementi visti come qualcosa di profondamente sbagliato, di maligno. Le cieche e ripetitive attività devono essere esaltate ed è accettato ogni pregiudizio antiluddista, perché è cosa buona e giusta: la felicità viene dal conformismo e lo spegnimento dell’attività cerebrale è un atto necessario. Lo Spaventapasseri ha ormai infettato la società su larga scala, ha soggiogato gli esseri viventi e li ha portati a convincere se stessi che la sopravvivenza passiva è l’unico reale valore esistenziale. Ucciderlo non rappresenterebbe una vittoria né una soluzione al problema, né tantomeno un’eradicazione del sistema che ha reso tutti delle vittime. Dorothy arriverà proprio nel bel mezzo di questa Oz, dove la sconfitta – soprattutto umana – sembra inevitabile e dove nessuno si preoccupa più di reagire. Il suo compito – il vostro obiettivo – è quello di costruire una comunità e persuadere gli alleati che c’è ancora una soluzione a tutto, che eviscerare il male è una previsione realistica e che insieme è possibile dar vita a una moltitudine di istituzioni politiche e culturali capaci di ripristinare la civilizzazione. Il ritorno all’integrità individuale, al senso di responsabilità e all’anticonformismo, tuttavia, sarà difficile e molto, molto pericoloso.
Questo sarà OZombie: un proseguimento della tradizione a cui McGee e Spicy Horse Games hanno dato vita, un progetto sulla carta certamente interessante, che deve però scontrarsi col raggiungimento di un obiettivo che su Kickstarter appare ancora lontano ma non di certo impossibile. Il design e la narrativa di OZombie sono ancora in piena fase produttiva e alcuni obiettivi devono ancora essere ben delineati; proprio per questo, chi appoggerà il progetto su Kickstater potrà contribuire attivamente a suggerire e influenzare alcune scelte ancora da prendere. Se la campagna otterrà il successo sperato, il titolo uscirà su PC, Mac e tablet di ultima generazione. Fateci un pensierino.

– La visione alternativa di Oz è molto stuzzicante

– Grande importanza ad argomenti maturi e delicati

– Struttura di gioco che ingloba più generi

– Storia dal grande potenziale

OZombie, a dispetto del nome non di certo tra i più convincenti, sembra essere un esperimento molto interessante, soprattutto a livello narrativo. A metà tra un action-adventure e un gioco di ruolo, il prossimo titolo di American McGee attende fiducioso il successo della campagna Kickstarter per regalare agli utenti un’esperienza che mira a far riflettere su temi di primaria importanza come l’identità personale, il superamento delle avversità, la crescita umana e la libertà all’interno di una società. Potrebbe rivelarsi un’altra perla nascosta, se avrà la possibilità di mostrarsi al grande pubblico. Dipende solo da noi giocatori.

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