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Lost Planet 2

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Avatar di Zlatan

a cura di Zlatan

Pubblicato il 09/07/2009 alle 00:00
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Solo dieci anni separano la conclusione delle turbolente vicissitudini del prode Wayne Gale, protagonista del primo Lost Planet, dall’inizio di questa seconda iterazione del brand. Un arco di tempo relativamente breve che impallidisce se paragonato al ciclo vitale di un intero pianeta (sappiamo bene che cambiamenti climatici radicali, almeno sulla nostra bella Terra, richiedono diversi milioni di anni) ma sufficiente, su E.D.N. III, a determinare tanto il repentino scioglimento dei ghiacci quanto la fugace scomparsa delle candide lande innevate che ne caratterizzavano morfologia e struttura. Profonda ed inaspettata, l’evoluzione del mondo di gioco non sarà tuttavia l’unica novità presente in Lost Planet 2, ma, sorprendentemente, nemmeno quella più eclatante.

Design occidentaleInnanzitutto, distaccandosi dai canoni tipici delle produzioni nipponiche, i game designers di Capcom hanno deciso di proporre all’utenza un’esperienza di stampo prettamente occidentale, nettamente focalizzata sulla componente multiplayer, privata, per l’occasione, della straordinaria caratterizzazione a cui la software house ci ha da sempre abituati. Questa tendenza era nell’aria già da diversi mesi, lo stesso Jun Takeuchi aveva recentemente palesato la volontà di arricchire una formula ludica nata e cresciuta in pieno Sol Levante con stilemi ormai considerati occidentali, ispirati soprattutto a titoli del calibro del frenetico Call of Duty o del maestoso Gears of War.Abbandonato il vecchio protagonista, in questo seguito sarà possibile modellare a piacimento un nuovo personaggio virtuale, merito ovviamente dell’editor messo a punto dagli sviluppatori, articolato in diverse sezioni ma solo discretamente variegato: la creazione dell’avatar si compone di cinque fasi principali, che vanno dall’elaborazione di capo e busto fino alle gambe o all’abbigliamento. Ognuna delle zone presenta, inizialmente, solo una decina di opzioni di personalizzazione, tuttavia, progredendo nell’avventura, completando obiettivi e portando a termine gli incarichi più disparati sarà possibile sbloccare tutt’una serie di accessori e caratteristiche inedite.Malgrado a prima vista possano risultare decisamente anonimi, l’introduzione di questi nuovi protagonisti ha reso possibile un sensibile ampliamento degli orizzonti narrativi dell’opera, proiettando il giocatore all’interno di una vera e propria guerra tra fazioni volta all’approvvigionamento dell’ormai celebre T–Eng (particolare energia termica latente nelle profondità del pianeta). Grande attenzione sarà infine riposta nel bilanciamento tra le quattro diverse classi d’arma utilizzabili, ma anche per quanto concerne le granate, presenti in numerose tipologie.

I fantastici quattroLost Planet 2 si prefigge di perfezionare e rifinire l’esperienza offerta dal primo episodio della serie, andando a limare tutt’una serie d’imperfezioni relative alla formula base ed arricchendo il tutto con inedite dinamiche cooperative. Vero fiore all’occhiello della produzione targata Capcom, la possibilità d’intraprendere la campagna principale sia in singolo che in co–op (fino a quattro giocatori) risulta sicuramente gradita: gli sviluppatori, non a caso, stanno lavorando al fine d’incentivare meccaniche che necessitino un minimo di coordinazione reciproca. Ad esempio, è stato recentemente annunciato un sistema che suddividerà ogni missione in piccoli sotto-stage, in questo modo sarà possibile snellire e velocizzare l’ingresso in partita di eventuali alleati umani.Piuttosto simile a quella già osservata nel predecessore, la mappatura dei controlli sul joypad appare decisamente più efficace che in passato: gli scontri a fuoco rappresenteranno, come di consueto, il vero e proprio fulcro dell’azione, l’energia termica posseduta dal singolo potrà essere condivisa con i compagni ed infine, sulla falsariga del filone action di questa generazione, verrà implementato un sistema di coperture basato sull’utilizzo d’imponenti scudi metallici.Non mancheranno, inoltre, momenti topici al limite dell’estremo, spesso coincidenti con l’entrata in scena dei coriacei boss che sarete chiamati ad affrontare, ma non disperate, esattamente come nel primo capitolo sarà possibile dileguarsi raggiungendo posizioni sopraelevate tramite rampino. I combattimenti potranno essere condotti tanto a piedi quanto alla guida dei classici mezzi di locomozione, oppure pilotando inedite varianti dei Vital Suit, esoscheletri meccanici in grado di arrecare ingenti danni all’aberrazione di turno. A proposito di mostruosità, è interessante notare come i programmatori abbiano incrementato l’intelligenza artificiale alla base degli Akrid (le creature che popolano E.D.N. III), adesso in grado di reagire dinamicamente alle sollecitazioni dell’utenza, applicando si i medesimi pattern d’attacco, ma comportandosi, a seconda della situazione, in maniera completamente autonoma.Dulcis in fundo, ogni duello potrà essere portato a compimento secondo diverse strade: andando nello specifico, l’enorme salamandra resa celebre dai trailers rilasciati poteva essere abbattuta sia da distanze ravvicinate, tramite l’utilizzo di artiglieria pesante, sia lentamente dalla distanza sia facendosi letteralmente ingoiare per devastarla dall’interno (Marcus Fenix docet).

Tecnicamente estremoOnirico, disarmante, bellissimo da vedere. Pochi aggettivi che tuttavia riassumono perfettamente le caratteristiche del comparto tecnico di cui Lost Planet 2 potrà fregiarsi.Il dirompente cambio di location pare aver esaltato le peculiarità dell’MT Framework 2.0, nuovo motore grafico proprietario di Capcom, adesso in grado di regalarci panorami incredibilmente affascinanti, figli dell’utilizzo sapiente di una palette cromatica mai così vasta e variegata. Questi spazieranno da bianchi orizzonti opachi fino a rosseggianti tramonti di fuoco, da classiche lande innevate a verdi foreste, da istallazioni industriali ad interi nuclei urbani diroccati. In particolare, il motore di gioco si è reso protagonista della gestione della fitta vegetazione della foresta, in cui ogni filo d’erba, albero o cespuglio sembrava godere di vita propria, muovendosi e contorcendosi a seconda della forza del vento. Sicuramente d’impatto gli effetti particellari implementati, ma nulla se rapportati alle strabilianti textures che ammantano scenari e nemici, incredibilmente realistici.Il potenziale a disposizione, considerando l’importanza del gioco, è molto elevato e le speranze di poter beneficiare di un titolo di spessore sono altrettanto elevate, sarà il tempo a dire quanto le promesse iniziali saranno state mantenute.

– Direzione stilistica prettamente occidentale

– Inedite meccaniche cooperative

– Spettacolare ed appassionante

– Tecnicamente molto promettente

Supportato da una direzione stilistica di stampo prettamente occidentale, Lost Planet 2 si prefigge di perfezionare e rifinire l’esperienza offerta dal primo episodio della serie. L’introduzione d’inedite meccaniche cooperative, la spettacolarità intrinseca in ogni fase di gioco, così come il dirompente cambio di location, tanto inaspettato quanto affascinante, appaiono inoltre supportate da un comparto tecnico squisitamente raffinato, d’impatto notevole e curato sin nei minimi dettagli. Il prodotto finito dovrebbe raggiungere gli scaffali dei negozi entro i primi mesi del 2010, configurandosi, almeno a livello temporale, come esclusiva Microsoft, anche se, visto i misteri passati, nulla è stato ancora deciso.

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